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PS4 Neo: chi ci guadagna e chi ci perde - editoriale

Potenziale e rischi di un'operazione senza precedenti nella storia recente della games industry.

Ormai l'arrivo della nuova PlayStation 4 Neo sembra praticamente sicuro: sebbene manchi ancora la conferma ufficiale da parte di Sony, circolano troppe informazioni dettagliate, provenienti da troppe fonti diverse, perché possa davvero trattarsi di una colossale "bufala".

Al di là di quelli che saranno gli effettivi dettagli finali, che potrebbero ancora riservare qualche sorpresa, possiamo dunque cominciare a porci qualche domanda strategica su cosa abbia spinto Kaz Hirai e soci a lanciarsi in questa nuova avventura, per molti versi inedita, molto ambiziosa e rischiosa al tempo stesso.

Dopotutto, Sony è saldamente in controllo di questa generazione di console: le vendite di PS4 dominano con regolarità le classifiche, la soddisfazione degli utenti è in generale piuttosto alta e il gap tecnologico nei confronti di Xbox One si è ormai mostrato con una certa evidenza, rendendo ancor meno necessario (almeno all'apparenza) l'upgrade hardware a cui stiamo per assistere.

Inoltre, la prima reazione del pubblico alla scoperta del progetto PS4 Neo non è stata propriamente positiva. Soprattutto di un certo pubblico, quello più attivo e appassionato, che commenta nei forum su Internet e fa sentire la propria voce. Come ben sappiamo si tratta di una fetta piuttosto circoscritta del mercato, la cosiddetta vocal minority che a volte appare (o si ritiene) più importante e rappresentativa di quanto non sia in realtà.

Ascoltare l'opinione dei fan è importante, ma avere il coraggio di innovare contro le resistenze del mercato lo è altrettanto.

Di certo non si può recepire automaticamente ogni suo capriccio o malumore ma è innegabile che abbia comunque il suo peso: è anche in seguito alla forte reazione delle comunità online, ad esempio, che Microsoft cambiò i propri piani riguardo le politiche di Xbox One. Perché, dunque, Sony dovrebbe rischiare di far imbufalire i suoi fan annunciando un progetto totalmente inaspettato e di cui, apparentemente, nessuno sentiva l'esigenza?

In un libro intitolato The Innovator's Dilemma, Clayton Christensen, professore ad Harward, affronta una questione molto simile a quella che ci si presenta oggi. La sua conclusione è che le grandi aziende spesso devono innovare anche andando contro a quelli che sono i desideri e le aspettative del proprio pubblico di riferimento, perché non sempre il pubblico sa realmente quello che vuole o non vuole, e soprattutto non è in grado di ragionare su ciò che è meglio per il futuro. Limitarsi a recepire semplicemente le indicazioni del mercato, senza mai sorprendere o scontentare nessuno, è una strategia troppo conservativa che a lungo termine può portare alla stagnazione e al fallimento.

In questo caso, sembra che Sony abbia seguito alla lettera il consiglio. Guardiamo alla sua attuale situazione: certo, una fotografia statica del mercato mostra il netto controllo sul settore console. Ma osservando le cose in prospettiva futura, si nota che il suo principale competitor (Microsoft) si stia muovendo in molte direzioni, anch'esso con l'obiettivo di perseguire l'innovazione a rischio di scontentare i propri fan. Il tentativo di "fusione" tra l'ambiente Xbox e quello PC, messo in opera attraverso il progetto della Universal Windows Platform e la notevole emorragia di esclusive che ha caratterizzato finora Xbox One, ne è la dimostrazione più significativa e lampante.

Microsoft, in sostanza, sta usando a suo favore una grossa leva (la proprietà contemporanea di un'importante console e dell'ambiente PC più diffuso in ambito consumer) per trovare uno spazio di unicità, differenziare la propria offerta e offrire più scelta ai consumatori.

Sony dovrà garantire che i nuovi giochi siano ottimizzati anche per la 'vecchia' console, altrimenti darà ragione a chi adesso è critico nei confronti dell'operazione PS4 Neo.

Chiunque conosca il mercato moderno sa quanto la parola "scelta" sia fondamentale: in ogni ambito industriale e commerciale (dall'abbigliamento all'automotive), offrire più opzioni di personalizzazione e dare all'utente la possibilità di acquistare un prodotto che rispecchi esattamente le sue esigenze, è una chiave importantissima per il successo. Persino Apple, l'azienda storicamente più incline ad adottare l'approccio inverso ("io conosco i miei utenti e offro loro un unico prodotto, perfetto per le loro esigenze") ha recentemente capitolato, ampliando la propria offerta e proponendo ben tre modelli differenti di iPhone: versione standard, "plus" con schermo maggiorato e ora la più piccola ed economica edizione SE.

Vista sotto una tale ottica, l'introduzione della PlayStation 4 Neo assume tutto un altro significato. Non possedendo una piattaforma "alternativa" su cui espandersi (come il PC Windows per Microsoft), Sony ha perseguito quella che forse era l'unica strada a sua disposizione per offrire più scelta la pubblico: lanciare un nuovo hardware compatibile al 100% con la vecchia PS4, ma in grado di rappresentare un'esperienza diversificata e personalizzata, per venire incontro alle esigenze di una fetta di pubblico ancora più ampia.

Non bisogna dimenticare, infatti, che sebbene PS4 abbia venduto una quantità significativa di unità, la porzione di mercato che tuttora resta da conquistare è molto corposa. In particolare, conosciamo bene la forte crescita (anche dal punto di vista economico) vissuta in questi anni dal gaming hardcore su PC, un settore incentrato su temi come la performance e la customizzazione, che fino ad oggi nessuna console di questa generazione ha potuto (o voluto) contendere, e che ora Sony sembra intenzionata a intercettare.

Perché, allora così tanti utenti al momento si dichiarano infastiditi (o addirittura oltraggiati) dal lancio di una PS4 rivista e potenziata? Il pubblico è certamente emotivo e a volte capriccioso, ma dietro alle sue reazioni e insoddisfazioni c'è sempre una base di razionalità. Cerchiamo di capirla.

Il gaming su PC è cresciuto molto negli ultimi anni. Se ne sono accorti tutti: Microsoft sta cercando di controllarlo attraverso la Universal Windows Platform, Sony di fargli concorrenza con la PS4 Neo.

Una prima (e legittima) preoccupazione è quella che, col lancio di una nuova macchina più potente, il software finisca per essere ottimizzato per quest'ultima e per zoppicare sul vecchio modello. Questo, chiaramente, sarebbe un grosso errore da parte di Sony, che dovrà tenere sotto ferreo controllo gli sviluppatori, assicurandosi che tutto continui a filare liscio anche su PS4 base. Nel caso ciò non avvenga, va da sé che le proteste del pubblico sarebbero più che motivate. Fatta salva quest'eventualità, però, chi attualmente possiede una PS4 e ne è pienamente soddisfatto non sarà in alcun modo danneggiato dal lancio della nuova versione "Neo", in quanto la sua esperienza corrente non cambierà in alcun modo.

Ovviamente, c'è anche il punto di vista economico da affrontare. Soffermandosi su questo aspetto specifico, si può sostenere che dall'uscita di un nuovo e migliorato hardware risulti "danneggiato" chiunque abbia acquistato una PS4 nell'immediato di queste ultime settimane: comprare qualcosa che si trasforma subito in un prodotto "vecchio" non fa mai piacere. Se una PS4 fino a ieri valeva circa 350 euro, oggi che il mondo attende il lancio della PS 4.5 quel valore potrebbe ridursi, sminuendo in un certo senso l'investimento effettuato (cosa che pesa soprattutto a chi è più attento al budget e vuole ottenere il massimo in termini di valore dai propri acquisti).

Tutto questo, però, fa parte dei rischi intrinseci di un mercato come quello odierno, in cui le innovazioni tecnologiche e i nuovi prodotti si susseguono con ritmi sempre più frenetici. Pur empatizzando con chi si trova nella situazione sopra descritta, non credo che questi motivi siano sufficienti a trasformare la nuova iniziativa di Sony in una mossa sconsiderata, anti-consumer e nociva per il mercato.

Ovviamente resta da valutare con attenzione anche la posizione degli sviluppatori, che al momento non sembrano entusiastidi una novità che inevitabilmente comporterà un doppio lavoro da parte loro, introducendo un certo livello di frammentazione nell'ambiente console.

Un bundle con PS4 Neo e PS VR potrebbe essere il miglior biglietto d'ingresso per la Realtà Virtuale, con le giuste performance al giusto prezzo, rispetto alle costose alternative PC.

Anche al netto delle criticità, però, il potenziale di questa nuova sfida resta molto interessante. Innanzi tutto l'introduzione di una nuova versione di PS4 comporterà quasi certamente una riduzione di prezzo per il vecchio modello, che potrebbe scendere al di sotto della soglia dei 300 euro e rappresentare un nuovo "entry level" per la current-gen, l'occasione perfetta per quei milioni di gamer che ancora non si sono lanciati in questa generazione per questioni di costi, e una chiara opportunità di crescita per Sony, che al tempo stesso potrebbe offrire sia la console più potente che quella più economica sul mercato.

A guadagnare dall'arrivo della PS4 Neo sono anche quei molti utenti che amano giocare comodamente dal divano ma non digeriscono i compromessi tecnici finora imposti da questa generazione di console (su tutti il limite dei 30fps, spesso anche instabili). Si tratta di una fascia di mercato che negli ultimi anni è migrata in misura significativa verso il gaming su PC e che ora Sony può tornare a recuperare.

Infine c'è chi desidera approcciarsi alla VR ma non vuole spendere i circa 2.000 euro attualmente necessari per assemblare un PC adeguato e comprare un Oculus Rift/HTC Vive: questi ultimi potrebbero approfittare di un eventuale bundle tra PS4 Neo e PlayStation VR per portare a casa un kit "economico" per la realtà virtuale. Di nuovo: una possibilità di scelta in più per il mercato.

In sostanza la possibile iniziativa di Sony da un lato stravolge e rinnega la tradizione di console intesa come hardware statico che sopravvive senza modifiche per un arco di 5/7 anni (cosa che di per sé mal dispone gli utenti più romanticamente legati ai ricordi del passato), ma dall'altro offre all'intero settore nuove occasioni di innovazione e crescita per il futuro, nel tentativo di evitare la pericolosa trappola della stagnazione (che, curiosamente, fa rima con "tradizione").

Questo, ovviamente, non significa che il successo sia garantito: arriverà solo se la progettazione e l'esecuzione saranno entrambe realizzate al meglio, e vista la delicatezza dell'operazione si tratta di un "se" ben ingombrante. Nel complesso, però, credo che il pubblico dei gamer dovrebbe salutare con entusiasmo la nuova iniziativa di Sony, che insieme alle direzioni recentemente intraprese da Microsoft non fa che rappresentare un mondo del gaming più che mai vivo, dinamico e disposto a ragionare in prospettiva futura.

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A proposito dell'autore
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Luca Signorini

Contributor

Luca gioca e scrive da quando ha scoperto le meraviglie del pollice opponibile. È giornalista ma soprattutto appassionato; non gli toccate Metroid, Stallone, i Black Sabbath e la carbonara e sarete suoi amici per sempre.

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