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Confronto tra controller premium per PS4: Razer Raiju vs Nacon Revolution Pro - articolo

Può un controller costoso farvi giocare meglio?

Pochi possono dire che il DualShock 4 di Sony non sia un eccellente controller di base per PlayStation 4. Finora si è comportato bene in questa generazione, così bene da non far pesare la mancanza di alternative di terze parti. Un paio di mesi fa, Sony ha cominciato ad essere meno restrittiva sui suoi protocolli USB, accendendo la speranza di poter vedere qualcosa di simile all'Elite Pad di Xbox One: un controller con levette e grilletti più precisi e una qualità costruttiva decisamente migliorata.

Sfortunatamente Sony non ha deciso di realizzare un controller del genere da sé, bensì di affidare i diritti ufficiali a due produttori esterni per la realizzazione di pad di terze parti: il Nacon Revolution Pro e il Razer Raiju. Ma quanto sono migliori del DualShock 4 e in che modo possono aiutarvi a giocare meglio?

Sia il Razer Raiju, sia il Nacon Revolution Pro sono soluzioni cablate dedicate ai professionisti o a giocatori di eSport, con prezzi da prodotti premium. Ragionando in quest'ottica, è un peccato che entrambi non possano funzionare in alcun modo senza fili. Non è l'obiettivo di questi controller ma ci lascia contrariati che non venga data neanche come opzione, visto che sia il Nacon sia il Raiju si affidano ad un cavo USB rinforzato, capace di garantire input a bassa latenza.

Non è un approccio senza senso, è pensato per darvi la risposta più veloce dei grilletti negli sparatutto in prima persona, per esempio. Oltre al cavo, altre caratteristiche del DualShock 4 standard sono state stravolte completamente. Non c'è una batteria integrata perché tutto è alimentato dall'interfaccia USB, ma la barra luminosa e lo speaker sono stati rimossi, con la conseguenza che nessuno dei due pad è compatibile con PlayStation VR. In cambio, avrete quattro grilletti personalizzabili sul retro, da calibrare a piacimento

Tom Morgan prova con mano il Razer Raiju e il Nacon Revolution Pro: - quanto sono validi?Guarda su YouTube

Le somiglianze tra i due controller sono tutte qui, per cui cominciamo con il Nacon Revolution Pro, il meno costoso dei due. A un primo impatto si sente sulle mani la buona qualità del materiale morbido e la disposizione delle levette è la stessa del controller di Xbox One, il che può essere visto come un vantaggio. Un problema qui può essere che la forma del gamepad non è così comoda tra le mani come ci saremmo aspettati. Sembra sbilanciato ed eccessivamente grosso, soprattutto se comparato al profilo più sottile del DualShock 4. Potete però regolare il peso del controller usando i piccoli piombini, da aggiungersi nelle impugnature. Una possibilità gradita, che nemmeno il Razer Raiju offre.

Fortunatamente le levette funzionano alla grande. Queste sono più rialzate rispetto al normale pad di PS4, allineandole in l'altezza con quelle dell'Xbox One. Offrono un angolo d'azione di 46 gradi, che in FPS come Battlefield 1 rende più facile eseguire movimenti brevi e frammentati. In generale, serve un po' di tempo per abituarsi ad un qualsiasi nuovo controller, un periodo di rodaggio se volete, ma ne vale la pena per sfruttare le levette. Sono più delicate ma con un po' di pratica diventano chiaramente uno strumento più preciso per mirare e combattere negli sparatutto. È giusto dire che si tratta del cavallo di battaglia dell'hardware Nacon.

La scelta di design resta comunque controversa: ogni levetta analogica ha un design diverso, concavo quello di sinistra e convesso quello di destra. È una questione soggettiva ma sfortunatamente non c'è la possibilità di invertirli per incontrare la proprie preferenze. Queste levette sono permanentemente fisse al loro posto e, vista la mancanza di personalizzazione in generale, avremmo preferito più uniformità.

Passando alle altre componenti, il Nacon delude presto. Ad esempio il design dei grilletti ha una forma pessima, con angoli molto rigidi fatti di plastica lucida. Allo stesso modo, la croce direzionale è costruita con un materiale simile, un blocco unico con movimenti ristretti. Ricorda molto quella della prima Xbox, rivelandosi assolutamente inadatta agli esperti di picchiaduro. A migliorare le cose ci sono i pulsanti, che fortunatamente hanno un feedback tattile simile a quello del DualShock 4 standard; a confronto sono più grandi ma restituiscono lo stesso confort del pad normale.

È chiaro come il Nacon Revolution Pro sia attrezzato per andare incontro ai giocatori di FPS competitivi e gli elementi di calibrazione sono impressionanti. Al contrario del più costoso Razer Raiju, c'è una moltitudine di modi per regolare la risposta a tutti gli input, usando un programma gratis su Windows disponibile sul sito di Nacon. Scaricate il programma, connettete il controller al PC, e da lì potrete impostare praticamente tutto quello che avete in mente.

Questo vi dà accesso a quattro slot predefiniti, e per ognuno potete rimappare essenzialmente ogni tasto. Meglio ancora, vi dà la possibilità di modificare la curva di risposta e le zone morte delle levette, la sensibilità di ogni grilletto, l'intensità della vibrazione e anche programmare sequenze macro che si attivano con la singola pressione di un pulsante. Tutta roba forte e una volta scollegato dal PC, potete accedere a tutte le vostre impostazioni con un selettore sul retro del controller che modifica il colore del LED sulla levetta destra. Tutto sommato, dietro il Nacon Revolution Pro ci sono tante grandi idee. Troviamo un'ampia possibilità di personalizzazione e le levette funzionano alla grande, nonostante la croce direzionale e i grilletti rappresentino un passo indietro rispetto al normale DualShock 4.

Proposto a quasi il doppio del prezzo, potreste aspettarvi che il Razer Raiju porti in dote qualcosa di eccezionale, una differenza netta in termini di qualità e che faccia qualsiasi cosa per chiunque. Prima di tutto cominciamo coi vantaggi: il Raiju si tiene molto meglio in mano. In termini di ergonomia è alla pari della presa del controller di Xbox One, grazie all'uso di una robusta plastica opaca che si rivela confortevole nel palmo della mano, e con una parte in gomma nella parte posteriore bassa. Non include le regolazioni di peso come il Nacon ma è piacevolmente leggero. Anche con il pannello di controllo extra posto in basso, con tasti per il cambio di profilo, il muto e la regolazione del volume, non dà la sensazione di essere troppo grosso.

Con uno sguardo ravvicinato, è chiaro come anche questo sia un controller cucito su misura per i giocatori di sparatutto in prima persona. Chiunque abbia familiarità con l'altezza e la resistenza delle levette del DualShock 4 non si sentirà spaesato: restituiscono una sensazione piuttosto simile, e sono equipaggiate con due coperture in gomma blu. Anche se francamente sembrano economiche, sotto i pollici offrono una presa morbida e sorprendentemente soddisfacente.

Per un controller così costoso, che deve resistere alla prova del tempo, ha senso che l'area più incline al consumo dovuto all'uso sia sostituibile. Non è neanche consigliabile usare le levette senza le coperture: togliendole, sentirete lo scivoloso materiale sottostante. Un'altro punto a sfavore è che le asticelle in acciaio di queste levette producono un rumoroso colpo quando urtano i bordi in plastica. Non è elegante come vi aspettereste, anche se usando delle cuffie non dovreste accorgervene. Si può discutere se siano migliori o peggiori di quelle più lunghe del Nacon, ma se siete abituati alle levette standard del DualShock 4, con queste vi ci vorrà di meno per abituarvi.

Un grande punto a favore del Raiju sono i grilletti, decisamente superiori a quelli del Nacon come qualità. Sono disponibili con una modalità di fuoco rapida che riduce la corsa su ognuno dei grilletti, per scariche di fuoco più corte negli sparatutto. Basta premere i blocchi dietro ogni grilletto e la corsa si riduce da 18 a soli 5 gradi. Oltre quel punto viene bloccata la ricezione dell'input, il che lo rende inutile per i giochi di corse o anche Rocket League, dove avete bisogno di tutto il raggio d'azione per la giusta accelerazione. È utile però per sparare in titoli che richiedano una pressione più veloce del grilletto, come Call of Duty.

Questo è un ulteriore segno di come il Raiju sia pensato principalmente per la migliore performance negli FPS, che si conferma anche negli altri aspetti del controller. Ogni input è estremamente sensibile, dal brevissimo punto di attivazione dei pulsanti frontali a quelli posteriori. Anche il più leggero sfioramento li attiva. È ottimo per tradurre ogni pressione velocemente in un'azione a schermo, ma abbiamo dovuto fare particolare attenzione a dove poggiavamo le dita in giochi come Dark Souls 3. Un altro effetto collaterale di questi interruttori è che la forte vibrazione del controller può far tremare tutti i tasti rumorosamente. Anche questo non lo fa sembrare un prodotto di fascia alta.

Ecco il confronto tra i due controller

Arriviamo quindi alla croce direzionale. Sfortunatamente, questa è la peggiore che abbiamo mai usato finora su un controller PS4, peggio anche di quella del Nacon, già inferiore allo standard. Non c'è bisogno di fare giri di parole: i pulsanti non si premono facilmente, e ogni elemento della croce è un singolo bottone, rendendo complessi i movimenti circolari necessari in giochi come Street Fighter. Ci sarebbe piaciuto avere invece qualcosa di più simile alla croce direzionale del Saturn o anche al pad per Xbox One. Per come è costruita, si comporta bene per una rapida selezione delle armi in Call of Duty, ma non è l'ideale per muovere personaggi in titoli bidimensionali.

Siamo rimasti stupiti dal fatto che il Raiju sia meno personalizzabile del Nacon, ma almeno ci sono quattro grilletti in alluminio a cui potete assegnare una funzione. Sono facili da raggiungere nella parte posteriore ed è possibile rimuoverne due se sono d'impaccio. Si personalizzano in modo molto intuitivo: basta tenere premuto il pulsante apposito sul pannello di controllo, sotto la levetta analogica sinistra. Poi è sufficiente tenere premuto uno dei quattro grilletti e quindi un pulsante del controller da copiare. Una piccola vibrazione vi confermerà che l'input è ora mappato sul grilletto. Si tratta di un sistema sicuramente più diretto del Nacon, senza passare per un software su PC, rinunciando però alla flessibilità di modificare qualsiasi altra funzione. Si può passare tra due profili personalizzati, usando un pulsante posto di fianco a quello di assegnazione, ma questo è il massimo delle opzioni concesse.

Dopotutto, è chiaro che il processo di progettazione di un buon controller sia una pratica decisamente lunga. I pro e i contro del Nacon e del Razer Raiju fanno capire quanto il DualShock 4 standard sia valido dal principio, essendo adatto a tutti i tipi di giochi. Infatti, se si unissero le costose opzioni di questi due prodotti, si potrebbe creare un ottimo controller ibrido, con i grilletti e l'ergonomia del Raiju e le possibilità di personalizzazione del Nacon. Presi individualmente, è però arduo giustificare una spesa così alta quando c'è la sensazione di rinunciare a qualcosa e di non avere il pacchetto completo.

In definitiva ci ritroviamo con due controller che sembrano puntare ad un pubblico specifico, ossia i giocatori di FPS competitivi. Sotto questa prospettiva, il Nacon sembra essere l'acquisto migliore nonostante non riusciamo a digerire gli scomodi grilletti. Il Raiju ne esce secondo noi meglio in questo senso poiché i fondamentali, ossi le levette e i grilletti, si comportano bene; è solo un peccato che la croce direzionale e i pulsanti deludano. Tenendo presente questo, e ricordando le superiori possibilità di personalizzazione del Nacon, consigliamo di testare con mano entrambi i pad prima di decidere l'acquisto.

Dai risultati di questo test, quello che è chiaro è che il DualShock 4 standard di Sony resta un controller eccezionalmente buono, e che serve qualcosa di veramente speciale per avere un vero miglioramento. Appurato questo, è doveroso enfatizzare quanto valido sia il controller Xbox One Elite di Microsoft: il team che si è occupato dell'hardware ha fatto un lavoro fenomenale e dovremo attendere ancora per avere un'alternativa di eguale livello su PlayStation 4.

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A proposito dell'autore
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Thomas Morgan

Senior Staff Writer, Digital Foundry

32-bit era nostalgic and gadget enthusiast Tom has been writing for Eurogamer and Digital Foundry since 2011. His favourite games include Gitaroo Man, F-Zero GX and StarCraft 2.
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