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BioShock: the Collection - recensione

Biglietto di andata e ritorno, da Rapture a Columbia.

BioShock è una delle serie che meglio ha saputo mantenere alti gli standard qualitativi nell'arco della trilogia di cui si compone. Cosa non semplice in un settore in cui i costi di sviluppo fanno presto a impennarsi e non c'è niente di più efficace di un seguito famoso per garantire una scorciatoia per le vendite.

Il titolo originale, BioShock (2007), merita ampiamente la definizione di 'capolavoro'; dalla presentazione assolutamente memorabile all'intera ideazione della narrativa, passando per il gameplay fitto di sorprese ed emozioni, 2K s'è meritata un posto nell'olimpo dei migliori dieci videogiochi di sempre, sicuramente nel genere, ma anche in assoluto.

Il seguito portava avanti, come una sorta di grande espansione, la narrativa dell'originale aggiungendo un punto di vista interessantissimo, quello dei Big Daddy, e un multiplayer sorprendentemente divertente. Dei tre è sicuramente il più debole ma siamo comunque, sempre, nell'ambito dell'eccellenza assoluta.

Rapture è, se possibile, ancora più splendida di come ce la ricordavamo grazie agli aggiornamenti grafici di questa versione…

Nella terza puntata della serie 2K compie una scelta coraggiosa e abbandona Rapture, la splendida creazione sommersa di Andrew Ryan (basata sulla filosofia reazionaria di Ayn Rand), per raccontare una nuova storia. Questa volta l'ambientazione è tra le nuvole ma ancora figlia di una mente egotica e maniacale, in grado di fondare una religione e una città distopica e dare così al giocatore un intero universo da scoprire, una trama da dipanare, e condendo il tutto con uno stile grafico e un gameplay che ricordano ampiamente Rapture in tutte le sue parti migliori. Le due espansioni ('Burial at sea' in entrambe le parti) sono molto ambiziose, forse troppo, e garantiscono altra meraviglia e divertimento ai fan.

Tutto questo fa parte ora di un unico pacchetto che offre poche novità ma che mette insieme una tale massa qualitativa, aggiornandola graficamente, che è veramente difficile trovare delle argomentazioni contrarie all'acquisto.

L'originale BioShock in quest'ultima versione è graficamente aggiornato in maniera importante e riesce a fare la sua ottima figura anche quasi dieci anni dopo la sua uscita. Certo, non è possibile paragonarlo alle produzioni ad alto budget contemporanee, ma la direzione artistica (aiutata dal buio dell'ambientazione) fanno di Rapture, tutt'oggi, un insieme di scenari in grado di lasciare a bocca aperta qualsiasi nuovo giocatore.

Il nuovo punto di vista offerto da Bioshock 2 è una puntata immancabile per tutti gli appassionati.

Nell'originale troverete anche l'unica vera novità di questo pacchetto, ovvero una serie di interviste "dietro le quinte" (una sorta di 'making of') a Ken Levine e Shawn Robertson, Creative Director e Animation Director di Irrational Games, in cui vengono illustrati vari aspetti del processo di design e di creazione di BioShock. Stante quanto detto in apertura riguardo al posizionamento qualitativo del titolo nella storia dei videogiochi, si tratta di un documento di grandissimo interesse per tutti gli amanti di videogiochi.

Rispetto ai miglioramenti alle texture dell'originale BioShock, il lavoro svolto sul secondo titolo è sicuramente più sottile e meno chiaramente visibile. L'illuminazione è sicuramente migliorata ma quello che conta è che il gameplay, ed è ancora quello che ci ricordiamo, ovvero ottimo nel suo riproporre cosa funzionava meravigliosamente nell'originale, aggiungendo novità quali le armi e i plasmid impugnati in entrambe le mani, e gli scenari di difesa basati su ondate continue di nemici.

Il multiplayer è stato eliminato, privando così BioShock 2 di una delle sue feature più importanti, ma era abbastanza prevedibile vista la necessità d'infrastrutture esterne (server e banda) e la data d'uscita troppo lontana (2009) per competere con FPS online contemporanei.

Bioshock Infinite rimescola le carte e offre al giocatore una nuova realtà distopica da esplorare e di fronte a cui rimanere, letteralmente, a bocca aperta.

Il terzo titolo della collection è quello che, ovviamente, necessita di meno ritocchi grafici essendo uscito pochi anni fa (2013). Quello che ci viene proposto per le console di ultima generazione è sostanzialmente la versione PC uscita ai tempi con la sua risoluzione superiore, le texture meglio definite e i sessanta frame al secondo. L'assenza di novità in questa versione è decisamente poco entusiasmante ma va ricordato che si tratta di un gioco che ha praticamente chiuso l'epoca delle console old-gen e che ha ricevuto lodi e apprezzamenti praticamente unanimi da critica e pubblico. Insomma, se non è il capolavoro che è stato il primo BioShock, poco ci manca...

L'ultima nota riguarda eventuali bug e problemi prestazionali. Al di là delle notizie che circolano relativamente alla versione PC, l'edizione PS4 da noi provata non ha presentato alcun problema in nessuno dei tre titoli presenti nella Collection.

In definitiva questa Collection è uno stupendo pacchetto che aggiorna graficamente i tre titoli della saga, offrendo poche novità sostanziali (solo il commentario 'dietro le quinte' del primo BioShock in pratica) ma garantendo un viaggio assolutamente incredibile a chi si sia macchiato del crimine di non aver provato anche uno solo dei tre giochi.

L'aggiornamento grafico e l'inclusione di tutti e tre i capitoli sono infatti sufficienti, a nostro parere, a giustificare il prezzo del biglietto (49 euro) per chi abbia mancato anche solo una puntata della serie.

8 / 10

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In this article

BioShock: The Collection

PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch

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Davide Pessach

Contributor

Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.

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