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Commodore PET - recensione

Un rebrand (ma non troppo) per tornare ai fasti del passato.

Il marchio Commodore è scomparso da ormai una ventina d'anni e con esso un azienda che per un decennio ha rappresentato l'alternativa cool agli impersonali assemblati X86 che dal 1995 iniziarono ad entrare in modo sempre più massiccio nelle case. Nonostante alcuni passaggi di mano, la realtà dei fatti non vede all'orizzonte un possibile ritorno dell'azienda che tra Commodore 64, Vic-20 e Amiga era riuscita a piazzare decine di milioni di pezzi sul mercato, per poi fallire nel 1994 in seguito a scelte commerciali sbagliate.

Di quella società è rimasto solo il piacevole ricordo e un brand che da poco, dopo varie vicissitudini, è stato nuovamente registrato da un'azienda italiana, pur con sede a Londra. Parliamo della Commodore Business Machines LTD, che intende usarlo con uno scopo ben specifico: realizzare e commercializzare smartphone. Il primo passo in un mercato assolutamente competitivo come quello dei dispositivi mobile è il Commodore PET, un "phablet" da 5.5 pollici che riprende il nome del primo vero computer casalingo di casa Commodore, quel PET uscito nel 1977 e rimasto in produzione fino al 1982, poi sostituito dal Vic-20 e in seguito dal Commodore 64.

II Commodore PET 3/32 è uno smartphone dual-sim Android venduto con 3 GB di memoria e 32 GB di RAM storage, mentre si è persa nel nulla la variante 2/16 con 2 GB di memoria e 16 GB di storage, dal costo leggermente inferiore e originariamente annunciata la scorsa estate. Non si tratta di un dispositivo inedito o realizzato per l'occasione, ma della rielaborazione di uno smartphone esistente su base Mediatek.

Il sistema operativo del Commodore PET è il Lollipop 5.0. Non recentissimo ma piuttosto funzionale.

In più, rispetto alla versione OEM, l'azienda italiana ha già chiarito che la componentistica interna della scheda madre è stata modificata, così come anche il sistema operativo (5.0 contro 4.4) e il software installato, fra cui la tastiera personalizzabile Multiling O Keyboard e gli emulatori (su cui torneremo tra poco), modificati rispetto alle versioni comunemente reperibili sul Play Store. Inoltre, il telefono è stato riprogrammato per le bande telefoniche europee.

Il primo impatto con il Commodore PET è molto piacevole: i materiali sono buoni e il vetro rinforzato che ricopre lo schermo è un valido Dragontrail di AGC Asashi. La cover posteriore è in normale plastica ma questo non impedisce di maneggiare lo smartphone con una certa confidenza nonostante le dimensioni importanti. Installato troviamo Android 5.0 Lollipop, una versione non certamente recente ma sicuramente più che adatta alle buone prestazioni della CPU installata, e un Mediatek MT6752 Octa-core a 1,7 GHz da 64 bit capace di un'ottima reattività nella gestione delle finestre del sistema operativo e nel passaggio da una app all'altra.

L'abbiamo usato sia con una LTE Vodafone sia in Wi-Fi per la navigazione con Chrome e siamo stati complessivamente soddisfatti per l'ottima velocità di visualizzazione: lo schermo è un Full-HD 1920×1080 IPS capace di una buona definizione e colori piuttosto brillanti, caratterizzato da un touch molto preciso e gradevole. La portata del Wi-Fi è discreta ma la sensazione è che non si tratti di uno smartphone capace di reggere connessioni stabili sulla lunga distanza.

Per quanto riguarda l'audio le cuffie in dotazione sono di buona fattura, visto che sono a cancellazione di rumore esterno e che abbiamo avuto ottimi riscontri della qualità audio in chiamata, anche per quanto riguarda la capacità di riproduzione musicale e la ricezione della radio. Nella norma è la qualità della conversazione in vivavoce, che permette di parlare agevolmente anche a qualche metro di distanza. Abbiamo usato la videocamera anteriore e posteriore per scattare foto e filmati e bisogna dire che la qualità di quella posteriore da 13 megapixel è ottima, anche se la messa a fuoco non è propriamente velocissima mentre quella frontale è da 8 megapixel ed è più che sufficiente per selfie e chiamate in Skype.

Grazie all'ampia disponibilità di memoria non abbiamo avuto problemi nell'immagazzinare parecchi minuti di registrazione, audio e video, a 1920x1080 a 30 frame al secondo, anche in HDR. La batteria è da 3000 MH ed è riuscita a durare una trentina di ore con un utilizzo sporadico, navigazione e un paio di telefonate da cinque minuti. Con un uso intensivo tra navigazione, telefonate e filmati o foto a ripetizione, è diventato piuttosto complicato arrivare a dodici-quindici ore di durata completa. Per gli avidi utilizzatori di smartphone abituati a rimanere fuori casa per giornate intere difficilmente il PET riuscirà ad arrivare a sera senza una ricarica extra. Ma con un utilizzo normale non ci sono grossi problemi a fargli fare un ciclo d'utilizzo giornaliero completo.

Le dimensioni sono importanti ma il peso non è eccessivo: anche lo spessore è molto contenuto e non crea problemi d'impugnatura se non a chi ha le mani molto piccole.

Il vantaggio del PET non risiede tuttavia nelle sue specifiche tecniche, simili a quelle di altri cellulari di questo genere, ma nel cercare di riproporre la spiccata vocazione al gioco dei computer Commodore. Andando a spulciare nel sottomenu principale si trovano due emulatori molto noti agli appassionati ovvero l'Uea4all e il ViceC64, precaricati e pronti all'uso. Si tratta di varianti degli originali personalizzate per l'uso con il PET, in particolare nella schermata iniziale e in alcune configurazioni legate allo schermo e all'interfaccia touch.

Per evitare problemi di licenze non ci sono ROM precaricate e questo è un po' un peccato, visto che non sarebbe stato male avere subito a disposizione un pacchetto dei migliori titoli Amiga e C64. Poco male, visto che è bastato scaricare alcune ROM per vedere come se la cavava il telefono nell'emulazione e sotto questo punto di vista non abbiamo avuto grossi problemi.

Per Amiga abbiamo scaricato Turrican 2, Gods e The Secret of Monkey Island, mentre per Commodore 64 classici del calibro di Bubble Bobble, The Sentinel e Impossibile Mission 2. Non tutti sono partiti al primo colpo ma cercando versioni 'alternative' siamo riusciti a giocarli tutti senza grossi patemi e con ottime prestazioni senza nemmeno modificare le specifiche di base dell'emulatore, segno che la configurazione iniziale è stata ben eseguita. Entrambi gli emulatori hanno il loro sistema di controllo touch a schermo che non funziona in modo impeccabile, in particolar modo per quanto riguarda le direzioni.

L'Elvin realizza per voi l'unboxing del PET.Guarda su YouTube

Per migliorare l'esperienza di gioco abbiamo tirato fuori dal nostro magazzino una vecchia conoscenza della sezione hardware che avevamo recensito a suo tempo, il Mad Catz C.T.R.L. ed ovviamente la situazione è cambiata radicalmente, riuscendo a gestire bene sia i titoli che supportavano il joystick, sia quelli più adatti al mouse come Lemmings, anche se abbiamo dovuto perdere un po' di tempo ad adattare le configurazioni, in particolare quella della levetta analogica.

A preparazione conclusa ci siamo trovati tra le mani, letteralmente, un Commodore 64 e un Amiga portatili che ci hanno permesso un bel tuffo nel passato per un paio di pomeriggi di divertimento retro. Siamo infatti stati in grado di trasmettere lo schermo dello smartphone su un televisore dotato di supporto Miracast ed è stata un'emozione non da poco veder girare su un pannello in Full-HD i pixel sgranati di Bubble Bobble e quelli decisamente più brillanti di Gods.

Come valutare quindi questo Commodore PET, considerando anche il prezzo di 349 euro cui viene proposta al pubblico la versione da 32 GB? Molti hanno criticato il fatto che si tratta di un rebrand ma in realtà Il Commodore PET è un buon smartphone, caratterizzato da valide prestazioni e parecchie funzionalità interessanti, in particolare il supporto dual-sim e la possibilità di trasmettere su schermi compatibili con Miracast quello che viene visualizzato sul display. Difficilmente chi cerca un dispositivo mobile Android da 5.5 rimarrà deluso, anche se la batteria in affanno a fine giornata potrebbe creare qualche problema agli utilizzatori intensivi.

Le cuffie sono a cancellazione di rumore e svolgono un buon lavoro sia nell'ascolto di musica sia nelle conversazioni telefoniche.

Ciò che manca a questo smartphone, almeno per il momento, è però la personalità di un prodotto Commodore, che emergerebbe da un sistema operativo dedicato capace di proporsi come una valida alternativa allo strapotere di Android e iOS. È tuttavia facile capire che nessun imprenditore potrebbe imbarcarsi oggi nell'impresa di sviluppare un nuovo OS mobile per competere con gli standard del settore.

Una versione Android 'amighizzata' nelle icone e nella gestione dei menu potrebbe essere allora un ottimo punto di partenza ma la vera killer application sarebbe sicuramente l'inclusione nel pacchetto di un piccolo joypad Bluetooth già integrato con gli emulatori per iniziare a giocare "out of the box". Ciò permetterebbe di aggirare senza fatica l'uso del tutto impreciso dei controlli touch che rendono i videogame difficilmente fruibili se non con tanta pazienza o affidandosi a dispositivi esterni come abbiamo fatto noi.

Per quello forse dovremo aspettare nuove versioni di questo prodotto e da appassionati ci auguriamo vivamente di veder riemergere dalle ceneri un marchio che ha fatto la storia del gaming, anche se in un settore completamente diverso dall'home computer. Il fatto che a riuscirci potrebbe essere un'azienda italiana, sarebbe solo la ciliegina sulla torta.

7 / 10

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.
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