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Portal Knights Switch Edition - recensione

Il sandbox a blocchi di Keen Games arriva anche sulla console ibrida di Nintendo.

Minecraft ha indubbiamente rivoluzionato il mondo dei videogiochi, proponendo un approccio artistico e di gameplay talmente unico da far nascere un genere a sé stante che ha fatto scuola e generato diversi cloni e titoli ispirati ad esso. Il capolavoro di Mojang è stato portato praticamente su ogni piattaforma videoludica di sufficiente potenza, e anche Nintendo Switch ha ricevuto la sua versione qualche mese fa.

Portal Knights è il titolo sandbox della software house tedesca Keen Games (Anno e Sacred) che è sbarcato in primavera su PC, PS4 e Xbox One, e che adesso arriva anche sulla console ibrida di Nintendo, assieme a tutti gli aggiornamenti finora rilasciati post-lancio e a un paio di caratteristiche uniche che tentano di rendere la versione Switch differente e altrettanto allettante rispetto alle altre.

In questa sede non parleremo in forma esaustiva del titolo, visto che ne abbiamo discusso abbondantemente in diverse anteprime e nella recensione PC, ma ci concentreremo nell'analisi di questo porting per Switch, soffermandoci prima su una breve introduzione al gioco e passando poi ai pregi ed ai difetti di questa versione.

All'atto pratico, Portal Knights si pone come un incrocio tra Minecraft e Dragon Quest Builders: il primo predilige l'esplorazione e la creazione di mondi immensi tramite potenti tool e strumenti di crafting, mentre il secondo offre una notevole componente ruolistica che si dipana tramite un'avvincente trama di fondo. Portal Knights è un gioco che condivide gli aspetti comuni delle due produzioni, in primis l'ambiente sandbox e l'aspetto blocchettoso di mondi fatti a mattoncini, ma prova ad assumere una sua identità prendendo il meglio dai due diversi approcci e aggiungendoci del suo.

Le ambientazioni variano da isola a isola: si viaggerà tra foreste, deserti, lande innevate o giungle. I dungeon vanno trovati con l'esplorazione.

All'inizio dell'avventura ci verrà chiesto di creare un personaggio da personalizzare con un editor abbastanza sfaccettato, e potremo scegliere tra tre classi: guerriero, arciere e mago. Le tre classi hanno ovviamente un approccio al combattimento differente e anche un albero evolutivo unico. Non sono sviluppate come un GdR in piena regola, ma sicuramente è gradita la possibilità di scegliere classi diverse quando in giochi simili non è possibile. Le classi multiple esistono per una ragione fondamentale, vale a dire il multiplayer. Sebbene il gioco sia affrontabile pienamente come avventura solitaria, è in compagnia un paio di amici (o sconosciuti tramite il multiplayer online) che il titolo di Keen Games dà il meglio di sé.

Affrontando l'avventura con due o tre compagni l'aspetto strategico delle lotte con nemici e boss assume una componente più marcata e si ottengono inoltre più punti utili a livellare più velocemente e proseguire quindi nel gioco. Tuttavia si sente l'assenza di qualche classe personaggio in più, visto che giocando in quattro una viene per forze di cose doppiata e si sarebbe magari potuto aggiungere un curatore. Il mondo fantastico di Portal Knight è stato suddiviso in tante isole che comunicano l'una con l'altra solo grazie a dei portali (il nome del gioco non è scelto a caso) che dovremo trovare, riparare o sbloccare. Faremo così una specie di "giro delle isole", nettamente diverso da quello di Pokémon Ultrasole e Ultraluna, affrontando tante nuove avventure, sfide, nemici e boss. Ogni isola costituisce un ecosistema a parte, con nemici unici e oggetti per il crafting caratteristici.

Il crafting costituisce un aspetto fondamentale del gameplay, dovendo andare sempre alla ricerca dei più disparati oggetti e materiali per craftare oggetti, armi, armature e quant'altro per noi o per gli NPC bisognosi di aiuto che incontreremo strada facendo offrendoci missioni in cambio di esperienza e doni vari. Inizialmente potremo solo realizzare oggetti semplici ma progredendo nell'avventura potremo accedere a un banco di lavoro che ci consentirà di creare oggetti potenti e di valore. Il sistema di crafting non è molto intuitivo e talvolta risulta poco chiaro cosa ci occorre e dove trovare gli ingredienti necessari. Fortunatamente qui ci viene incontro una delle caratteristiche salienti del porting per Switch, ovvero i comandi tramite touch screen. Giocando in modalità portatile potremo infatti sfruttare lo schermo del tablet per accedere più velocemente ai sotto-menu del sistema di crafting e di equip, e risulterà anche più agevole destreggiarsi in combattimento alternando le varie armi o nell'esplorazione tra i vari strumenti.

Nel gioco c'è il ciclo giorno/notte. Qui vediamo un portale da riparare per viaggiare verso un altro mondo.

Un'altra caratteristica distintiva di questo porting è la possibilità di giocare in multiplayer locale split-screen fino a due giocatori con una console, e fino a quattro con due o quattro console (in quest'ultimo caso ogni giocatore visualizzerà il gioco sulla sua console). Inutile dire che il divertimento in questa configurazione aumenta esponenzialmente, diventando di gran lunga superiore a quello ottenibile giocando da soli sulla TV. Ma per chi non avesse amici a portata di casa per giocare in locale, c'è sempre la possibilità di affidarsi al multiplayer tramite internet.

Sembra tutto bellissimo finora, vero? Ma ecco che arrivano le magagne, principalmente dal punto di vista tecnico. La versione Switch sulla carta dovrebbe girare a 1080p in configurazione docked e a 720p in configurazione portatile, con un frame-rate target di 30fps in entrambi i casi. Abbiamo confrontato la versione Switch con quella PC impostata al massimo dei dettagli grafici, risoluzione full HD e filtri attivati, e la differenza al colpo d'occhio è notevole, ma questo era preventivato viste le ridotte capacità hardware dell'ibrida di Nintendo.

Quel che delude maggiormente è però il frame-rate, che non viene mantenuto quasi mai al suo target di 30fps, soprattutto in mobilità. Con la console scollegata dalla dock l'esperienza di gioco arriva talvolta quasi ai limiti dell'ingiocabilità, scendendo visibilmente sotto la soglia dei 20fps se si crea un universo di gioco grande e si esplorano mondi molto densi e dettagliati. Se a questo aggiungiamo tempi di caricamento che possono superare addirittura il minuto anche giocando da una MicroSD di classe UHS-I, l'esperienza di fruibilità on-the-go ne può risentire non poco.

I menu non sono sempre chiarissimi e intuitivi: il touch-screen ci viene incontro per mitigare il problema.

Davvero un peccato che il titolo sia stato ottimizzato così poco attentamente, perché Portal Knights è comunque un buon gioco, vasto, vario e divertente. Nonostante i piccoli problemi di confusione nella gestione dell'inventario (mitigati ma non risolti dall'utilizzo dei controlli touch), dei nemici non molto vari e dall'intelligenza artificiale non troppo brillante, il titolo pubblicato da 505 Games è capace di intrattenere e di prendere il giocatore. A nostro avviso il gioco di Keen Games sta una spanna sotto rispetto a Dragon Quest Builders, che può contare su un sistema di crafting più sfaccettato e un universo fantastico davvero immenso su cui basarsi, ma poiché il titolo di Square Enix non è disponibile su Switch, Portal Knights si pone come una delle poche alternative a Minecraft, insieme a Lego Worlds.

Tirando le somme, la versione Switch di Portal Knights è da preferire alle altre solo se giocate tanto in mobilità o se avete amici con cui divertirvi in locale. Fra l'altro la versione Nintendo viene lanciata a €29 in versione digitale mentre su PS4 e Xbox One è facile trovare l'edizione fisica a meno. Ma se Switch è la vostra unica piattaforma e vi piacciono i giochi alla Minecraft, il cerchio si stringe e i problemi di performance e d'intuitività dell'inventario possono anche diventare secondari in proporzione al divertimento che potreste ottenere.

7 / 10

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Marco Procida

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