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Speedlink Trailblazer - recensione

Un volante entry level. Forse un po' troppo.

Recentemente l'azienda tedesca Speedlink ha allargato la produzione delle proprie periferiche a tutta una serie di nuovi prodotti e accessori per il gaming pensati per vari generi, e i giochi di guida sono uno di questi. Con il Trailblazer punta a coprire quella fascia di mercato di volanti realizzati da terze parti in grado di connettersi a tutte le maggiori console presenti sul mercato, nella fattispecie Xbox One, PlayStation 3, 4 e PC.

Siamo chiaramente di fronte a un prodotto entry level pensato per mettere al volante un numero di utenti molto vasto senza spaventarli con un prezzo elevato o una configurazione particolarmente complessa: il volante è una classica postazione da tavolo fissabile con ventose e viene venduto con una pedaliera decisamente economica, ma il pacchetto è completo in quanto abbiamo tolto dalla confezione il volante e la pedaliera, li abbiamo connessi alla nostra PS4 e abbiamo iniziato a giocare immediatamente a Drive Club.

La qualità costruttiva del Speedlink Trailblazer è chiaramente piuttosto elementare visto che si tratta di normale plastica senza rifiniture di rilievo, così come gli inserti dei tasti e gli accoppiamenti. Degna di nota è però la gomma morbida della corona dello sterzo che rende abbastanza gradevole la presa anche per lunghi periodi. Le ventose nella parte inferiore sono invece di ottima qualità e da quello che abbiamo potuto vedere riescono a tenere ancorato il volante se la superficie è sufficientemente liscia e si tengono accuratamente pulite.

Cover image for YouTube videoVolante Trailblazer Speedlink: unboxing
Il nostro unboxing del Trailblazer di Speedlink. Il livello qualitativo è abbastanza evidente.

La pedaliera è invece di plastica di scarsa qualità, piuttosto leggera e molto piccola. Nonostante questo ha un paio di accorgimenti interessanti: la parte sottostante si ripiega su sé stessa in funzione di poggiatalloni, e sul telaio dietro i tasti sono presenti due gommini per fermare la corsa delle due pedaline. La piedinatura della pedaliera è appena sufficiente ma lunghe sessioni di utilizzo senza un appoggio stabile difficilmente permettono di frenare e accelerare confortevolmente.

Ma torniamo al volante e analizziamo la pulsanteria: sul frontale sono presenti numerosi tasti: sulle due razze abbiamo il d-pad a quattro vie e i quattro consueti tasti funzione, mentre sul volante abbiamo altri quattro tasti, due per ogni lato che corrispondono ai bumper e ai trigger dei pad tradizionali. Nella parte posteriore le due leve del cambio e sulla destra una leva del cambio sequenziale a due posizioni, avanti e indietro. La qualità dei pulsanti è decisamente bassa: quelli sulle razze possono servire solo a gestire funzioni occasionali di navigazione all'interno dei menu visto che sono irraggiungibili dal pollice e costringono a staccare le mani mentre si guida.

L'ergonomia di questo volante è decisamente scarsa: se escludiamo le due leve del cambio, ben sagomate e facilmente raggiungibili e attivabili con un secco scatto del microswitch, tutti gli altri pulsanti non brillano per posizionamento e reattività: i quattro tasti sulla corona dello sterzo sono difficili da raggiungere con il pollice e non molto reattivi al tatto. I quattro sulle razze sono invece a portata anche se bisogna imparare a distinguerli in quanto molto ravvicinati. Il problema è che le molle non sono molto reattive e in un paio di casi si sono anche incastrati costringendoci a ricliccare per sbloccarli.

Ecco il Trailblazer di Speedlink: il look non è male…
… ma usandolo ci si accorge che materiali ed ergonomia non sono molto azzeccati.

I D-pad soffrono della stessa scarsa reattività degli altri, anche se in ogni caso il loro dovere di navigazione nei menu lo fanno tutto sommato onestamente. Il vero punto negativo del volante è tuttavia rappresentato dalla leva del cambio manuale: questa risponde abbastanza bene ai comandi ma è il suo posizionamento letteralmente quasi dietro al volante stesso a rendere quasi impossibile il suo utilizzo: si deve allungare la mano molto oltre la linea dello sterzo letteralmente sporgendosi in avanti e questo è tutt'altro che ideale mentre si guida, rendendo questa soluzione quasi del tutto impraticabile.

Situazione simile per la pedaliera: della leggerezza che conduce a una scarsa stabilità abbiamo già detto, e quindi ci si deve ingegnare a bloccarla in qualche modo per evitare che scappi da tutte le parti. La resistenza delle molle è abbastanza buona così come la corsa abbastanza breve favorisce le frenate e meno il dosaggio dell'acceleratore.

Il vero problema è anche in questo caso ergonomico: il fatto che freno e acceleratore siano così ravvicinati obbliga a tenere le gambe in una posizione estremamente ravvicinata. Solo i bambini o comunque persone non oltre il metro e settanta in altezza troveranno confortevole l'uso di questa pedaliera, mentre tutti gli altri rischiano di stancarsi velocemente visto che si devono veramente tenere le gambe molto ravvicinate per agire sui pedali correttamente.

Come potete vedere dalle foto, il volante non è dotato di un fermo a ganascia, e per un prodotto di questo genere non è esattamente il massimo: le ventose fanno bene il loro lavoro su una superficie adeguatamente liscia e se adeguatamente pulite riescono a tenere ben fermo il volante per un periodo di tempo molto consistente, più che sufficiente per una sessione di gioco anche di qualche ora: il problema sono i tavoli in legno o con superficie irregolare che rendono praticamente impossibile il suo utilizzo in questo contesto, quindi considerate attentamente l'eventuale posizione in cui dovreste montarlo perché con un sistema di aggancio così empirico, diventa difficile mettersi nelle migliori condizioni per usarlo.

Abbiamo usato il Trailblazer su PS4 essenzialmente con Driveclub e Assetto Corsa e l'esperienza è stata altalenante. Con il racing game di Sony, che è essenzialmente un simularcade molto guidabile anche alle alte velocità, il Trailblazer se l'è cavata discretamente bene ed in effetti sembra essere proprio questa la tipologia di titoli per cui è stato prodotto: complice la limitazione di 180 gradi dell'angolo di sterzata, il gioco ha configurato automaticamente la rotazione permettendoci di correre decentemente un po' con tutte le tipologie di vetture, pur senza poter regolare in modo raffinato la sensibilità dello sterzo.

Questo genere di limitazione è venuta fuori in modo ancora più prepotente con un simulatore di livello come Assetto Corsa: è vero che la versione console non permette la raffinatezza delle regolazioni di quella PC ma ci sono vetture che per essere sfruttate al meglio vanno per forza guidate con un volante in grado di compiere una rotazione da 900 gradi, a cui il gioco si adatta automaticamente: questo, proprio per le limitazioni di questo Trailblazer non è stato possibile, per quanto, soprattutto con le GT, la configurazione automatica ci ha permesso di guidare per lunghi periodi di tempo con una buona precisione e senza notare grossi problemi di zona morta.

La pedaliera è molto elementare e la gommatura nella parte inferiore non è sufficiente a tenerla ferma, oltre al suo scarso peso.

Il force feedback che restituisce il volante è piuttosto elementare: scordatevi le sensazioni di guida trasmesse da volanti di fascia media come sovrasterzi, perdite di carico all'anteriore o posteriore o trasferimenti di peso. Il volante si limita a una serie di semplici vibrazioni per gli impatti contro ostacoli solidi o per tutti gli effetti relativi al feeling di guida trasmesso dalle ruote direttamente allo sterzo.

Il coinvolgimento ovviamente ne risente, per non parlare anche della capacità del guidatore di anticipare il comportamento della vettura in base a quello che percepisce dallo sterzo. Ma in effetti non ci si poteva aspettare nulla di diverso: la scocca nella parte interna del piantone dello sterzo è molto piccola e gioco forza non può ospitare meccanismi di force feedback molto sofisticati e potenti.

Tirando le somme, è abbastanza ovvio il fatto che ci troviamo di fronte a una periferica entry level caratterizzata da molte, troppe limitazioni e il prezzo particolarmente attraente di nemmeno novanta euro non giustifica completamente gli aspetti negativi, e sono tanti, su cui si deve passare sopra. Come detto il primo è l'ergonomia: è vero che il cambio manuale viene usato sempre meno, ma l'attuale posizionamento è semplicemente senza senso per la raggiungibilità della leva e per come si rischia di toccare la corona dello sterzo.

I tasti funzione replicano quelli di un pad ma il loro posizionamento sulle razze, purtroppo standard e comune a molti volanti simili, li rende scarsamente utilizzabili nella frenesia della guida: gli unici quattro realmente utili non sono il massimo della sensazione tattile ma tutto sommato fanno il loro dovere, per quanto anche il loro posizionamento sarebbe ampiamente migliorabile.

L'altra grossa limitazione riguarda il sistema di ancoraggio: le ventose sono inadeguate su una vasta serie di superfici e non garantiscono sufficiente stabilità a un sistema che anche nella pedaliera richiede degli interventi extra che risolvono solo in parte la sua scarsa stabilità. Come potete immaginare non ci sentiamo di consigliare questa periferica nemmeno ai giocatori occasionali: costa poco e non potrebbe essere diversamente, ma offre anche poco e solo a chi vuole giocare su console con i giochi di guida anche se con poche pretese, ammesso riesca ad installarlo in modo stabile. Ci auguriamo che Speedlink riprogetti questa periferica con maggiore attenzione in quanto un pubblico interessato a questa fascia di prodotti non manca sicuramente.

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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