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Adam's Venture

Toccata e fuga.

Niente che non possa essere portato a termine in più di cinque minuti, ma perlomeno così facendo Adam's Venture dà un motivo per cui possa essere definito come un'avventura grafica.

Da segnalare infine la presenza di alcuni scrigni “segreti” disseminati lungo il vostro percorso e la cui utilità al fine della storia è ancora di dubbia motivazione: capisco che possano essere usati come un semplice ausilio alla narrazione, ma chiamarli segreti e numerarli sembra celare un qualche premio finale che alla fin dei conti non esiste. Dove il gioco mostra i muscoli è però nel comparto grafico: l'utilizzo dell'Unreal Engine 3 per un gioco appartenente a questo genere è infatti probabilmente quasi una novità in ambito videoludico e i risultati sembrano effettivamente confermare la bontà della scelta.

Ambienti creati con cura e tutta una serie di effetti grafici legati alla gestione delle illuminazioni, sono aggiunte a cui si non si è soliti assistere quando si cerca un rifugio dopo ore di sparatorie virtuali dalle parti del confortante punta e clicca e quindi bisogna darne atto. Nonostante però una resa complessiva accattivante, sorprende riscontrare alcune incertezze nei modelli dei personaggi, soprattutto quando questi vengono inquadrati in primo piano, con spigoli nei volti e tentennamenti davvero fuori luogo in un quadro tanto piacevole.

Se la resa grafica è eccellente, l'eccessiva staticità ne penalizza la valutazione complessiva.

Il doppiaggio è forse una delle poche note veramente positive, tanto che i siparietti fra Adam e la sua fidanzata sono una delle poche fonti di ilarità all'interno di un contesto che non brilla certo per coinvolgimento: peccato per una sincronia labiale non impeccabile che tende a distrarre qualora si cerchi di seguire con attenzione i (rari) scambi presenti all'interno dell'avventura. Ovviamente, come riportato anche sulla cover del gioco, l'intero Adam's Venture è stato tradotto in Italiano, cosa che non guasta mai e che rende più agevole chiudere un occhio sulle eventuali imprecisioni.

Tirando le somme, l'impressione che ci ha accompagnato per l'intera durata del gioco è stata quella di trovarsi davanti a una demo tecnica piuttosto che al primo episodio di una serie che, almeno nell'intenzione degli autori, auspica a diventare un classico delle avventure grafiche: troppo fumo e niente arrosto rende l'idea più di inutili panegirici di parole.

Il 95% degli enigmi è rappresentato dal mettere in ordine le frasi di un mini totem come quello rappresentato.

Detto questo, potete comprendere perché ci siano pochi motivi che possano suggerirci di consigliare l'acquisto di Adam's Venture senza colpo ferire, soprattutto in virtù di un prezzo al pubblico non proprio stracciato; gli unici casi contemplabili rientrano infatti nelle casistiche “cuginetto/nipotino” da iniziare al mondo dei videogiochi con un titolo “easy” oppure avventurieri grafici assatanati.

La flebile speranza è che “Alla ricerca del Giardino Perduto” sia solamente una prova generale in vista di quello che sarà il secondo capitolo del novello Indiana Jones; se infatti alla cura legata al comparto grafico verrà affiancata una struttura narrativa degna di questo nome e degli enigmi che vadano aldilà dell'attivazione di un (e dico un) neurone, probabilmente ci ritroveremo a parlare di ben altro risultato.

4 / 10

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Roberto Bertoni

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Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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