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Nintendo Switch - analisi tecnica

Il Digital Foundry analizza nel dettaglio la nuova console.

Nintendo Switch è la console portatile da gioco più potente mai creata, ma le sfide che si trova ad affrontare sono considerevoli. Si tratta infatti di un dispositivo ibrido che deve combattere tre battaglie. In primo luogo quella di essere il successore della sfortunata Wii U. La seconda riguarda il fatto di essere un prodotto di alta tecnologia, leggermente più caro rispetto al 3DS. Infine rappresenta il primo, forse sottovalutato, tentativo da parte di Nintendo di creare un tablet a sé stante. Si tratta di un concetto ambizioso ma sarà in grado di raggiungere appieno tutti i suoi obiettivi?

Il trucco principale di Switch consiste nel poter trasformare il dispositivo da console domestica in una vera e propria console portatile. Al centro di questa tecnologia si trova una soluzione intelligente, un adattabile cuore da tablet. Da ogni punto di vista si tratta di un salto di qualità rispetto al suo immediato predecessore, il Wii U e il suo GamePad. Il cambiamento fondamentale riguarda il fatto che tutti i processi grafici sono gestiti nativamente da questa unità, sia che si trovi nel dock sotto la vostra TV, sia che la si usi in giro. Il fatto che Switch abbia effettivamente un hardware portatile lo fa sembrare quasi più un successore del 3DS. Nonostante tutta la tecnologia presente al suo interno, Switch continua ad essere confortevole tra le mani, pesando appena 297 grammi in modalità tablet, ovvero 40 grammi in meno rispetto ad un 3DS XL. Il peso sale a 400 grammi con i controller attaccati ma comunque tenerlo in mano anche per lunghe sessioni non affatica.

Concretamente, ogni parte di Switch è un passo avanti rispetto alle specifiche di Wii U. Le dimensioni dello schermo si attestano attorno ai 6,2 pollici. Il pannello TN a 480p del GamePad di Wii U si discosta notevolmente dal nuovo display IPS a 720p di qualità più alta, adesso anche con una funzione capacitiva a dieci punti. Inoltre il bordo della periferica è molto più ristretto, misurando all'incirca un centimetro in tutte le direzioni e il dispositivo ha una profondità di poco più di un centimetro. Switch è soprattutto elegante da tutti i punti di vista, presentandosi in modo più efficace come dispositivo portatile rispetto al pesante tablet di Wii U. Nintendo è passata dall'usare un materiale lucido soggetto ai graffi ad una plastica opaca e setosa al tatto.

Dando un'occhiata ai bordi di Switch troviamo in alto a sinistra il bottone di accensione incassato, un selettore per il volume e una lunga griglia di aerazione al centro che rivela al suo interno la lamina di dissipazione. A destra troviamo inoltre l'uscita jack da 3,5 mm e infine una piccola fessura per le cartucce di gioco. Nella parte bassa è invece presente una singola porta USB-C. Questa è la chiave: una sola porta che può essere utilizzata per ricaricare la console ma che serve anche come interfaccia primaria per il dock in dotazione. Curiosamente qui non è stato implementato un LED, una qualche sorta di indicatore dello stato di ricarica o dell'attività Wi-Fi sarebbe stato sicuramente utile, similmente a quello presente sul 3DS.

Tom Morgan recensisce complessivamente l'hardware di Nintendo Switch in questo video.Guarda su YouTube

Infine, ma non in ordine per importanza, è presente un lettore di microSD nascosto sotto il piedistallo. Il lettore supporta le card fino alla tipologia UH Speed Class 1, che hanno un flusso di dati di 104 MB/s. Comunque il piedistallo stesso è piuttosto deludente, visto che la cerniera è più flessibile di quello che ci si aspetterebbe. Aprirlo completamente non ispira molta fiducia, una bella differenza rispetto ad esempio al solido supporto del Microsoft Surface. È sicuramente funzionale allo scopo di tenere sollevata la console ma la qualità costruttiva in questo caso stona con il resto del dispositivo. Sfiorare accidentalmente l'unità o toccarla leggermente è sufficiente a far ribaltare la macchina.

Così come per le specifiche, si è discusso parecchio anche riguardo la tecnologia Tegra di Nvidia. Stando a delle solide prove, Switch sfrutterebbe una versione aggiornata del chip Tegra X1 basato su Maxwell e, anche se questo chipset potrebbe essere relativamente vecchio stando al ritmo frenetico con cui si evolve la tecnologia mobile, le sue prestazioni sono ancora eccellenti. Accoppiato a delle API low-level, possiamo finalmente vedere le potenzialità di questo pezzo di silicio. Si tratta di una grossa differenza rispetto all'architettura IBM PowerPC che Nintendo ha usato per le sue console domestiche dal GameCube fino al Wii U, un inizio tutto nuovo ed emozionante. La cosa fondamentale è che questo taglio tecnico con il passato, in favore di un chipset mobile dai consumi efficienti, ha dato a Nintendo la possibilità di condensare tutto quello di cui c'era bisogno all'interno di un piccolo dispositivo. La console domestica e la console portatile sono ora una cosa sola e tutte le energie dei creatori di Nintendo sono ora focalizzate su una sola piattaforma.

Lo schermo di Switch: un perfetto mix tecnologico

In pratica, come si presentano i giochi sullo schermo da 6,2 pollici di Switch? Le impressioni iniziali sono brillanti, grazie al pannello LCD migliore che Nintendo abbia mai prodotto per una console portatile. Lo schermo trasuda qualità, restituendo un'immagine vivida e chiara che si adatta all'alto prezzo di lancio della console. I livelli di contrasto sono eccellenti, enormemente distanti rispetto al terribile pannello TN a basso contrasto usato per il Wii U. Anche l'accuratezza dei colori mostra bene i contenuti, con una spinta leggermente eccessiva sul blu, se si paragona il pannello a quello di un MacBook Pro calibrato.

Trattandosi di una console portatile, per Nintendo ciò è una nuova vetta qualitativa. Anche in movimento i tempi di risposta dei pixel sono sorprendentemente veloci e sicuramente migliori rispetto a quelli del 3DS XL. In poche parole, non c'è traccia visibile di ghosting nelle transizioni in grey-to-grey. Se si osservano i colori spenti, con la console impostata al livello più basso di luminosità, le sbavature e le scie dietro agli oggetti sono impercettibili.

I pro e i contro della tecnologia IPS sono ancora in linea con i recenti modelli di iPhone o con la versione slim di Vita. I livelli del nero sono accettabili in ambienti molto illuminati, ma sicuramente pallidi se comparati al buio dei dispositivi OLED. È presente anche un evidente cambiamento di gamma e di colore quando si inclina il dispositivo, che fa sbiadire le schermo soprattutto quando lo si muove in su e in giù. Guardare lo schermo da un punto di vista laterale in questo caso non rappresenta un grosso problema e questo è sicuramente un sollievo per le sessioni multiplayer in movimento.

Il pannello IPS da 720p non è sicuramente il massimo della tecnologia mobile, ma si abbina egregiamente con il processore Tegra: la riproduzione dei colori è eccellente e funziona bene all'esterno.

All'esterno Switch è ancora una volta un ottimo dispositivo. Per farvi capire, lo schermo raggiunge un più alto livello di luminosità rispetto sia al 2DS XL sia al GamePad di Wii U con le impostazioni al massimo, non è però all'altezza degli schermi degli ultimi smartphone all'avanguardia. Anche sul pannello è presenta una finitura lucida, ciò significa che a volte lo si dovrà inclinare per non vedere dei riflessi. In generale, però, risulta complessivamente molto comodo e le impostazioni di Switch che migliorano la sua luminosità sono abbastanza alte da permettere di utilizzare realmente la console alla piena luce del giorno, anche se si avranno delle conseguenze dal punto di vista della durata della batteria.

Anche la decisione di fornire Switch di un pannello da 1280x720 è un punto a favore per un dispositivo portatile, bilanciandosi perfettamente inoltre con le capacità offerte dalle sue componenti interne. Sicuramente il settore degli smartphone si sta muovendo verso numeri più audaci da questo punto di vista: Sony ha da poco annunciato un pannello HDR in 4K per il suo ultimo dispositivo ma a livello pratico per giocare in movimento, 720p rappresentano un obiettivo di rendering davvero buono e sullo schermo è presente un numero sufficiente di pixel per pollice da restituire un'immagine netta e pulita. Ciò significa anche che la GPU Tegra X1 di Switch dovrebbe tranquillamente raggiungere i 720p nativi nei giochi più importanti, limitando al minimo la necessità di upscalare da risoluzioni più basse, evitando così tutti gli artefatti visivi che comporta l'operazione.

La docking station, i Joy-Con e gli accessori

Switch è ad oggi la console portatile più sofisticata di Nintendo ma, bene o male, il tablet in sé assomiglia molto di più a un qualsiasi dispositivo smart presente sul mercato. Fortunamente i Joy-Con danno a Switch del carattere in più. Utilizzando i binari in entrambi i lati del tablet, questi scivolano giù senza difficoltà producendo un soddisfacente e sonoro click. L'attacco metallico dei binari è robusto, con cinque viti che fissano il supporto alle estremità del tablet. Si tratta di un aggancio molto resistente una volta che vengono inseriti e possono essere sbloccati soltanto premendo due piccoli bottoni posti sul retro.

In realtà i due Joy-Con sono le vere e proprie star: sono wireless, provvisti di motion control, con una vibrazione d'avanguardia che restituisce un buon feedback e bottoni laterali integrati. Il controller di destra è inoltre dotato di un input a infrarossi. La batteria da 525 mAh inserita all'interno di ciascun Joy-Con consente ai dispositivi di restare accesi a lungo: Nintendo ha stimato che la sua durata si attesta intorno alle 20 ore ciascuno e si ricaricano direttamente dal tablet di Switch. Se vogliamo trovare un difetto, i Joy-Con possono essere un po' scomodi quando sono tenuti lateralmente per sessioni di gioco improvvisate a due giocatori: i bottoni risultano così piccoli da sembrare quelli del 3DS, ma vi ci abituerete presto. E come ultima cosa, questa volta abbiamo finalmente su una console portatile per il gaming degli analogici adeguati e sollevati.

L'unico aspetto negativo? Non possiamo ignorare che i Joy-Con non presentano un vero d-pad. Per motivi di simmetria, ogni Joy-Con invece utilizza singoli tasti direzionali che abbiamo visto poter essere un problema nei giochi di combattimento. Ci sono anche polemiche che riguardano la stabilità delle connessione wireless dei Joy-Con, che abbiamo analizzato approfonditamente in un altro articolo.

Nel complesso i Joy-Con sono più comodi quando collegati al tablet o connessi ai laccetti inclusi nella confezione. Viene però anche fornito un grip a cui unire entrambi i Joy-Con, creando così un pad wireless. In teoria questa sembra la soluzione ideale ma i risultati potrebbero non piacere a tutti. Lo abbiamo trovato abbastanza funzionale ma scomodo per lunghe sessioni di gioco. Il grip del controller non lascia sufficiente spazio sul retro per le dita, costringendo le mani ad assumere una posizione scomoda, come se dovessimo afferrarlo con gli artigli.

Il Pro pad di Switch è il tipico controller da gioco tradizionale. Purtroppo, si tratta dell'ennesimo accessorio costoso per Switch, ma questa volta dotato di un appropriato d-pad e di una batteria più grande che dovrebbe durare 40 ore, mentre gli stick analogici sono più larghi e accurati. A livello di comfort, si tratta di un bel salto di qualità rispetto al grip in dotazione. In sostanza è un bell'affare: se avete intenzione di usare Switch come home console e se vi potete sobbarcare questa spesa, vi raccomandiamo altamente l'acquisto del Pro controller, specialmente per i giochi di lotta in cui il d-pad dà il meglio di sé.

L'ultimo componente del pacchetto è il dock di Switch, un innocuo blocco di plastica dura che si interfaccia con la porta USB-C presente sul lato inferiore del tablet. Il dock non aumenta la potenza computazionale attraverso un processore interno, ma fornisce semplicemente al tablet più corrente in modo che la GPU e la memoria di Switch possano aumentare il proprio clock. Inserire la console nella docking station dà inoltre accesso a tre porte USB e, ovviamente, ad un'uscita HDMI per mandare l'immagine alla TV. Tutti i cavi sono nascosti dietro ed è quindi facile e veloce connettere il tablet. Facciamo notare che è necessario usare il dock per connettere Switch ad una TV. Abbiamo infatti testato che un normale convertitore da USB-C a HDMI non funziona.

Una critica che si può muovere a questo punto riguarda la procedura d'inserimento. Sono presenti due guide di metallo al fondo per aiutare il tablet a scorrere al centro, dov'è presente la porta USB-C. Questa soluzione dà l'idea di essere leggermente poco elegante, mancando inoltre un isolamento tra lo schermo e il dock mentre si infila la console al suo interno. Ci sono solamente due strisce di plastica dura che rischiano di andare contro lo schermo, con un piccolo pezzo di feltro verso il fondo. Il nostro dispositivo non ha ancora presentato graffi, ma trattandosi di un prodotto caro avrebbe sicuramente rassicurato la presenza di una migliore imbottitura.

Tutto quello che c'è all'interno del pacchetto di Switch. In senso orario da sinistra: alimentatore, docking station, la console Switch vera e propria, il grip con i Joy-Con montati, il cavo HDMI e i laccetti per i Joy-Con.

L'Interfaccia Utente e le Opzioni di Sistema

Accendendo Switch ed entrando nel menu principale, è evidente che si tratta della UI di sistema più semplice che Nintendo abbia mai creato. Il layout a rete è stato accantonato (almeno al lancio), ed al suo posto c'è una lunga fila di titoli che potete scorrere facendo swipe con le dita. Ci sono pulsanti a icona dedicati per News, eShop, Album, opzioni controller, impostazioni generali, e spegnimento. Ed è qui che ci si accorge che è possibile catturare screenshot in ogni momento, cliccando sul pulsante quadrato del Joy-Con sinistro, che invia un file JPEG direttamente all'album.

Questo segna una scelta di design decisamente sorprendente da parte di Nintendo. Lo Switch ha una risoluzione di output massima di 1080p, con opzioni 720p e 480p pure disponibili. Comunque, anche quando collegato alla TV tramite la dock station, la risoluzione dell'UI rimane a 720p. Quando la console è connessa a uno schermo, tutta la grafica, i testi ed anche il Mii Maker sono upscalati da 720p a prescindere dalla risoluzione di output che avete selezionato. Questo è davvero un peccato. Per mantenere le cose semplici, l'interfaccia di Switch sembra mantenere il layout a 720p della configurazione portatile, il che porta a un'immagine meno nitida su schermi 1080p o 4K. I possessori di schermi 4K subiranno quindi due tipi di ridimensionamenti: un upscaling interno a 1080p, ed un secondo upscaling operato dal display per adattarsi alla risoluzione Ultra HD.

Esplorando le impostazioni, ci sono un paio di utili extra. Per chi ne avesse bisogno, Switch supporta un adattatore USB-LAN (da acquistare separatamente), consentendo una connessione ethernet mentre la console è collegata al dock, ma la connessione standard WiFi funziona abbastanza bene. Sono ovviamente supportati anche gli Amiibo, grazie alla connettività NFC integrata nel Joy-Con destro (basterà tenere il vostro Amiibo sopra lo stick analogico), ed inoltre la console supporta lo standard Bluetooth 4.1. Il tool di creazione dei Mii è stato potenziato su Switch, e chi fosse interessato potrà aggiungere nuove scelte di capelli, colori e accessori ai proprio alter-ego.

Oltre a ciò, la questione è anche di cosa andrete a installare. Con 32GB di memoria NAND Flash integrata, di cui solo 25,9GB sono utilizzabili, dovrete razionare con cura lo spazio coi vostri acquisti digitali. Per piccoli giochi indie non dovrebbe essere un problema, ma è facile che le più grandi release lo occupino tutto in men che non si dica. Per esempio, tra i giochi digitali confermati c'è Puyo Puyo Tetris che pesa solamente 1GB. Più impegnativo è Mario Kart 8 Deluxe con i suoi 7GB, e si arriva fino a 32GB con Dragon Quest Heroes 1 & 2. Quest'ultimo va oltre la capacità di storage di default della console, e sfortunatamente gli hard disk USB non sono supportati, nemmeno in configurazione docked.

Una scheda Micro SD non è la migliore soluzione, visto che nel lungo termine sarà necessario acquistarne un'altra. Con la patch day-one installata, c'è supporto alle card SDXC che in teoria supportano una capacità fino a 2TB. Sfortunatamente non abbiamo potuto testare le velocità di scaricamento in questa occasione ma ci riserviamo di farlo più avanti. Passando al solo fattore capacità, le opzioni disponibili sono chiare e semplici: le schede da 64GB, 32GB e 128GB sono abbastanza economiche, ma non possiamo fare a meno di confrontare i prezzi a quelli degli hard disk convenzionali. Evitare le cartucce retail è dunque un ulteriore fattore di spesa, ma le micro SD di bassa capacità non sono così costose, e consentono comunque di basarsi sugli acquisti digitali, seppur razionalizzando la gestione dello spazio.

Temperature, rumorosità e consumi

Consumo elettrico, rumorosità e temperature sono tutti parametri interconnessi nel bilancio delle performance nei giochi. Lo Switch offre una potenza considerevole, spinto da una SoC dotato di quattro core ARM Cortex A57 e 256 CUDA core Nvidia. Comunque, come abbiamo riportato recentemente, le velocità di clock sono regolate diversamente se la console è docked o in modalità portatile.

Per cominciare, la CPU sta sempre fissa alla velocità di 1020MHz a prescindere dalla modalità di utilizzo. Questo è fondamentale, perché assicura che la logica di gioco sia sempre uguale sia in modalità docked che portatile. Invece la velocità di clock della GPU è variabile, essendo fissa a 768MHz in modalità TV, e ridotta di molto in mobilità. Basandoci sui nostri discorsi con gli sviluppatori, nella modalità portatile gli studi di sviluppo possono scegliere di far girare la GPU in modalità portatile a 384MHz, o a una frequenza leggermente inferiore pari a 307.2MHz nell'intento di risparmiare batteria. Lo stesso vale per la velocità della RAM, con la frequenza che viene ridotta da 1600MHz a 1331MHz quando la console è scollegata dalla dock.

Le buone notizie? A prescindere dalla modalità di utilizzo lo Switch non aumenta la rumorosità causata dalla ventola, rimanendo a livelli non fastidiosi, persino con i più pesanti giochi 3D con il volume azzerato. Mettete le vostre orecchie direttamente sulle grate di ventilazione in modalità portatile, ed è possibile sentire la ventola che sale d'intensità dopo circa 5 minuti di gaming. Ma si tratta di un fievole e non intrusivo rumore proveniente dal lieve flusso d'aria verso l'esterno. Da una distanza tipica di utilizzo, questo "rumore" è appena percepibile, e le nostre prove suggeriscono che non c'è alcun problema nella gestione del calore o della rumorosità per Nintendo nel tablet Switch.

Qui sopra potete vedere le parti più calde di Switch durante uno stress test della durata di diversi minuti. In basso a sinistra, abbiamo le temperature massime di Switch in configurazione docked ed in idle, mentre a destra abbiamo la misurazione massima: docked e durante il nostro stress test.

Mettiamo la console sotto esame tramite una telecamera a infrarossi. Il punto più caldo ci si aspetta che sia la grata di ventilazione in alto, con la console che sta sui 30°C nei menu, a prescindere che sia collegata o meno alla dock. Ma le temperature cambiano drasticamente quando si lancia un impegnativo gioco 3D in configurazione docked, visto che lo stesso punto passa a 52°C dopo 20 minuti. Invece in configurazione portatile il consumo è ridotto notevolmente, con una temperatura inferiore di 10 gradi (42°C). Tutto sommato la console rimane confortevole da tenere in mano, visto anche che i Joy-Con sono separati dal corpo del tablet, e l'impugnatura sta su di essi.

La durata della batteria è un fattore più problematico. Mentre è collegato alla dock, Switch richiede 7,5 Watt di corrente quando si naviga tra i menu, mentre il consumo di picco è di 16 Watt durante l'esecuzione dei giochi. Ma anche con le frequenze della GPU ridotte in modalità portatile, mantenere un consumo ridotto è una bella sfida e la batteria integrata da 4310Mah ha una durata certificata minima di 2,5 ore secondo Nintendo. Abbiamo usato un wattametro per trovare una situazione di gameplay che spinga il consumo di corrente in modalità docked al limite, dopodiché abbiamo scollegato l'unità per farla girare in modalità portatile e giudicare il consumo.

Il risultato? Aspettatevi oltre tre ore di durata giocando titoli graficamente impegnativi, con la luminosità dello schermo impostata bassa o al 50 percento, il volume a metà potenza ed il WiFi abilitato. Coincidenza vuole che questo sia esattamente il tempo che la console richiede per ricaricarsi completamente. Non è un risultato impressionante, e se si imposta la luminosità al massimo le cose peggiorano anche, arrivando solamente a 2 ore e 37 minuti di longevità. In tutta sincerità, Zelda: Breath of the Wild è uno dei titoli più pesanti disponibili su Switch. Nintendo indica che la durata della batteria può arrivare fino a sei ore con i titoli meno affamati di risorse ma è sicuramente un dato che segna le aspettative per tutti i principali grossi titoli 3D a venire.

Durata della batteria di Switch Tempo
Luminosità 0%, Volume 50% Tre Ore, Cinque Minuti
Luminosità 50%, Volume 50% Tre Ore, Tre Minuti
Luminosità 100%, Volume 100% Due Ore, Trentasette Minuti
Luminosità 100%, Volume 100% (Connesso a un Powerbank) Sei Ore, Cinquanta Minuti
Ricarica Completa Tre Ore, Cinque Minuti

Per sopperire a questo inconveniente, abbiamo la possibilità di collegare batterie esterne (comunemente note come powerbank) alla porta USB Type-C di Switch, per allungare le nostre sessioni di gameplay on-the-go. Si tratta degli stessi accessori che utilizziamo giornalmente per incrementare l'autonomia dei nostri smartphone, quindi abbiamo comprato una batteria di marca GMYLE da Amazon, per circa €20. Ha una capacità di 10.000MAh, quindi anche considerando l'inefficienza del trasferimento di corrente, dovremmo arrivare a sei-sette ore di durata totale. Nella realtà, però, le cose sono andate diversamente dalle aspettative teoriche.

Guardando il lato positivo, collegando un powerbank la console si ricarica più velocemente di quanto si scarichi, anche con i giochi più impegnativi e volume e luminosità al massimo. È un buon inizio, e significa che la console rimane con la carica al 100% fin tanto che il powerbank ha carica residua. Comunque bastano appena 4 ore e 13 minuti per consumare la carica del powerbank e perché Switch passi al suo sistema di alimentazione interno. In totale, arriviamo a 6 ore e 50 minuti, un buon risultato anche se mettendo in conto il peso extra e tutti i cavi necessari avremmo sperato in qualcosa di meglio. Ovviamente in risultati possono variare in base alla tipologia ed alla qualità del powerbank, quindi occorre ricercare una batteria esterna che riesca almeno a fornire una capacità in linea con quella della batteria interna di Switch.

Nintendo Switch: il verdetto del Digital Foundry

Sotto molti punti di vista, Nintendo Switch è ciò che Wii U avrebbe dovuto essere, visto che riprende anche alcuni dei migliori giochi del suo catalogo. Si tratta di una macchina costruita meglio, che offre materiali di qualità più alta, gli innovativi controller Joy-Con ed uno schermo eccellente. L'esperienza della casa di Kyoto nella produzione di console portatili si vede tutta, e nonostante sia sponsorizzata come una console principalmente da casa, è più appetibile per coloro i quali cerchino un successore del 3DS. Switch ottiene senza alcun dubbio l'appellativo di console da gioco portatile più potente sul mercato, ma il vero bonus è l'efficace modalità da home console, priva di alcuna interruzione.

Alcune limitazioni sono tuttavia evidenti e come console ibrida mostra dei punti deboli su entrambi i fronti. Dal punto di vista portatile, la batteria fatica a superare le tre ore di autonomia nei titoli pesanti, una situazione che neanche una capiente batteria da 4310Mah può risolvere. D'altro canto l'esperienza da console home accessibile tramite la dock non riesce a competere con le rivali PS4 e Xbox One per via delle note specifiche tecniche della macchina. Non aspettatevi quindi che i più grossi e blasonati titoli di terze parti arrivino su Switch. E se arriveranno, sicuramente sarà con elevati compromessi grafici o di performance.

Non c'è dubbio che siamo comunque di fronte a un gioiellino tecnologico. Mettendo da parte i problemi di sincronizzazione dei controller ed altri piccoli inconvenienti, c'è molto di cui essere entusiasti. I Joy-Con si adattano brillantemente ad ogni situazione, ed il tablet è ben costruito, con finiture intelligenti, ed in grado di riprodurre giochi di qualità mai vista su un dispositivo portatile. Potrà essere un cliché ma il valore dell'hardware è stabilito dai grandi software, ed è Nintendo da tenere d'occhio nel prossimo futuro. Negli anni avvenire possiamo aspettarci che il potenziale di Switch sia espresso completamente, ottimizzato al massimo per raggiungere risultati impressionanti.

Comunque, come prodotto di lancio, il prezzo di £280/$300/€329 è abbastanza alto rispetto alla concorrenza, specialmente tenendo conto che la line-up di lancio è principalmente basata su porting da Wii U. Ci sono anche altri costi extra, come una micro SD capiente che è praticamente essenziale, il Pro Controller (consigliato per l'uso casalingo) ed un powerbank per giocare in mobilità. Per adesso quello che abbiamo sono delle buone fondamenta su cui costruire: è una macchina costosa e non priva di problemi, ma non vediamo l'ora di sapere la strada che Nintendo intraprenderà con questo nuovo concept.