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Bravely Second - recensione

Un eccellente JRPG nel solco della tradizione.

Pur non eguagliando Bravely Default, Bravely Second è un eccellente JRPG dedicato a chi è cresciuto coi grandi classici del genere.

Per gli amanti dei JRPG vecchio stampo, Bravely Default è stato senza ombra di dubbio uno dei migliori titoli degli ultimi anni, forte di una realizzazione artistica eccezionale, di una trama eccellente e di un gameplay che ha saputo tradurre in modo superbo le migliori meccaniche del passato, senza però rinunciare a rinnovarle con un tocco di modernità.

Dopo una lunga attesa arriva finalmente in Europa Bravely Second, seguito dell'acclamato gioco di ruolo di Square Enix, pronto a tenere ancora una volta gli appassionati incollati per ore al piccolo Nintendo 3DS. E una volta accesa la console, bastano pochi istanti per sentirsi nuovamente a casa. Una breve introduzione illustrata descrive gli avvenimenti accaduti in Bravely Default, per poi catapultarci più di due anni dopo gli eventi del primo capitolo, nel bel mezzo di un combattimento contro un misterioso uomo mascherato.

Lo scontro, naturalmente, finisce nel peggior modo possibile, e qualche ora dopo essere stato abbattuto il povero Yew Geneolgia si risveglia nella sua casa, per scoprire che la bella Agnes è stata rapita. Pochi minuti dopo aver premuto il tasto start si ha la sensazione di non aver mai finito Bravely Default, visti i numerosi punti di contatto tra Second e il suo predecessore.

L'ottimo sistema di combattimento è rimasto quasi completamente invariato, e ruota attorno alla gestione dei Punti Battaglia che regolano il flusso delle azioni durante le sfide a turni. Ogni azione dei personaggi consuma un punto battaglia (o più di uno, nel caso di determinate abilità), e all'inizio di ogni turno i membri del party ottengono un punto battaglia da investire a piacimento.

Molte ambientazioni sono state riciclate da Bravely Default, ma quelle nuove sono all'altezza delle aspettative.

La cosa interessante, che ha reso celebre il combat system di Bravely Default, è che attraverso l'uso dei comandi Default (utile per difendersi e accumulare punti battaglia per il turno seguente) e Brave (per aumentare il numero di azioni che possono essere eseguite, spendendo punti battaglia o andando in difetto per qualche turno), è possibile gestire le forze dei vari personaggi in modo strategico, difendendosi nei momenti difficili e attaccando senza remore alla prima apertura.

Questa dinamica torna anche in Bravely Second, accompagnata anche dalla possibilità di usare i PS per fermare il tempo attraverso la meccanica che dà il nome a questo nuovo gdr di Square Enix. Le uniche modifiche nei combattimenti riguardano la possibilità di registrare tre set di azioni da eseguire nella modalità automatica, e alcune comode scorciatoie da sfruttare per snellire l'inserimento dei comandi durante gli scontri.

A parte questo, tutto ciò che avete amato di Bravely Default torna anche in Second, accompagnato da una nuova storia, ambientazioni inedite, nuove classi (associate ai soliti asterischi e legate a un gran numero di abilità da imparare accumulando esperienza) e numerosi personaggi superbamente doppiati e caratterizzati.

Pur essendosi rivelata appassionante e ben scritta, la storia di Bravely Second ci ha regalato meno emozioni rispetto a quella del precedente episodio, in parte per via di una parziale perdita di identità dell'affascinante mondo di gioco, in parte per i toni fin troppo leggeri, nonostante la cupezza degli argomenti trattati.

Rispetto a quanto avevamo visto in Bravely Default, Luxendarc è ora un posto profondamente immerso nelle tradizioni giapponesi, perdendo così parte del fascino fantasy occidentale che tanto lo aveva caratterizzato nell'avventura originale. Tra terme, riferimenti scolastici e pietanze nipponiche parte del fascino del capitolo originale è stata diluita. A questo si aggiunge una vena comica un po' troppo accentuata, che a volte stride con l'importanza degli avvenimenti raccontati. Vi basti pensare che tutti i soldati dell'esercito del Kaiser contro cui si combatte si concedono battute, scherzi e freddure non sempre riuscite.

Alcuni dei nuovi personaggi sono caratterizzati particolarmente bene. E i dialoghi che precedono gli scontri sono fantastici!

Per via della scelta di mantenere il medesimo mondo di gioco già abbondantemente esplorato in Bravely Default, in Bravely Second capita spesso d'imbattersi in personaggi già noti (due dei quali fanno perfino parte del party) e, soprattutto, di ritrovarsi nuovamente nelle medesime ambientazioni, affrontando le stesse creature del precedente episodio.

Giocando questo titolo si prova spesso un senso di déjà-vu, diverso da quello vissuto con i vari capitoli di Final Fantasy (dove al di là di qualche citazione e di un bestiario storico, il resto era sempre tutto ricreato da zero) e che potrebbe smorzare l'entusiasmo del giocatore.

Nonostante queste scelte, tuttavia, i programmatori sono riusciti a creare un gioco di ruolo appassionante, magari non all'altezza del suo predecessore ma comunque superiore a molti dei JRPG attualmente in circolazione. I combattimenti sono sempre tattici, profondi ed emozionanti, e la possibilità di chiamare in aiuto gli amici (già sperimentata con successo in Bravely Default) contribuisce a movimentare le cose.

Pur non essendo epica come la viziosa guerra di potere politico e religioso narrata nel precedente episodio, la storia della famiglia Geneolgia di cui fa parte Yew, il protagonista, è in grado di tenere incollati allo schermo, complice anche l'ottimo sviluppo dei personaggi che si muovono all'interno del copione. Perfino alcune figure negative di Bravely Default fanno il loro ritorno per potersi in parte redimere, mostrando lati inediti del loro carattere e aggiungendo un ulteriore livello alla loro già ottima caratterizzazione.

Tra le novità rispetto al passato, in Bravely Second troviamo gli accampamenti, che in pratica rappresentano una versione più curata e articolata delle conversazioni tra i membri del party. I dialoghi attivabili tramite la pressione del tasti Y in alcune circostanze specifiche sono ancora presenti, ma ad essi si affiancano le scenette animate e doppiate a cui è possibile assistere dopo aver parlato con le volpi sparse per il mondo di gioco.

Si tratta di un'aggiunta di poco conto all'interno di un contesto già perfetto in partenza, ma alcune delle scenette così mostrate sono piuttosto godibili, e permettono di tirare il fiato e rilassarsi un po' prima degli scontri con i boss di turno.

Per sviluppare adeguatamente tutte le classi è necessario un bel po' di grinding, oltre all'uso degli scontri multipli in caso di vittoria al primo turno.

Direttamente da Bravely Default torna anche il mini-gioco gestionale che nel titolo precedente riguardava la ricostruzione del villaggio di Tiz. In questo caso, però, a dover essere ricostruito e opportunamente ampliato (sempre tramite l'aiuto degli amici registrati manualmente o incontrati via Street Pass) è l'insediamento di Fort-lune da dove proviene Magnolia.

Se avete giocato la demo distribuita gratuitamente pochi giorni fa (se non l'avete fatto, recuperate al più presto) avrete incontrato il Ba'al, una delle creature che minacciano la Luna. Questi mostri possono essere combattuti approfittando dell'aiuto garantito dalle navi spaziali realizzate proprio nell'insediamento in via di ricostruzione.

Restaurando Fort-lune si ottengono parti con cui creare nuove mosse speciali, tecniche segrete da sfruttare in combattimento e nuovi oggetti da acquistare presso il personaggio che si incontra nei dungeon prima dei boss, dove si può riposare e salvare il gioco.

La parte più divertente di Bravely Default era sicuramente quella legata all'acquisizione e all'apprendimento delle varie classi presenti nel gioco. In questo nuovo episodio le classi sono state completamente riviste, e mentre alcune sono semplici rivisitazioni di quelle incontrate in passato, con meccaniche simili e un miglior bilanciamento generale, altre sono del tutto inedite. La nostra preferita tra le new entry è senza ombra di dubbio quella del Cocchiere, che permette di equipaggiare armi anche in slot dove normalmente andrebbero piazzate parti dell'armatura, aumentando inoltre la compatibilità con le varie tipologie di armamenti nel bel mezzo dei combattimenti.

Ogni classe è caratterizzata dal proprio costume, sia in versione maschile che femminile, e garantisce una serie di abilità speciali a cui può essere affiancata una voce ulteriore appartenente a classi differenti. Il sistema è identico a quello di Bravely Default, e funziona ancora oggi in modo egregio. Per ottenere le varie classi è necessario recuperarne l'asterisco sconfiggendo il suo proprietario. Alcune professioni sono associate ai boss da affrontare nel corso dell'avventura, mentre altre sono legate a una serie di quest secondarie da giocare nei panni di Edea.

Le mosse speciali possono essere potenziate e personalizzate come nel primo episodio. Non c'è niente di meglio che inviare a un amico il proprio devastante attacco segreto, con tanto di nome altisonante.

Nella maggior parte dei casi queste storie sono piuttosto leggere, ma costringono il giocatore a scegliere una delle due fazioni coinvolte, potendo quindi ottenere solo alcuni degli asterischi in palio. Fortunatamente esiste il modo di recuperarli tutti e, per la gioia di chi è rimasto deluso dalla ripetitività dell'ultima parte di Bravely Default, sappiate che non è necessario rigiocare più e più volte le stesse sequenze.

Tecnicamente parlando le differenze tra Bravely Second e il suo predecessore sono davvero poche. Sul fronte grafico e artistico ci troviamo ancora di fronte a un ottimo lavoro, con ambientazioni meravigliosamente progettate e spesso paragonabili a piccole opere d'arte impressioniste popolate da personaggi poligonali in stile super deformed.

Una menzione speciale la meritano i filmati introduttivi dei vari capitoli e i video interattivi in cui è necessario muovere la console per seguire l'azione attraverso la telecamera. Si tratta di graditi tocchi di classe che non possono che far piacere.

La ciliegina della torta è rappresentata dal comparto sonoro, visto che questa volta è finalmente possibile selezionare la traccia audio giapponese per godersi lo splendido (e sempre azzeccatissimo) doppiaggio originale. Tutti i testi, dai menu ai dialoghi, sono stati invece adattati in italiano con scelte stilistiche che ben si sposano con le atmosfere del gioco.

Anche la colonna sonora si assesta su livelli altissimi, proponendo brani variegati e alcuni dei temi più belli che ci sia capitato di ascoltare durante gli scontri con i boss. Credeteci se vi diciamo che proprio per la qualità della colonna sonora in alcune occasioni sarete quasi tristi, dopo aver inflitto il colpo di grazia a un nemico.

Se siete appassionati di JRPG e avete un Nintendo 3DS, dovete assolutamente giocare Bravely Second ma non prima di aver recuperato l'eccellente Bravely Default, superiore sotto diversi punti di vista. In questo modo non solo vi godrete meglio la storia (questo episodio è pieno di riferimenti all'avventura precedente), ma giocherete due dei titoli per cui vale davvero la pena acquistare la portatile di Nintendo.

8 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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