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Rising Storm 2: Vietnam - recensione

Non ci sono eroi nella giungla.

Gli FPS tattici hanno fatto recentemente passi avanti molto interessanti, soprattutto in direzione di una maggiore varietà d'offerta. Il concetto di portare le meccaniche FPS in situazioni realistiche/simulative è infatti ben lontano dall'essere banale, e l'esecuzione può seguire strade molto diverse. A testimoniarlo c'è l'offerta che oggi troviamo sul mercato che tra gli estremi simulazione/arcade (che potremmo esemplificare con Arma/Battlefield) offre molte alternative che mescolano meccaniche di gameplay ed esperienze di gioco. La serie Rainbow Six (con Siege) e il nuovo Squad (una sorta di Arma più approcciabile) sono esempi di come il genere possa offrire diverse iterazioni rinnovandosi costantemente intorno a pochi capisaldi.

Rising Storm 2: Vietnam (d'ora in poi RS2V) è un altro esempio di questa estrema varietà tra estremi. Le serie cugine Red Orchestra-Rising Storm, si concentrano da sempre su un gameplay veloce, spietato, iper cruento e, per quanto possibile, fedele ad alcuni concetti tattici militari. Giocare questi titoli come si gioca un qualsiasi Halo ha molto poco senso, sia dal punto di vista del divertimento, sia da quello dei risultati che si ottengono. Non paga agire da soli e non paga farlo in maniera distratta e iper-veloce, nemmeno se siete dei fenomeni del riflesso occhio-mano.

La natura e lo scenario generale in RS2V fanno una gran bella figura, a patto di non andare a vedere I dettagli di, alcune, singole texture

Queste due serie di giochi richiedono al giocatore il lavoro di squadra, la consapevolezza della situazione sul campo di battaglia (la famigerata battlefield awareness) e un costante pensiero tattico guidato dagli obiettivi della modalità che si sta giocando. In pratica il tutto si concretizza in un gameplay ben più semplice di quanto non sembri: consultare la mappa, rimanere con la propria squadra e sfruttare il più possibile le proprie abilità e quelle dei compagni.

RS2V segue anch'esso questa strada portandoci negli inconfondibili scenari vietnamiti e immergendoci nell'ormai celebre conflitto, nei panni degli americani e/o delle forze vietnamite (esercito del Sud Vietnam e Viet Cong). Diciamo subito che si tratta di un gioco esclusivamente competitivo online, non esiste una campagna singola, in nessuna forma. Il gioco offre tre diverse modalità online e otto diverse classi tra cui scegliere (dieci per la fazione vietnamita); la progressione del giocatore tra i livelli viene premiata esclusivamente con sblocchi estetici. Si tratta di scelte nette che escludono immediatamente un'ampia fetta di giocatori, ma questo è quello che la serie ha sempre fatto: percorrere una strada precisa e rendersi appetibile esclusivamente per giocatori che vogliano un tipo di esperienza particolare.

In questo spazio ben delimitato RS2V si muove con grande confidenza. Le modalità di gioco sono molto interessanti e coinvolgenti. Supremacy ospita 64 giocatori su una mappa in cui le locazioni da conquistare sono collegate e generano punti solo se la squadra ha una linea di locazioni conquistate continua: in caso contrario la locazione isolata, semplicemente, smette di generare punti.

Questa variante crea interessanti situazioni in cui infiltrare le linee nemiche è desiderabile/interessante e le priorità si generano abbastanza naturalmente. Le battaglie si arricchiscono tematicamente man mano che le due squadre creano bastioni di difesa su punti critici o nel momento in cui incursioni in profondità particolarmente audaci hanno successo.

Cover image for YouTube videoRising Storm 2: Vietnam Launch Trailer (Full Length)

Territories è invece tematicamente interessante fin da subito. I giocatori vengono infatti divisi immediatamente in attaccanti e difensori; i primi devono conquistare una serie di locazioni e mantenerle per poter sbloccare il set di obiettivi successivo (e la relativa porzione di mappa). Niente di nuovo, ma in un'ambientazione storica come questa, e con tutte le meccaniche tattiche del gioco, ogni partita acquisisce un gusto tematico e un realismo davvero impressionanti.

A proposito di meccaniche tattiche, RS2V le utilizza ampiamente basandoci il suo intero gameplay. Ogni squadra è composta da sette giocatori e ha un capitano che detta gli ordini e passa le coordinate per eventuali azioni di supporto (artiglieria ad esempio). Il capitano funziona, inoltre, come spawn point per l'intera squadra (mobile per gli USA, statico, nella forma di un tunnel costruibile, per la fazione vietnamita) e come provider di bonus per i giocatori che ha intorno.

Tramite la collaborazione con un'altra classe, il radioman, il comandante può inoltre richiedere appoggio di artiglieria o bombardamenti di napalm. Si tratta di una meccanica chiave per lo sviluppo del gioco poiché, per come è costruito il gioco, la conquista degli obiettivi (soprattutto in modalità Territories) è complessa e la squadra che difende ha sempre un deciso vantaggio posizionale.

Qui esce tutto il sapore tattico e asimmetrico di RS2V. Difendere un obiettivo territoriale è sempre più semplice che assaltarlo. Per il semplice motivo per cui sparare da fermi su un bersaglio che ci viene incontro (magari da una posizione di vantaggio) è chiaramente più semplice del contrario. Gli eroi non funzionano in RS2V; molto più facile, invece, è organizzarsi con granate di fumo o appoggi di artiglieria per confondere il nemico mentre si avanza e arrivare così a scontri a corto raggio in cui il fattore sorpresa annulla il vantaggio del difensore. Così funzionano (o dovrebbero funzionare) la maggior parte degli scontri in RS2V, e il tutto ha un fortissimo sapore realistico; in pratica ci si sente davvero su un campo di battaglia e ci si ritrova a pensare e agire come, presumibilmente, farebbe i professionisti nella situazione reale.

Un classico esempio di posizione da assaltare facendosi precedere da artiglieria e granate fumogene.

Un'altra meccanica tattica molto interessante (e nuova per la serie) è il fuoco di soppressione. Sparare nelle immediate vicinanze di un nemico (uno o due metri di raggio, approssimativamente), anche senza colpirlo, produce nel bersaglio uno stato confusionale che si traduce in una visione disturbata (effetto blur) e in abilità di combattimento ridotte. Il bersaglio si trova insomma costretto a lasciare la posizione (per annullare l'effetto) o rimanere sul posto in stato confusionale. Questa meccanica, oltre a dare valore a una classe particolare (il machine gunner), premia gli accerchiamenti e la concentrazione di fuoco (quindi le squadre che si muovono in maniera coesa).

Tutte queste particolarità di RS2V rendono il gioco, e il divertimento che se ne trae, direttamente dipendenti dal tipo di giocatori che si incontrano. Mentre giochi come Battlefield 1 producono una collaborazione 'light' che non necessita di particolare coordinamento per offrire un certo livello di prestazione, titoli come RS2V richiedono team in cui la comunicazione sia abbondante e rilevante. Insomma, avere giocatori dedicati che fanno quel che devono fare e che conoscono tutte le 'nuance' delle classi che interpretano è un must per ottenere il massimo, sia in termini di divertimento che in termini di prestazione.

Tecnicamente RS2V ha luci e ombre. Mentre lo scenario in generale è realizzato ottimamente e offre scorci mozzafiato anche su macchine non proprio di ultima generazione (i requisiti minimi sono sorprendentemente bassi per un FPS moderno), alcune texture sono ripetitive e ben poco dettagliate. Gli effetti speciali presentano lo stesso mix di ottime cose (le esplosioni delle bombe al napalm sono incredibili) e delusioni (effetti dei proiettili del fuoco di soppressione poco soddisfacente). Ma in generale, se non ci si sofferma troppo sui dettagli, RS2V, anche se lontano dallo stato dell'arte attuale, è un titolo esteticamente molto piacevole e ricco di atmosfera. All'atmosfera contribuisce ottimamente anche la colonna sonora (il classico mix di hit anni '70) e gli effetti speciali (tranne il parlato decisamente troppo stereotipico).

Visuale dall'elicottero, RS2V al suo meglio, dal punto di vista estetico. I comandanti possono lanciare fumogeni per comunicare dove richiedono l'atterraggio!

Menzione speciale per la funzionale interfaccia multiplayer che offre le giuste opzioni per un gioco PC: browsing dei server e possibilità di accedere alle informazioni che questi pubblicano (la comunità sta già fiorendo con diversi tipi di server, e di stili di gioco, disponibili).

In definitiva RS2V è un ottimo FPS tattico che offre una precisa miscela di azione realistica e altamente tematica ricreando i campi di battaglia del Vietnam con una precisione a tratti sorprendente. Con la dovuta pazienza (per imparare e ricercare giocatori affini) si tratta di un titolo in grado di offrire molte ore di divertimento a livelli molto alti.

8 / 10

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Davide Pessach

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Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.

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