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Metamorph: Dungeon Creatures - provato

Muta o muori.

Gli action a visuale isometrica appartengono ad un genere in buona parte legato ad una visione old school dei videogiochi, parliamo dei tempi in cui i cabinati andavano ancora forte e l'arcade regnava incontrastato. Al giorno d'oggi sono pochi i titoli che riescono a mantenere un'identità così netta senza pagare lo scotto di un insuccesso commerciale, l'ottimo Nex Machina degli Housemarque ne è un chiaro quanto triste esempio. L'ibridazione è ormai all'ordine del giorno nel mercato videoludioco e i ragazzi di FireFly Studios hanno deciso di intraprendere proprio questa strada. Metamorph: Dungeon Creatures miscela infatti un gameplay prettamente action a meccaniche di progressione in stile GDR.

Il titolo è uscito il tredici di dicembre in accesso anticipato ma possiamo dirvi che il codice si presenta già da ora molto stabile. La prima cosa che ci ha colpito è la sua struttura, pericolosamente simile a quella di molti giochi per smartphone. La mappa è suddivisa in piani, ognuno composto da vari livelli giocabili progressivamente. Al termine dell'ultimo si scende di un piano, e addentrarsi sempre di più nelle viscere della terra conduce verso sfide più ardue e ricompense più ricche. Queste si guadagnano completando i livelli, che possono essere portati a termine con un punteggio che va da una a tre stelle.

Per proseguire nella nostra discesa a volte viene richiesto di possedere un determinato numero di stelle, motivo per cui si rende necessario riaffrontare i livelli più volte per ottenere un risultato migliore. Questa progressione, punteggiata da un backtracking all'insegna del farm, ci ha fatto storcere un po' il naso, inducendoci ad accostare per alcuni versi il titolo ad alcune produzioni per mobile non troppo felici. Ma veniamo al sodo e parliamo un po' del gameplay, il vero cuore pulsante della produzione.

Cover image for YouTube videoMetaMorph: Dungeon Creatures - Early Access Trailer

Quelli che ci troviamo ad affrontare, peraltro senza una benché minima giustificazione a livello narrativo, sono una serie di dungeon di difficoltà crescente. A nostra disposizione abbiamo tre personaggi, ognuno con caratteristiche ben precise. Il primo è il Coniglio, un orecchiuto derviscio armato di due lunghe lame ricurve. Poi c'è l'Ogre, perfetta incarnazione dello stereotipo del tutto muscoli e niente cervello, lento, pesante e fortissimo. L'ultima è la ninfa, una dama avvolta da lingue di fuoco che ama scagliare globi incandescenti contro i propri nemici.

Il titolo permette, anzi, incentiva il giocatore a switchare al volo tra un personaggio e l'altro, per affrontare al meglio le svariate situazioni in cui ci si viene a trovare. Per farvi un esempio, uno dei pericoli più fastidiosi che si può incontrare è rappresentato da alcuni altari che hanno la fastidiosa abitudine di evocare gruppi di guerrieri scheletrici. In questo caso l'agile e scattante Coniglio è perfetto per evitare i nemici presenti nell'area e avvicinarsi rapidamente all'altare. Per toglierlo di mezzo però è molto meglio affidarsi ai pugni pesanti come macigni dell'Ogre.

A proposito di colpi devastanti, ogni personaggio dispone, oltre agli attacchi base, di due abilità attivabili e un attacco speciale che deve, come di consueto, essere caricato prima di poter essere utilizzato. Le numerose creature che popolano i sotterranei non saranno le uniche ad attentare alla nostra vita. Oltre a loro, in giro sono disseminate innumerevoli trappole mortali, pronte a farci fuori al minimo passo falso.

Lo svantaggio numerico è una costante a cui ci si abitua presto.

Beccarsi una lama circolare scagliata a folle velocità in piena faccia non è di certo piacevole, ma questa eventualità ha anche dei risvolti positivi, infatti i nemici saranno anch'essi vittime dei trabocchetti nel caso in cui dovessero "accidentalmente" incapparvi. L'interattività ambientale e la necessità di dover sfruttare elementi dello scenario per prevalere durante gli scontri è uno degli elementi che abbiamo maggiormente apprezzato.

Dopo aver superato tutte le insidie e varcato la porta che conduce fuori dal dungeon è tempo di batter cassa e godersi il sudato loot. Questo consiste nella quantità di oro che abbiamo raccolto durante la partita e punti esperienza per skill e personaggi. Esiste infatti un sistema di progressione che permette di migliorare le performance di eroi e abilità, mettendoci nelle condizioni di poter affrontare dungeons sempre più tosti. Una volta raccolti sufficienti punti esperienza è possibile acquistare il passaggio al livello successivo pagando con l'oro raccolto durante la missione.

Seppur le abilità attive in game siano solo due, queste sono selezionabili tra un pool più ampio specifico per ogni personaggio. Man mano che i guerrieri salgono di livello imparano nuove mosse che possono variare in modo significativo l'utilità tattica di chi le utilizza. Basti pensare che l'Ogre può sia colpire il terreno, allontanando e stordendo tutti i nemici, sia trasformarsi in un macigno e rotolare via travolgendo tutto ciò che trova sul suo percorso. Capacità diametralmente opposte che potrebbero rivelarsi azzeccate in certe situazioni e inutili in altre.

Gli altari sono davvero fastidiosi ed è meglio eliminarli prima che riempiano l'intera area di scheletri scricchiolanti.

Al momento non abbiamo informazioni sulla data precisa di rilascio di Metamorph: Dungeon Creatures ma riteniamo non sia lontanissima, data la stabilità generale della build. La speranza è quella di vedere qualche personaggio in più nella versione definitiva, o magari, l'inserimento di una modalità multigiocatore. Staremo a vedere, intanto, se siete appassionati di action a visuale isometrica, fareste a bene a tenere d'occhio le nostre pagine, vi faremo sapere quanto prima.

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Andrea Forlani

Contributor

Andrea Forlani videogioca da sempre e scrive da parecchio. Il suo ambiente naturale è la sedia davanti al PC e si nutre principalmente di cibo spazzatura. Se importunato, potrebbe difendersi tirandovi contro manciate di dadi da 20.

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