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Dark Souls 3: The Ringed City - recensione

Brace ardente di curiosità.

È in un turbine di emozioni che abbiamo giocato al secondo DLC di Dark Souls 3. Un misto di gioia e tristezza, allegria e rabbia, stupore e disgusto e tanto altro, ma sempre con un costante senso di perdita, di addio. "La città ad Anelli" è il secondo e ultimo contenuto aggiuntivo per un titolo che ci ha conquistati lo scorso anno; l'ultimo atto di una serie che ci ha cambiato nel profondo come giocatori. Ne sentiremo parlare ancora molto nei mesi a venire, ma ogni fiamma è destinata a spegnersi ed è giusto sentirsi un po' vuoti per la conclusione di un'opera autoriale così maestosa. Ringraziamo quindi il maestro Miyazaki e varchiamo la nebbia un'ultima volta.

Non lo nascondiamo, La città ad Anelli si fà carico di aspettative molto alte da parte degli appassionati, che si ritrovano reduci da una delle avventure più deludenti della serie, quel dipinto di Ariandel dimostratosi troppo breve, di dimensioni ridotte e con battaglie insoddisfacenti soprattutto per i più navigati. Per la vostra e nostra felicità, possiamo dirvi subito che questo secondo DLC non soffre di nessuno di questi problemi, anzi, mette tantissima carne al fuoco e vi coinvolgerà in scontri epici e davvero impegnativi.

Dimentichiamoci quindi di Ariandel e il suo mondo innevato che, volendo, possiamo mettere da parte e classificare come un'appendice narrativa della trama principale, un fan service fine a sé stesso non troppo riuscito nel richiamare alla memoria il capolavoro di Ariamis. In questo caso invece, abbiamo a che fare con un prosieguo, un'estensione in piena regola che riprende da dove ci eravamo lasciati in Dark Souls 3. Si parte per la Città ad Anelli, una nuova area delle terre dei Souls, con tutto il suo carico di lore.

Si parte per un nuovo viaggio, un nuovo mistero.

Al contrario quindi del suo predecessore, troviamo tante e diverse zone da esplorare, personaggi secondari e una miriade di nuovi oggetti accompagnati ovviamente da descrizioni più o meno chiare che, scommetteteci, daranno vita a nuove ed entusiasmanti speculazioni. Anche stavolta non siamo di fronte ad un'impresa che richiederà moltissimo tempo per essere portata a temine, certo, noi ci abbiamo impiegato circa otto ore per approfondire alcune curiosità, che potrebbero diventare nove o dieci per provare nuove armi e build, ma stavolta sì, grazie alla sua intensità e dinamicità, la Città ad Anelli vale il prezzo del biglietto.

Le sensazioni iniziali sono state pessime, lo ammettiamo. Si parte da aree dapprima lineari e scontate, per passare poi ad altre contorte e dalla difficoltà altalenante con picchi quasi esagerati. Avevamo avuto paura che anche stavolta fretta e superficialità avessero tradito From Software. Invece non è stato così: la Città ad Anelli recupera presto la nostra fiducia proponendo nuovi mondi che riescono nell'intento di farci perdere, di nuovo, provocando quella sensazione tipica, e in alcuni casi unica, dei Souls, dove anche solo scegliere una direzione diversa è figlia di una ponderazione attenta, a volte di vero coraggio. Forse è questo il vero fan service di cui avevamo bisogno, non Ariandel.

Attraversare tante aree diverse tra loro e colme di minacce è appassionante e costringe a rimettersi in gioco per imparare i pattern dei nuovi nemici, così come quelli delle nuove armi che troverete lungo il percorso. Sono tante, piene di carattere e arricchite dalle solite descrizioni scritte a meraviglia. Un'altra nota positiva è rappresentata dalla ricchezza delle ambientazioni: si passa da altezze vertiginose a ripide scale, e non mancano gli ascensori, così da rendere l'esplorazione ancora più avvincente. Infine, il luoghi in cui si svolgono gli episodi più importanti hanno quel pizzico di maestosità e magia aggiuntivo, sicuramente non ai livelli di un Souls "completo", ma da lasciarvi comunque spesso a bocca aperta.

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A proposito di Souls completi, abbiamo constatato che la Città ad Anelli è così varia e ricca, che sembra praticamente un capitolo intero in miniatura. Manca un Nexus con mercanti, araldi e fabbri, ma i paradigmi rimangono: esplorazione, incontri, boss. Una "compressione" che ci ha trasmesso una sensazione negativa in alcuni passaggi, in particolare da un'area ad un'altra, troppo brevi o a volte totalmente assenti, facendo sembrare le zone incollate una all'altra. Non è il massimo notare grandi differenze nella palette cromatica nel giro di un istante.

La sfida, come detto, è da subito alta. Forse troppo nelle fasi iniziali, anche a causa di un level design che non aiuta ad intuire dove andare e posiziona i nemici in punti piuttosto strani, complicando il godimento dell'esplorazione. Una curva ripida che sembra però riadattarsi man mano che si prosegue, in un giusto crescendo che ci porta al finale impegnativo che ci saremmo aspettati. Nel mezzo i boss, quattro in tutto, stavolta davvero eccezionali. Senza fare spoiler, sappiate che le meccaniche che li muovono rendono gli scontri ricchi di strategia e richiedono un adattamento repentino con il cambio di fase del nemico. Sono tutti vari, aumentano di difficoltà con il tempo e propongono tanti di quegli attacchi che anche al quarto o quinto tentativo potrebbero farvi fuori con una mossa mai vista prima. Se a questo aggiungete la colonna sonora che aumenta d'intensità ad ogni fase, il quadro è completo.

Dove forse la Città ad Anelli può deludere le aspettative è nella trama che muove questo capitolo e il ricollegarsi a Dark Souls 3. Non tanto per la qualità della narrativa, sempre abbastanza alta da tenervi con i pensieri in movimento, quanto per l'essere l'ultimo atto pur non dandolo a vedere. Questo DLC propone anzi nuove leve di speculazione su una componente divisa dalla lore principale, più legata a Dark Souls 2 che altro. L'unico difetto, da questo punto di vista, è forse l'assenza di una propria identità: il DLC cerca di introdurre nuove figure secondarie di spessore, non riuscendo del tutto nell'obiettivo.

La verticalità è uno dei punti forti de La città ad Anelli.

Abbiamo sì delle chiusure, soprattutto per alcuni personaggi nello specifico, ma se vi aspettate grandi rivelazioni o incredibili chiarimenti, potreste rimanere delusi. Sia chiaro, lo stupore non manca e in alcuni momenti è davvero alle stelle, ma no, la Città ad Anelli non è la fine dell'eclissi, è propriamente un DLC, che va a dare un nuovo scossone e aggiungere un nuovo strato alla lore dell'intera serie. Forse è giusto così. Lo stile di Miyazaki, impronta che ci accompagna da anni, è più che mai presente e si avverte anche nello stile della conclusione.

La Città ad Anelli è quindi un nuovo capitolo che si incastona perfettamente nella trama della serie principale. Propone tanti nuovi contenuti, un gameplay veramente degno e dà nuova linfa agli appassionati. Non arriva all'eccellenza per via di un contorno narrativo debole che non cattura totalmente e che a seconda dei punti di vista poteva essere più approfondito o di maggior penetrazione nella trama, andando magari a spaccare qualche convinzione che si è consolidata nel tempo. Tuttavia non si può non premiare l'alta qualità del prodotto in sé: il giusto commiato per l'opera che ha reso celebre From Software e la firma di Hidetaka Miyazaki.

8 / 10

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Dark Souls III

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Michele Sollazzo

Contributor

Provenendo dalla leggendaria regione del Molise, non poteva fare a meno di vivere avventure in mondi virtuali. Dopo un'infanzia vissuta tra gli arcade dei bar diventa adulto firmando petizioni per far uscire Shenmue 3. Ora è passato a Outcast 2.
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