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Prendetevi le responsabilità della vostra comunità - editoriale

Il caso di PlayerUnknown's Battlegrounds mostra come gli sviluppatori possano impostare la tolleranza zero contro i comportamenti tossici.

All'inizio della settimana, Brendan Greene, il creatore del celebre PlayerUnknown's Battlegrounds, si è scagliato contro uno dei più grandi streamer di Twitch durante una partita online, parliamo di DrDisRespect, un personaggio che vanta più di 650.000 follower.

Potete trovare un dettagliato sunto di ciò che è accaduto su Waypoint, ma sintetizzando ulteriormente, in pratica il dottore ha infranto le regole del gioco durante uno streaming uccidendo intenzionalmente un compagno di squadra, e per questo gesto è stato bannato temporaneamente dal gioco. Dopodiché, Greene e DrDisRespect hanno discusso del fatto su Twitter, con lo streamer che scherzava dicendo che avrebbe assalito lo sviluppatore, e Greene che spiegava il perché non trovasse quel tipo di scherzo molto divertente.

La parte più interessante della vicenda è quella in cui lo sviluppatore di un gioco acclamato dal pubblico litiga contro un membro molto in vista di una comunità streaming che ha aiutato a far entrare il gioco nella storia, e non scusandosi per averlo fatto.

Potrebbe inasprire i rapporti tra DrDisRespect o altri famosi streamer e PUBG? Possibile. Questo potrebbe implicare una perdita dei profitti o della popolarità del gioco? È improbabile che rovini la situazione in maniera rilevante, ma nel breve termine potrebbe costare loro qualche vendita. È stato il modo migliore di agire? Assolutamente sì. Si tratta di qualcosa che occorre sia più frequente nell'industria videoludica, e nell'online in generale. Se gestisci una comunità online, la comunità stessa è un tuo riflesso, e dovrebbe essere considerata come un'accurata rappresentazione dei tuoi valori.

Se gestisci una comunità online, la comunità stessa è un tuo riflesso, e dovrebbe essere considerata come un'accurata rappresentazione dei tuoi valori.

La parte complicata della responsabilità di gestire la tua comunità è che scala con la grandezza della stessa, ma allo stesso tempo la condanna morale ha bisogno di un appoggio logistico. Non è difficile impedire a persone pessime di rovinare una community impiegando una dozzina di persone; devi solo decidere che non le vuoi tra i piedi. Man mano che la tua comunità diventa più grande, è ovvio che sia necessario più lavoro per gestirla, ma in nessun modo "abbiamo troppi utenti" può diventare una scusa valida per lavarsi le mani delle proprie responsabilità, sia che stiate gestendo un videogioco, un forum, o un sito web da un miliardo di utenti al mese. Questo comunque non equivale necessariamente a dire che Google sia un compagnia orrenda e indifendibile per quello che si può trovare nei commenti di YouTube. Ma indica che a Google non importa se una parte del denaro in entrata le arriva dotando persone tremende e indifendibili di un megafono.

Ma non ci sono scuse che tengano per quello. Se gli elementi tossici contribuiscono a una minima parte del business di una compagnia, ha poco senso lasciarli agire, considerando l'impatto negativo che hanno sul resto dell'utenza. Ma se quel segmento tossico della user base invece porta grandi somme alla compagnia, allora Google certamente non può permettersi un taglio netto con quel tipo di utenza. Significherebbe che Google è dipendente dagli utenti pessimi e indifendibili, o quanto meno promuove la loro identità. E se la tua azienda non riesce a sopravvivere senza fare ciò, forse allora è giusto che non sopravviva.

Potrebbe sembrare eccessivo affermare che il cattivo comportamento dei giocatori sia responsabilità dei game creator, ma sviluppatori e publisher hanno molto più controllo sulla situazione di quanti vogliamo credere. Quel controllo inizia stendendo delle regole, una cosa che PUGB fa abbastanza bene con le sue Regole di Comportamento. Iniziano con una sinossi TL;DR (too long; didn't read) di "Gioca pulito e rispetta gli altri giocatori" e finisce con un avviso che "queste regole non sono finali né esaustive - ci riserviamo il diritto di sospendere utenti distruttivi anche se il loro comportamento non ricade direttamente in una di queste regole esposte. Siate cordiali, giocate pulito e rispettate voi stessi e gli altri". Tra le regole, troviamo le linee guida su linguaggio scurrile, furto di identità di altre persone, team killing, bug exploit, ed altro. Serve come monito per coloro i quali intendono fare i furbi, cosicché eventualmente lo facciano a proprio rischio.

Cover image for YouTube videoClosed Beta Gameplay Trailer

Bannando temporaneamente Dr.DisRespect, lo sviluppatore Bluehole ha messo in chiaro il fatto che le Regole di Condotta di PUBG sono regolarmente applicate, anche per i membri in vista della comunità. Lo scambio di tweet di Greene con lo streamer ha evidenziato ulteriormente il fatto che lo scherzetto (o minaccia) di Dr.DisRespect sia stato giudicato inaccettabile, anche se non sono stati presi provvedimenti al di fuori dell'inibizione al gioco.

È un buon inizio, ma c'è ancora chiaramente un po' di lavoro da svolgere. Il forum di PUBG ha una sezione dedicata alla segnalazione degli utenti che violano le Regole di Condotta, con differenti azioni punitive in base al tipo di infrazione commessa. Ma ognuna di esse chiede che si riportino gli utenti con una prova video dell'infrazione e di postarlo su un sito esterno che si può linkare al report. Si tratta di un sistema molto macchinoso e poco user-friendly (un sistema di video-sharing integrato come quelli di Xbox One e PS4 sarebbe preferibile), ma Greene ha ammesso che lo studio di sviluppo sta lavorando su sistemi più efficienti.

I provvedimenti nei confronti della comunità sono variabili a seconda del gioco (o del forum, del sito web, etc.), ma io suggerirei che il comun denominatore possa essere quello di rimuovere gli utenti in malafede dalla community. A prescindere da quali siano le regole fissate, ci saranno sempre persone che sfidano i loro limiti, alla ricerca di scappatoie, che si lamentano delle leggi mentre sono colti in flagrante a infrangerle. (Come hanno mostrato i cambiamenti operati da Blizzard alle loot box di Overwatch in Cina, questo fenomeno non è limitato a casi isolati, quindi si parla di lezione che funga da esempio ai tuoi giocatori). Queste persone non rendono una comunità migliore, e dovrebbero essere trattati allo stesso modo in cui le compagnie trattano hacker e chi utilizza i bot. Dopo tutto, i publisher fanno pugno duro contro questi gruppi perché riconoscono l'impatto negativo che hanno sulla user base. Perché quindi dovrebbero essere più morbidi con persone il cui comportamento tossico ha le stesse conseguenze, ed in molti casi il loro scopo principale è di rovinare il divertimento degli altri giocatori?

Utenti in malafede non rendono una comunità migliore, e dovrebbero essere trattati allo stesso modo in cui le compagnie trattano hacker e chi utilizza i bot

Ci sono state varie scuole di pensiero in materia. In passato, alcuni dicevano che si sarebbero dovuti riportare sulla retta via i giocatori tossici. Altri dicevano che si sarebbe dovuto accoglierli per la passione dimostrata e per il fatto che "possono colpire per voi" (sebbene io sia più incline a pensare che preferireste avere un'armata tossica contro che alleata). Il primo approccio è verosimilmente sbagliato, mentre il secondo lo definirei moralmente indifendibile se fosse proposto al giorno d'oggi.

Se i vostri giocatori non riescono a comportarsi in maniera civile, se non permettono ai compagni un minimo di dignità, se non riescono a tollerare le più semplici regole di comportamento per un gioco pulito e nel rispetto degli altri, bannateli dal gioco. Proprio come la mela marcia può rovinare un intero raccolto, un pessimo giocatore è in grado di rovinare l'esperienza di gioco di dozzine di altri. È già grave lasciare che succeda una volta, ma scegliere di non estirpare quei tumori una volta che si è accertata la loro natura maligna è un segno eloquente dei valori di una compagnia, dei comportamenti che ritiene accettabili, e dei consumatori a cui tiene maggiormente.

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Playerunknown's Battlegrounds

PS4, Xbox One, PC

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Brendan Sinclair

Managing Editor

Brendan joined GamesIndustry International in 2012. Based in Toronto, Ontario, he was previously senior news editor at CBS-owned GameSpot in the US.

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