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Nights of Azure - recensione

A caccia di demoni per impedire il calare della notte eterna.

Gust, sviluppatore noto principalmente per la longeva serie di RPG a turni Atelier, torna sulla scena europea cambiando leggermente genere con Nights of Azure, action JRPG per PlayStation 4, già disponibile in Giappone dallo scorso ottobre con il nome di Yoru no Nai Kuni ("The Land Without Night"). Nel processo di localizzazione, il publisher Koei Tecmo non ha considerato le versioni PS3 e PS Vita, come spesso accade ultimamente per molti porting di JRPG.

Nights of Azure è ambientato nel XIX secolo, in un regno chiamato "Ruswal", sotto la costante minaccia del ritorno del "Signore della Notte" che, nella sconfitta che subì nella lotta con i cavalieri de "La Curia" 800 anni addietro, sparse ovunque il suo sangue azzurro, che contaminò chiunque ne venne a contatto. Tutti gli umani che furono toccati anche da una singola goccia della linfa blu si tramutarono in demoni.

Proprio questi demoni, chiamati Fiend, ora infestano ogni notte il Regno di Ruswal e come conseguenza gli abitanti sono costretti a rinchiudersi in casa prima del calare delle tenebre. Ma il Signore della Notte non è stato sconfitto per sempre, e si appresta a tornare. Questa eventualità sarà possibile solo quando la notte calerà eternamente. A contrastare i suoi malefici piani però si oppone nuovamente la Curia, tramite un'azione combinata di cavalieri, che cacciano i demoni ogni notte, e preti e sacerdotesse che purificano il sangue azzurro raccolto in battaglia dai cavalieri.

Arnice è legata da un profondo affetto alla fragile Lilysse, e la difenderà ad ogni costo.

Protagonista del gioco è la bella Arnice, cavaliere della Curia dotata di una rara particolarità: è stata contaminata dal sangue azzurro senza però tramutarsi totalmente in demone e diventando un mezzo-sangue, fatalità che l'ha però dotata di poteri unici che la renderanno il migliore agente della Curia. Arnice viene inviata a Ruswal, dove rincontra Lilysse, sua ex compagna di scuola che "ufficialmente" lavora adesso come cameriera all'Hotel Ende, alloggio che diventerà la base operativa di Arnice.

Dopo un iniziale entusiasmo per il ritrovamento dell'amica, Arnice affronterà un profondo stato di turbamento quando la stessa Lilysse le rivelerà che è anch'essa coinvolta nella lotta al Signore della Notte, essendo una delle sacerdotesse scelte dalla Curia ogni dieci anni per scongiurare il ritorno in vita del temibile nemico. La storia avrà il suo punto cardine su queste vicende, dipanandosi tra un delicato affetto che lega le due ragazze (velatamente saffico) e la grave missione a cui entrambe sono predestinate.

Passando ad analizzare il gameplay, Nights of Azure si presenta come un action RPG in cui controlleremo Arnice, muovendoci attraverso una mappa che darà accesso a diverse aree da esplorare a caccia di demoni. Per combatterli, avremo inizialmente a disposizione come "strumenti del mestiere" una grossa spada e dei Servan, demoni companion contaminati dal sangue azzurro, al nostro servizio e dotati di speciali poteri. Ve ne saranno di tre tipi: di attacco, di supporto e di difesa. Per evocarli sarà necessario un quantitativo specifico di punti SP che figurano nella barra di stato di Arnice.

Una volta evocati, essi si muoveranno autonomamente sul campo e attaccheranno i nostri nemici: sarà possibile impartire loro comandi specifici, elemento che aggiunge un lieve aspetto strategico, e acquisiranno nuove abilità e tecniche salendo di livello con l'esperienza accumulata. Da questo punto di vista, l'impostazione di gioco ricorda vagamente Castlevania: Curse of Darkness, titolo uscito una decina di anni fa su PS2, visto che anche nel gioco di Konami vi erano dei companion di diversi tipi che ci aiutavano nella lotta e salivano di livello insieme al protagonista, e come non fare caso poi alla presenza di un NPC di nome Alucard?

I Servan si ottengono dalle rispettive carte. Vanno attivati, equipaggiati e portati in battaglia, e potrete schierarli a gruppi di 4.

La componente ruolistica è abbastanza sviluppata. Una volta sconfitti, i nemici lasceranno come loot denaro, gocce di sangue blu, artefatti, e modificatori temporanei di statistiche. Le gocce di sangue hanno vari possibili utilizzi: possono essere spese per comprare oggetti in speciali negozi, o per potenziare le statistiche di Arnice, e persino per attivare nuovi Servan. Questi ultimi infatti sono presenti in grande numero e varietà, e se ne potranno collezionare fino a 250, fermo restando che in battaglia se ne potranno schierare solo quattro contemporaneamente.

Come dicevamo prima, la nostra base è l'Hotel Ende. Qui si svolgerà gran parte della storia, caratterizzata da dialoghi anche abbastanza profondi tra Arnice, Lylisse e vari NPC, dialoghi rigorosamente in giapponese sottotitolati in inglese, visto che il publisher non ha contemplato l'italiano, elemento che va tenuto fortemente in considerazione data la natura molto verbosa di questo JRPG.

All'Ende potremo potenziare le nostre statistiche spendendo le gocce di sangue blu, comprando oggetti di equipaggiamento per noi e per i Servan e, cosa forse più importante, potremo farci affidare le innumerevoli missioni secondarie. Ve ne saranno sia di semplici (utili ad accumulare denaro e potenziamenti), che di abbastanza articolate e comprensive di elementi narrativi, da non trascurare per scoprire diversi retroscena sulla storia.

Passando ad analizzare in dettaglio il battle system, bisogna dire subito che i nemici non sono così irresistibili e, se non fosse per il fatto che avremo bisogno di sconfiggerli per ottenere le gocce di sangue e gli artefatti, si potrebbe in molti casi evitare di fermarsi a combattere nei forse troppo frequenti incontri casuali. I nemici si presentano sempre in gruppo, ma in molti casi si potrà evadere lo scontro semplicemente correndo (visto che ci inseguono, ma sono più lenti di noi).

Ecco Arnice trasformata in una delle forme disponibili.

Questo è davvero un peccato, poiché il sistema di progressione del personaggio e dei Servan è veramente interessante e ben curato nei dettagli. Arnice, essendo un mezzo-sangue, potrà trasformarsi in creature potenti, che variano a seconda dell'arma che sta utilizzando in quel momento (si parte con la spada ma ve ne sono diverse da collezionare). La trasformazione potrà essere eseguita riempiendo la barra apposita, più o meno velocemente in base a fattori quali la quantità di gocce di sangue raccolte e l'esecuzione di combo a catena.

Le trasformazioni sono interessanti ma scopriremo presto che saranno utili solo per sconfiggere i boss, che non sono nemmeno poi così difficili una volta che ci saremo trasformati. Ogni boss ha una sua debolezza e una trasformazione sarà più utile di un'altra in base alle vulnerabilità, ma visto il loro livello di difficoltà, a volte non sarà nemmeno necessario applicarsi in questi dettagli per sconfiggerli.

Se a questo si aggiunge il fatto che Gust non ha introdotto livelli di difficoltà multipli, è facile che gli appassionati del genere rimangano un po' delusi dalla mancanza di sfida offerta dallo scenario principale e dalle missioni secondarie. A salvare parzialmente questa situazione vi è fortunatamente la presenza di un'arena, in cui Arnice potrà cimentarsi in varie sfide dal coefficiente di difficoltà sempre crescente e con regole ogni volta diverse: ad esempio alcune volte bisognerà combattere usando esclusivamente i Servan, o trasformarsi prima che scada il tempo, e via dicendo. Queste sfide, se completate, restituiranno ricompense più o meno laute in base ai risultati ottenuti.

Dal punto di vista tecnico, il gioco ha un'impronta tipicamente ispirata agli anime. Gli scenari non sono molto complessi e si nota che lo sviluppo è stato pensato per adattarsi anche alle console minori PS3 e PS Vita (versioni non disponibili in occidente). Nonostante ciò, vi sono però alcune incertezze in scene concitate di battaglia con molti nemici ed effetti su schermo, in cui il frame rate cala visibilmente rispetto ai consueti 60 fps. Abbiamo notato inoltre un pop-up abbastanza fastidioso, che appare abbastanza immotivato vista la ridotta complessità degli scenari, elemento che se unito a una distanza visuale ridotta e alla più che adeguata potenza hardware di PS4, fa sospettare di uno sviluppo con limiti di budget o un po' frettoloso.

Nei combattimenti con i boss sarà fondamentale uno strategico ed equilibrato utilizzo dei Servan.

Le texture tuttavia sono abbastanza pulite, così come lo stile grafico dei personaggi. Una cosa che abbiamo gradito particolarmente è stata la colonna sonora, veramente ben curata e piacevole, che gli amanti degli RPG poetici e dal tono romantico non potranno che apprezzare (il tema principale al piano si potrebbe ascoltare per ore senza stancarsi).

Alla luce di quando detto, Gust ha prodotto sicuramente un titolo dotato di potenziale e nel complesso piacevole, soprattutto per gli amanti dei JRPG con una storia profonda. I difetti evidenziati sopra, però, lo rendono un'occasione sprecata, che manca di quell'adeguata difficoltà che in questi casi è sempre utile a rendere l'esperienza di gioco più avvincente e appagante. Da non sottovalutare poi la mancanza dei sottotitoli in italiano, per molti un elemento imprescindibile. Per questi motivi, consigliamo l'acquisto a prezzo pieno ai soli amanti del genere, o a chi è in cerca di un prodotto con una trama ricca di pathos e umorismo tipicamente in stile giapponese.

7 / 10

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Marco Procida

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