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Gli sviluppatori di Rainbow Six Siege sono orgogliosi di come hanno gestito le microtransazioni

Quella di Battflefront II è una storia da cui imparare.

Il polverone sollevato da Star Wars Battlefront II ha offerto una lezione piuttosto importante riguardo il modo di gestire una funzione tanto delicata come possono essere le microtransazioni in un gioco che non è un free-to-play.

Come riporta PCgamesn, sembra che i piccoli acquisti in gioco non siano del tutto eliminabili, in quanto necessari a mantenere redditizi i giochi AAA nel lungo termine.

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Rainbow Six Siege ha colto nel segno per quanto riguarda l'utilizzo delle microtransazioni, lo fa intendere il direttore Alexander Remy il quale è soddisfatto di come esse siano state implementate nel suo gioco. "C'è un certo orgoglio per la filosofia sulla monetizzazione e il grinding adottata per Rainbow Six Siege" dice Remy.

"Pensiamo di aver trovato il giusto bilanciamento tra le persone che vogliono ottenere il contenuto in questo momento ad un prezzo ragionevole, e chi non vuole spendere quel denaro e non vuole spendere nemmeno troppo tempo. Per cui spero non vi sia la percezione o sensazione di un gigantesco "pay wall".

Siete d'accordo con le sue parole?

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Stefan Tiron

Contributor

Studente universitario a tempo pieno, scrittore a tempo vuoto. Svezzato a PS1 e Final Fantasy, adora il genere degli RPG e di riflesso il fantasy in ogni sua forma e dimensione.
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