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Ride 2 - recensione

Milestone si riconferma la regina delle due ruote.

Dopo lo zoppicante Ducati: 90th Anniversary the Official Videogame, promosso a stento su queste pagine, c'era bisogno di una perentoria risposta, di un segnale, forte e chiaro, che ricordasse al mondo intero che le simulazioni motociclistiche sono roba nostra, tutta italiana s'intende, pane per denti affilati in anni e anni d'iterazioni, variazioni sul tema e qualche inevitabile scivolone. Ride 2 è proprio questo: una graditissima riconferma, nonché un ottimo punto di (ri)partenza da cui proiettarsi verso un futuro ancora più roseo, sostenuto da tecnologie ulteriormente raffinate e da un team proporzionalmente maturato dall'ennesima esperienza positiva.

Come il predecessore, il piglio della produzione è lievemente diverso rispetto ai classici Moto GP o al più recente Valentino Rossi: The Game. Nonostante l'impostazione simulativa sia predominante, come sempre scalabile in base alle proprie preferenze attivando e disattivando i numerosi aiuti alla guida, l'impronta arcade è più marcata, facilmente individuabile in moto che, a discapito della potenza che possono scaricare a terra, tendono comunque a restare ancorate all'asfalto, rendendo la perdita d'aderenza della ruota posteriore un'eventualità piuttosto rara, enormemente meno frequente rispetto alle già citate produzioni di Milestone.

Tra le migliorie di Ride 2 non si possono non annoverare i tempi di caricamento sensibilmente inferiori. Si passa ancora qualche secondo di troppo immobili con il pad in mano, ma la situazione è certamente migliorata.

Ride 2 propone un modello di guida più universale, facilmente assimilabile, mai eccessivamente tecnico. Le differenze tra le varie tipologie di bolidi si sentono, ovviamente, ma anche i neofiti o chi non è mai salito in sella ad una moto in vita sua, non faticherà ad assimilare le nozioni basilari, né a trovarsi a suo agio una volta in pista.

In questo senso, aiuta, e non poco, l'upgrade apportato al gameplay. Permane qualche incertezza dell'intelligenza artificiale, la tenue sensazione di galleggiare sull'asfalto, la gestione tutt'altro che perfetta delle collisioni, difetto davvero fastidioso e ancora irrisolto. Al contempo, la guida è finalmente pulita, morbida, sensibilmente più precisa e raffinata. Controllare il mezzo in curva necessita ancora di qualche correzione, di tanto in tanto, ma impostare e mantenere la traiettoria è estremamente più semplice e quindi piacevole e divertente.

A migliorare le cose in pista ci pensano, inoltre, le evidenti migliorie apportate al motore grafico. Non siamo ancora ai livelli sperati, visto che il gap con le produzioni tripla A contemporanee è ancora evidente, ma effetti di luce estremamente realistici e texture enormemente più dettagliate hanno nettamente cambiato in meglio la situazione. Sono soprattutto i modelli poligonali di moto e pilota a mettere in risalto gli upgrade apportati, mentre gli elementi di contorno del circuito, pubblico festante incluso, tradiscono un pizzico di arretratezza. Anche il frame rate si rivela migliorato, nonostante continuino ad esserci rallentamenti piuttosto evidenti nelle situazioni più concitate.

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Se il gameplay sorride agli amanti delle due ruote, altrettanto può dirsi della quantità di contenuti messi in campo. Il numero delle moto è semplicemente esorbitante: ben 170. I marchi principali sono ovviamente presenti, tutti con i modelli che li hanno resi grandi a acclamati tra gli appassionati. I mezzi contemporanei sono la maggioranza, ma non manca qualche chicca degli anni '80 e '90, con tanto di vecchie 125 a due tempi, pronte a scaldare i cuori di chi è cresciuto sognando di possederne una, un giorno. Anche il numero di tracciati è lievitato. Oltre a graditi ritorni, Imola, Donington, Passo dello Stelvio tra gli altri, tante le new entry come Monza, Vallelunga e, soprattutto, Nurburgring GP.

Notevole anche lo sforzo profuso sulla personalizzazione del proprio avatar e delle moto. Tra guanti, tute e caschi le possibilità sono quasi infinite, visto che i capi d'abbigliamento sono circa ottocento. Per quanto riguarda i mezzi, oltre a poter editare livrea e colori, in pieno stile Gran Turismo, dovrete preoccuparvi di potenziarne progressivamente le prestazioni, acquistando nuovi pezzi meccanici.

L'indicatore PP (punti prestazione) è un comodo e pratico riferimento per conoscere il livello di potenza globale della vostra moto. Migliorando freni, motore, trasmissione e quant'altro, vedrete lievitare questo valore, sino al tetto massimo. Naturalmente ogni potenziamento ha un costo, denaro virtuale accumulabile vincendo le Gare Veloci, le partite multiplayer e completando gli eventi che compongono il World Tour, vero e proprio fulcro di Ride 2.

Rispetto a Ducati: 90th Anniversary the Official Videogame è tornato il meteo dinamico. Peccato che sotto la pioggia la guidabilità dei mezzi non cambi particolarmente.

La modalità, a dire il vero, non propone una progressione degna di nota, né si impegna particolarmente nell'introdurre il videogiocatore in una sorta di carriera più o meno segnata dal superamento di particolari sfide o eventi particolari. Si tratta, in poche parole, di una lunghissima sequela di gare, alcune delle quali propongono specifici obiettivi o impongono determinate regole, che vi aiuteranno a scalare la classifica mondiale dei migliori piloti in lotta tra loro. Manca completamente una sovrastruttura gestionale, tanto che le uniche operazioni che vi ritroverete a compiere, al di fuori dei circuiti, riguardano l'acquisto e il potenziamento delle varie moto.

World Tour, insomma, ha il fiato relativamente corto se si guarda alla profondità delle meccaniche che la sorreggono. Fortunatamente regge alla grande grazie alla quantità incredibile di competizioni, al numero esorbitante di moto che dovrete e vorrete acquistare e, ovviamente, al convincente modello di guida ulteriormente rifinito. In pratica si tratta delle stesse motivazioni che, di fatto, rendono Ride 2 marcatamente migliore rispetto al predecessore, nonché il nuovo termine di paragone per le produzioni Milestone.

Il titolo, senza mezzi termini, è assolutamente da possedere se si soffre della passione per le due ruote, non solo per un concessionario virtuale sterminato, ma anche per la bontà di un gameplay convincente sotto quasi tutti gli aspetti. Ci sono ancora diverse sbavature, il motore grafico deve ancora compiere quel passo in avanti tanto agognato, ma la base è solidissima e il divertimento è ampiamente garantito.

8 / 10