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Attentat 1942 - recensione

La seconda guerra mondiale che non ti aspetti.

27 maggio 1942. Il governatore del Protettorato di Boemia e Moravia e "boia di Praga", Reinhard Heydrich, sta viaggiando sulla sua auto quando una piccola squadra, composta da esponenti dell'esercito cecoslovacco addestrati dagli inglesi, attacca con l'intento di uccidere quello che viene considerato uno degli uomini più spietati della Germania nazista. L'attacco non ha gli esiti sperati: Heydrich viene ferito gravemente ma non mortalmente. Un'infezione, però, si porta via colui che fin dal Patto di Monaco (accordo che ha sostanzialmente consegnato l'area ai tedeschi) viene considerato il nemico numero uno di un intero popolo.

Da quel momento la Germania nazista decide di intervenire con un spietata fermezza dando il via a una marea di perquisizioni da parte della Gestapo. Si instaura un clima di terrore in cui anche il più vago segno di ribellione nei confronti del regime rischia di trasformarsi in una condanna. Una situazione delicata che porta al misterioso arresto del nonno del protagonista che impersoniamo all'interno di Attentat 1942. Un protagonista che deciderà di indagare rivangando memorie impolverate ed eventi sepolti da decenni.

Una vicenda famigliare e personale specchio della storia di un'intera nazione.

In un periodo che ci ha insegnato che anche il nostro medium sa parlare di guerra senza scadere nei soliti cliché grazie a produzioni come This War of Mine e Path Out, Attentat 1942 si propone come un mix di avventura narrativa e documentario/film interattivo puntando soprattutto su uno storytelling che si appoggia sulle performance di un gruppo di attori cechi che interpretano alcuni sopravvissuti all'occupazione tedesca.

I dialoghi sono quindi completamente in ceco mentre tutti i testi e sottotitoli sono disponibili anche in lingua inglese. Potenzialmente si tratta di un ostacolo non da poco per alcuni giocatori ma il progetto non aveva di certo un budget sufficiente a spingersi oltre la localizzazione nella lingua chiaramente più diffusa tra i giocatori di tutto il mondo. Per quanto riguarda una valutazione sulla recitazione, la qualità è altalenante ma in generale il lavoro degli uomini e delle donne che ci troviamo di fronte riesce tutto sommato a convincere e a tratteggiare personaggi sufficientemente autentici e credibili.

Con un aspetto ludico ridotto al minimo e incentrato su una manciata di minigiochi e sulla scelta delle domande da porre ai nostri interlocutori, il valore di questo particolare progetto risiede tutto nella sola capacità di narrare una storia personale apparentemente molto limitata e, attraverso questa vicenda così intima, trasmettere le sensazioni vissute in quegli anni di terrore e di egemonia nazista. Interessante, dal punto di vista comunicativo, la decisione di spezzare lo stile da documentario con dei fumetti di buona qualità che vengono utilizzati per narrare i flashback, quel passato così difficile da affrontare.

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Il risultato finale è un racconto che nonostante una gestione dei ritmi tutt'altro che perfetta, un gameplay estremamente minimale e una manciata di punti morti, riesce complessivamente a convincere incuriosendo, appassionando al punto giusto e spingendo il giocatore verso una verità non pienamente soddisfacente (soprattutto perché arriva dopo poco più di 2 ore) ma che sa comunque lasciare il segno.

Solo una manciata di ore ma due ore tutt'altro che sprecate. Questo modo di raccontare la storia sa educare e far riflettere mostrando efficacemente gli strascichi che anni di orrori continuano ad avere su persone che per quanto ce l'abbiano fatta non potranno mai dimenticare ciò che hanno visto con i propri occhi. Anche se questi sopravvissuti potrebbero essere considerati almeno in parte fortunati rispetto ai tanti che non ce l'hanno fatta, il passato continua a farsi sentire come un fardello che non scomparirà mai del tutto, come un compagno di viaggio spesso silenzioso ma impossibile da ignorare e da abbandonare.

Attentat 1942 è a conti fatti la continuazione di un discorso iniziato con una manciata di altre produzioni. Fa parte di un filone di esperienze che dimostra indubbiamente la crescita dell'intero universo videoludico e che ha il coraggio di guardare la guerra con un occhio diverso, ponendo enfasi non tanto su figure evidentemente eroiche e su conflitti conosciuti da tutti ma su chi si è ritrovato a subire le conseguenze delle guerre e delle decisioni politiche. Un'opera dedicata ai sopravvissuti, a delle vittime che nel loro piccolo si sono dimostrate a loro modo degli eroi di una quotidianità fatta di stenti, terrore ed estrema precarietà.

L'enciclopedia è una chicca non da poco per approfondire alcuni interessanti fatti storici.

Durante l'intera nostra avventura il desiderio di non valutare con un banale voto il lavoro dei ricercatori e degli sviluppatori che hanno dato vita ad Attentat 1942 si è ripresentato in più di un'occasione. Il 7 (un 7,5 sarebbe stato forse più adatto) in fondo alla recensione è complessivamente giusto ma non rende giustizia a ciò che questo titolo è in grado di trasmettere. Il nostro consiglio è quello di non fermarsi assolutamente al solo voto e di dare un'occasione concreta a questo progetto, anche perché le entrate verranno completamente sfruttate, dalla Charles University e dalla Czech Academy of Sciences, per ricerche e altre iniziative di questo tipo.

Ci troviamo alle prese con una produzione talmente singolare e in grado di incastrare elementi diversi che definirla "solo" un videogioco risulta sotto tanti aspetti difficilissimo se non impossibile. Un po' esperienza interattiva di stampo investigativo e un po' documentario, Attentat 1942 fatica evidentemente parecchio dal punto di vista puramente ludico e i soli minigiochi non riescono di certo a rappresentare un grande esempio di interattività data una natura in realtà non particolarmente riuscita né interessante o coinvolgente.

D'altro canto la storia di questa famiglia e di questo nonno che per qualche misterioso motivo è stato arrestato dalla Gestapo sa appassionare, presentandosi come un'occasione imperdibile per chiunque sia interessato o quanto meno curioso nei confronti di vicende della Seconda guerra mondiale poco trattate all'interno dei media e in larga parte sconosciute ai più. Attentat 1942 riesce a coinvolgere il giocatore in una storia fittizia e personale e così facendo si dimostra in grado di ricoprire anche un ruolo didattico ed educativo.

Le testimonianze riescono a immergerci nella Cecoslovacchia dominata dal nazismo.

Sicuramente i difetti ci sono (soprattutto a livello di ritmo) anche rispetto ad altre opere che si concentrano esclusivamente sulla narrazione ma questo tuffo nella storia della Cecoslovacchia fa riflettere e mostra uno dei confitti più tragici della storia sotto una luce nuova e ampiamente ignorata. Una prospettiva fresca, che evidenzia ciò che ha vissuto chi durante il nazismo c'era, le loro emozioni e le difficoltà inevitabili che si incontrano quando si vive in un periodo storico in cui mantenere la propria umanità sembra impossibile e addirittura sconsigliabile. Ed è così che, attraverso gli occhi e le storie di questi personaggi fittizi, viviamo la difficoltà dei sopravvissuti che hanno lottato divisi tra l'importanza di non dimenticare e la voglia di seppellire per sempre ogni doloroso ricordo.

7 / 10
Avatar di Alessandro Baravalle
Alessandro Baravalle: Si avvicina al mondo dei videogiochi grazie ad un porcospino blu incredibilmente veloce e a un certo "Signor Bison". Crede che il Sega Saturn sia la miglior console mai creata e che un giorno il mondo gli darà ragione.

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