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Uncharted 4: Fine di un Ladro - recensione

Un nuovo capolavoro firmato Naughty Dog.

Se amate i bei giochi, le belle storie e i bei personaggi, non potete farvi sfuggire questo gioiello indimenticabile.

Qualche anno fa, su queste stesse pagine, abbiamo pubblicato la recensione di The Last of Us, un gioco meraviglioso rivelatosi essere il punto d'incontro perfetto tra cinema e videogioco. Con l'esclusiva PlayStation 3 successivamente approdata anche sulla nuova console di Sony, i Naughty Dog erano riusciti nell'impresa di raccontare una storia profonda, matura, interessante e per nulla scontata, senza però rinunciare a un gameplay ricco e corposo.

In tanti anni gli sviluppatori californiani sono cresciuti, maturando al punto tale da trovare l'equilibrio perfetto tra gameplay, narrazione e realizzazione tecnica. E con Uncharted 4 hanno dimostrato che The Last of Us non è nato per caso, e che quello è il livello qualitativo che il team è in grado di offrire.

La nuova avventura di Nathan Drake è stata scritta con l'obiettivo di dare una degna conclusione a una saga epocale che ha appassionato milioni di giocatori su due diverse piattaforme. Il protagonista di questa splendida epopea è entrato nel cuore di tutti coloro che hanno vissuto splendide avventure tra salti, scalate, sparatorie e scazzottate, incontrando personaggi solidi e sempre convincenti.

E come accade con tutte le leggende entrate nella storia, anche Uncharted e Nathan Drake ci salutano con un finale destinato a dividere il pubblico. In tanti anni Naughty Dog ci ha più volte dimostrato di non essere mai scontata, e anche in questo caso ha saputo sorprenderci e sorprenderà molti dei nostri lettori.

Vediamo come gira Uncharted 4 con questo gameplay trailer.Guarda su YouTube

In Uncharted 4 emerge con decisione la mano di Neil Druckmann. Il suo tocco è evidente in ogni dialogo, in ogni sguardo e nelle scene prive di azione in cui i personaggi vivono momenti semplici, rilassati, ma al tempo stesso carichi di sentimenti.

Nonostante il cambio netto di atmosfere da The Last of Us ad Uncharted 4, Druckmann è riuscito comunque a tirar fuori il cuore di ogni personaggio, ritagliando piccoli momenti di umanità estrema all'interno di un circo di emozioni da film d'avventura a tema piratesco. In questa cornice si sviluppa il rapporto tra Nathan e Samuel Drake, due fratelli separati bruscamente dai capricci della vita e ritrovatisi dopo anni per affrontare una meravigliosa avventura insieme.

La sceneggiatura è solida, avvincente e ben scritta, e risucchia il giocatore all'interno di un mondo vivido e reale. A questo si affianca una maniacale attenzione ai dettagli capace di rendere credibile anche la sequenza più spericolata.

Giocando Uncharted 4 viene quasi spontaneo chiedersi per quale motivo la sceneggiatura del quarto capitolo di Indiana Jones non sia stata affidata a questo eccellente gruppo di lavoro, in grado di convogliare in una generosa manciata di poligoni più emozioni di quante molti blasonati attori di Hollywood saranno mai in grado di comunicare al proprio pubblico.

In più di un'occasione Uncharted 4 vi lascerà a bocca aperta con le sue splendide inquadrature.

Alcuni dei temi trattati sono così intimi e personali che ciascun giocatore interpreterà le rispettive sequenze in modo unico, dandogli un peso e un significato legati alle esperienze vissute. Il genio di Druckmann è tutto qui, in quei brevi momenti capaci di trasformare Uncharted 4 in un'esperienza intima per ogni giocatore. Tutto ciò si sposa alla perfezione con un gameplay ormai rodato e ben riconoscibile, ma non per questo privo di interessanti novità.

L'intero bilanciamento tra fasi esplorative, platform, sparatorie e scazzottate, è stato rivisto con risultati eccellenti. I ritmi ora s'intrecciano alla perfezione con la narrazione, non rinunciando mai a dare il giusto spazio alla caratterizzazione dei personaggi o al coinvolgimento del giocatore.

Per l'intera durata dell'avventura Nathan e Samuel (ma anche gli altri personaggi che li accompagneranno) si (e ci) intrattengono con conversazioni di ogni genere, costruendo un rapporto in continua evoluzione dall'inizio alla fine dell'avventura.

Dopo essere stati separati per così tanto tempo i due fratelli hanno tantissime cose da raccontarsi, e non vedono l'ora di riprendere il loro rapporto da dove lo avevano bruscamente interrotto in passato. Ecco quindi che anche durante le arrampicate più spericolate, Nathan e Sam si scambiano battute divertenti, si punzecchiano, attirano l'uno l'attenzione dell'altro per indicare punti di interesse, con incredibile naturalezza.

Ormai con Naughty Dog parlare di differenze tra cinema e videogioco non ha davvero senso. Hanno creato l'ibrido perfetto!

Il tutto sostenuto da una regia sempre impeccabile, capace di creare il giusto ponte tra narrazione e gameplay. Naughty Dog dimostra ancora una volta di essere maestra nella creazione dell'ibrido perfetto tra film e videogioco, e sfrutta tutto ciò che è a sua disposizione per unire due linguaggi così diversi tra loro.

Ecco quindi che la battuta di un personaggio suggerisce da che parte andare o che il passaggio a volo radente di un variopinto pappagallo giustifica il movimento di camera che rivela gli appigli su una parete.

La maturazione ulteriore degli sviluppatori emerge anche dalla maggior libertà di movimento garantita al giocatore, che pur muovendosi lungo un percorso ben definito può ora seguire strade differenti.

In alcuni capitoli la libertà di movimento è davvero incredibile per un gioco di questo tipo, tanto che a tratti sembra quasi di essere alle prese con un open world. Si tratta comunque di una semplice illusione dettata dalla progettazione di ambientazioni più vaste, ma non per questo meno dettagliate.

La parte di avventura ambientata in Italia fa pensare in parte a 007, in parte a Mission Impossible.

Esplorando gli scenari di Uncharted 4 si rimane sempre affascinati dalla quantità e dalla qualità dei dettagli, anche negli angoli più nascosti e difficili da raggiungere. Alcuni scorci della Scozia o del Madagascar lasciano a bocca aperta, ma è nelle isole tropicali che si rimane davvero senza fiato, di fronte all'acqua cristallina, a piante di ogni genere e alla variopinta fauna locale.

Ogni dettaglio, anche il più piccolo, è stato realizzato con la massima attenzione, tanto che ci si ritrova spesso a prendere una strada apparentemente più lunga solo per raggiungere il punto ideale da cui godersi il panorama (magari trovando anche qualcuno degli immancabili tesori da collezionare).

Alla piena maturità della direzione artistica si affianca fortunatamente anche quella del game design, che garantisce un gameplay molto più fluido rispetto a quello dei precedenti episodi. Le scalate, in particolare, non sono mai state così divertenti, complici la distribuzione impeccabile degli appigli, la naturalezza dei movimenti e la possibilità di trovare più di una via con cui raggiungere la vetta.

A differenza di quanto accade in Assassin's Creed o in Tomb Raider, in Uncharted 4 le scalate sono appaganti e richiedono la giusta dose di attenzione. In più di un'occasione sarete costretti a tornare sui vostri passi per trovare una via migliore, magari sfruttando al meglio le opportunità offerte dal rampino o dal chiodo da roccia, che otterrete nella seconda metà dell'avventura.

Ecco come funzionano gli alleati nel multiplayer di Uncharted 4.Guarda su YouTube

Anche se le scazzottate e le sparatorie hanno mantenuto le stesse dinamiche dei capitoli precedenti (migliorando solo il bilanciamento generale nell'economia della narrazione), sono altri gli elementi che aggiungono la giusta dose di novità a un gameplay ormai rodato.

Le sessioni a bordo della jeep dotata di verricello, per esempio, sono davvero divertenti e spingono a esplorare con attenzione la vasta mappa di gioco a caccia di tesori e di aree nascoste. Il vero salto di qualità, tuttavia, si nota con le fasi stealth. Già presenti anche nei capitoli precedenti, in Uncharted 4 le sequenze in cui è possibile (ma non necessario) muoversi silenziosamente senza farsi notare dai soldati nemici raccolgono il testimone delle lunghe sessioni a nascondino coi clicker di The Last of Us.

Nathan e Sam possono infatti sfruttare l'erba alta per passare inosservati e, all'occorrenza, esibirsi in uccisioni silenziose degne di Ezio Auditore. Anche in questo caso l'IA dei nemici ignora i personaggi che accompagnano Nathan, ma a differenza di Ellie gli amici di Nathan tendono a mantenere un basso profilo, aiutando a mantenere quella sospensione di incredulità spesso rovinata in The Last of Us.

Per gestire al meglio le fasi stealth nelle aree più vaste, poi, è stata inserita la possibilità di marcare i nemici dopo averli individuati, per seguirne gli spostamenti anche una volta usciti dal proprio campo visivo. Si tratta di un'opzione decisamente utile che permette d'impostare strategie interessante e di cambiare approccio in base alle situazioni.

Potevano forse mancare gli enigmi? Ovviamente no, e pur non essendo mai troppo complessi fanno benissimo il loro dovere.

Ma Uncharted vuol dire anche enigmi, e pure da questo punto di vista il gioco si dimostra all'altezza delle aspettative, proponendo situazioni in cui è necessario combinare le incredibili doti atletiche di Nathan e la sua innata attenzione per i dettagli.

In più di un'occasione sarete costretti a consultare l'immancabile diario del protagonista alla ricerca di indizi con cui risolvere gli enigmi di turno. Gli appunti di Nathan sono sempre brillanti, e oltre a strappare più di un sorriso permettono di mettere insieme i pezzi dei numerosi puzzle che si incontrano lungo la strada.

Come avrete capito, quindi, Uncharted 4 offre un pacchetto completo e perfettamente bilanciato. C'è un'ottima sceneggiatura, ci sono personaggi tratteggiati con grande maestria e coerenza, ci sono i colpi di scena, c'è l'azione (tanta e di grande qualità), ci sono gli enigmi e c'è anche spazio per i sentimenti e per qualche riflessione personale.

Anche la longevità è decisamente elevata, visto che per finire la modalità single player abbiamo impiegato circa 13 ore, trovando più di metà dei tesori nascosti nelle ambientazioni. Il recupero di questi oggetti è indispensabile per sbloccare una vasta gamma di extra da sfruttare per rendere più interessante le run successive, tra modificatori e filtri grafici.

Alcune sequenze mostrano l'impronta inconfondibile di Neil Druckmann. È davvero impossibile non rimanere legati ai personaggi!

Tutto quello che abbiamo descritto fino a questo momento è accompagnato da una realizzazione tecnica impressionante, che pur con qualche sbavatura qua e là riesce in più di un'occasione a far sgranare gli occhi di fronte al televisore. Uncharted 4 gira a 1080p mantenendosi quasi sempre ancorato ai 30fps. Qualche calo c'è, ma non è mai tale da rovinare l'esperienza.

Basta fare un confronto tra i modelli poligonali della precedente trilogia rimasterizzata e questo nuovo capitolo della serie per rendersi conto del lavoro incredibile svolto da Naughty Dog. La varietà delle texture, l'ottima illuminazione e la grande qualità degli effetti particellari fanno il resto, incastonandosi in modo impeccabile nel telaio rappresentato dalla direzione artistica.

Nonostante il livello qualitativo eccellente, tuttavia, il comparto grafico di Uncharted 4 non è perfetto. In alcune sequenze si nota un uso leggero del dithering (soprattutto sui volti dei personaggi), e oltre ai già citati cali di frame rate abbiamo riscontrato qualche ritardo nel caricamento delle texture (solo in un paio di occasioni). Considerando l'impatto generale del gioco, tuttavia, si tratta di difetti davvero marginali, che non intaccano la qualità dell'esperienza.

Una volta spolpata a dovere la campagna single player ci si può dedicare al multiplayer, che pur non essendo il pezzo forte del pacchetto rappresenta un valido extra. Purtroppo i server non sono stati raggiungibili negli orari indicati da Sony, ma vale quanto scritto in occasione della nostra trattazione della beta multiplayer.

Il multiplayer è una gradevole aggiunta, e propone alcune idee interessanti. Il piatto forte di Uncharted 4, tuttavia, rimane l'incredibile single player.

Fermo restando che il suo successo dipenderà dalla risposta della community, rispetto ai passati episodi della serie questa volta la situazione è decisamente più dinamica e frizzante, complici le divertenti idee proposte dagli sviluppatori. In sostanza nelle partite multiplayer si sceglie la propria classe (dotata di equipaggiamento specifico) e si scende sul campo di battaglia per abbattere il maggior numero di nemici o per portare a termine l'obiettivo della modalità selezionata.

Per ogni uccisione e ogni tesoro raccolto si ottiene denaro che si può spendere durante la partita per utili potenziamenti, per l'arma pesante o per il seguace controllato dalla CPU da evocare per dare man forte alla propria squadra.

A seconda del seguace evocato si ottengono effetti specifici, con il cecchino che può essere letale se posizionato a difesa di lunghi corridoi, il medico che può curare o rianimare i compagni caduti o il micidiale assaltatore dotato di minigun.

A caratterizzare il multiplayer di Uncharted 4 sono i talismani, capaci di attivare poteri soprannaturali per supportare la propria squadra e il proprio personaggio, o per danneggiare o penalizzare gli avversari. Se usati con attenzione possono davvero essere letali e cambiare il corso delle partite.

Sony ci dà qualche consiglio per giocare bene in multiplayer.Guarda su YouTube

Per il momento il multiplayer di Uncharted 4 sembra piuttosto divertente e perfettamente in grado di compiere il proprio lavoro, ma per capire quante speranze abbia di ritagliarsi un posto tra l'agguerrita concorrenza dovremo attendere l'uscita del gioco e le reazioni della community.

Con questa nuova avventura di Nathan Drake i Naughty Dog consolidano ulteriormente la propria posizione nell'Olimpo degli sviluppatori PlayStation. La delicata impronta di Neil Druckmann emerge in ogni dialogo, negli sguardi, nei gesti e nel modo in cui i personaggi si pongono verso il prossimo, creando un'impalcatura emotiva solida e convincente, in particolar modo per chi ha già giocato i vecchi episodi della serie.

Tra la nostalgia, la malinconia, la voglia di non accantonare i sogni del passato e il terrore di perdere qualcosa di caro, Uncharted 4 vi accompagnerà attraverso un'avventura intensa e passionale che tutti, nessuno escluso, dovrebbero giocare.

9 / 10

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A proposito dell'autore
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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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