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Ultra Street Fighter II: the Final Challengers - recensione

Nostalgia a peso d'oro.

Ormai dovremmo essere abituati alle politiche di Capcom, ma ogni volta la casa di Osaka riesce a sorprendere i fan delle sue storiche IP. Mentre sulle altre piattaforme Street Fighter V sta facendo un ottimo lavoro sul fronte dell'eSport, su Nintendo Switch approda una versione riveduta e corretta di Super Street Fighter II Turbo, pensata per festeggiare il trentesimo anniversario del picchiaduro più famoso al mondo.

L'operazione in sé non è male. Il problema è il prezzo a cui viene venduto il (comunque corposo) pacchetto. In Ultra Street Fighter II: the Final Challengers è presente l'inossidabile modalità arcade (assente invece in Street Fighter V) con tutti i relativi finali. C'è il multiplayer offline, quello online (quasi), una ricchissima galleria di immagini ufficiali, l'editor dei colori, la modalità Way of the Hado, l'inedita modalità coop e l'utile allenamento con cui affinare le proprie tecniche di lotta.

È innegabile che Ultra Street Fighter II: the Final Challengers sia una raccolta molto appetibile per i fan del gioco. La cosa più interessante, però, è la presenza di due nuovi personaggi (Evil Ryu e Violent Ken), l'aggiunta del 16:9 effettivo, il nuovo bilanciamento dei lottatori e la possibilità di scegliere se usare grafica ed effetti sonori originali, o la loro versione aggiornata al mercato odierno.

Il lavoro fatto da Capcom per garantire un pacchetto a prova di fan è notevole, anche se la nuova direzione artistica curata da Udon non rende minimamente giustizia ai pixelosissimi sprite originali. La nuova veste grafica riprende quanto già visto su PS3 e Xbox 360 con Super Street Fighter II Turbo HD Remix, con proporzioni alterate e una caratterizzazione poco fedele a quella originale.

Cover image for YouTube videoUltra Street Fighter II: The Final Challengers - Trailer (Nintendo Switch)

Purtroppo non è possibile passare da una grafica all'altra con la semplice pressione di un tasto, come accade invece nell'eccellente Wonder Boy di Dot Emu. Per cambiare look al gioco è sempre necessario tornare al menu principale, accedere alle opzioni e selezionare l'opzione desiderata.

La cosa importante della veste grafica in HD è che per la prima volta sono stati implementati i 16:9 effettivi. Le nuove proporzioni dello schermo influenzano direttamente il gameplay, cambiando tutte le distanze e rendendo obsolete alcune combo e strategie della vecchia versione del gioco. Per i puristi è comunque possibile optare per i confortevoli 4:3 originali.

Per quanto riguarda la giocabilità, ancora oggi Street Fighter II è in grado di pompare adrenalina nelle vene e non solo per l'inevitabile effetto nostalgia. D'altra parte stiamo parlando dell'edizione riveduta e corretta del capitolo più apprezzato dai fan di vecchia data.

Purtroppo non abbiamo approfondito abbastanza sul fronte del bilanciamento dei personaggi per lanciarci in analisi dettagliate, ma una cosa è certa: Vega (Claw) è ancora fortissimo. Il vero problema di questa versione del gioco va ricercato nel sistema di controllo. In assenza di un arcade stick (ne è stato annunciato uno di Hori, ma è un acquisto davvero estremo, considerata la penuria di picchiaduro sulla console Nintendo) è difficile digerire i movimenti a mezzaluna tipici del gioco.

La modalità Allenamento è piuttosto curata ed è indispensabile per migliorare.

Il problema è mitigato con il Controller Pro, dotato di una buona croce direzionale, ma la soluzione a base di Joy-Con è da calendario gregoriano. Nella maggior parte dei casi conviene affidarsi agli stick analogici, sacrificando la precisione a vantaggio del divertimento.

Capcom ha pensato l'intero progetto senza avere bene in mente il tipo di pubblico a cui dedicarlo. Il gioco è il più amato dai fan storici, quelli che si ammazzano di combo e tornei e che sanno esattamente con quale colpo punire le mosse dell'avversario. La scelta per il sistema di controllo, invece, è quanto di più casual si possa trovare in circolazione, sia per il design della console che per il fatto (assurdo) di non poter modificare la distribuzione dei tasti. Va però detto che la distribuzione predefinita è quella classica di Street e che funziona benissimo con tutte le varianti dei controller. Anche con la soluzione portatile del doppio Joy-Con per le sfide a spasso.

Il menu per la personalizzazione dei colori dei personaggi è un'aggiunta molto gradita. Sfruttando il controller o direttamente il touch screen dello Switch si possono alterare i colori di varie parti degli sprite, dalla pelle ai capelli, passando per abiti e accessori. Le modifiche vengono applicate sia sugli sprite originali che su quelli ridisegnati, garantendo il massimo della soddisfazione a prescindere dalla vostra soluzione grafica preferita. L'altra aggiunta è la modalità Way of the Hado, che sfrutta i sensori di movimento dei Joy-Con per permettere di eseguire in prima persona le leggendarie tecniche di Ryu. Dobbiamo proprio dirvelo? Non ha senso.

Dite quello che vi pare, ma gli sprite originali hanno un fascino imbattibile.

O meglio, ha senso per 10 minuti, ma a causa di una risposta pigra ai comandi e alla monotonia di fondo, difficilmente gli dedicherete più tempo. Ha molto più senso invece la Buddy Battle, una modalità coop che permette a due giocatori di accanirsi contemporaneamente contro un avversario controllato dalla CPU. In sostanza è la versione evoluta della Dramatic Battle della serie Alpha.

Spezziamo una lancia a favore del comparto audio. Capcom non solo ha inserito sia la versione originale che quella remixata dei temi storici del cast di Street Fighter, ma ha anche previsto il doppio audio per le voci dei personaggi.

Le sensazioni offerte da questo Street Fighter II per Switch sono sempre potenti, in un verso o nell'altro. Da una parte c'è il divertimento che il gioco riesce a regalare ancora oggi, grazie a un cast stellare e a una giocabilità senza paragoni. Dall'altro c'è il fastidio legato ai controlli e il dubbio dell'Online.

Già, perché finora non è ancora stato pubblicato l'aggiornamento che abilita le sfide in rete. Per questo motivo, abbiamo deciso di pubblicare la recensione senza voto, in attesa di capire come si comporterà in gioco online. Perché per quanto curato, un progetto del genere non dovrebbe mai essere venduto a 39,99 euro. A maggior ragione se il multiplayer online dovesse riservare qualche brutta sorpresa. Nel frattempo, comunque, godetevi le immagini della recensione. Io vado a spaccare le ossa a Bison.

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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