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Animal Crossing: Lets Go To The City

Una favola di città.

Animal Crossing è un universo senza morte, ma la cosa non implica che al suo interno non esista il concetto della perdita. Anzi tutto l'opposto, come avrete modo di sperimentare sulla vostra pelle dinnanzi all' incessante andirivieni delle buffe creature che popolano questo simulatore di vita virtuale. Come del resto suggerisce il nome, Animal Crossing è interamente basato sull'idea di una popolazione in continuo movimento. Una cosa a cui non siamo solitamente abituati nei videogame, capace di creare inaspettatamente un forte senso di relazione: e così quando Tiffany, la dolce gattina con cui stavate flirtando da ore, lascerà il villaggio col primo bus disponibile lasciandovi soltanto una misera nota per dirvi addio, sarete davvero tristi.

Questa sensazione nei precedenti Animal Crossing era accentuata dal fatto che la maggior parte degli abitanti era libera di partire ed incominciare nuove vite altrove, mentre voi potevate soltanto visitare le città dei vostri amici (e solo nell'episodio per DS).

Fino ad oggi perlomeno, visto che Let's Go To The City, terzo (in realtà a voler essere cavillosi quarto...) titolo della serie nonché primo per Wii, sposta un po'più il là i limiti della saga. Ora sarete infatti liberi di muovervi sino ad oltre alla fermata del bus, prendendo il pullman per recarvi altrove. Certo, tutto quello che potrete fare prima di ritornare a casa sarà del semplice shopping ed un po'di customizzazione del personaggio, ma fatta eccezione per il multiplayer su DS si tratta comunque della prima occasione in cui avrete effettivamente la possibilità di uscire dai confini della città. E parliamo di una marginale novità in un gioco che scimmiotta anche troppo da vicino i precedenti.

Alla fine, per i patiti di Animal Crossing, Let's Go To The City sarà un po'come guardare il film preferito per la centesima volta. Sorriderete sempre negli stessi punti, vi divertirete alle solite battute, vi esalterete quando un personaggio a voi caro farà la sua comparsa sullo schermo, celebrerete le usuali gioie e vi rattristerete per le sventure. Potrà anche essere un'esperienza felice, per carità, ma sarà una felicità derivante dalla familiarità più che dalla scoperta di cose nuove. A dispetto delle promesse lette sul retrocopertina di "nuovi eventi da celebrare!" e "nuovi oggetti da collezionare!", nonostante i tempi di sviluppo non certo fulminei e le possibilità offerte dal Wii, al di là della città menzionata sin dal titolo, le innovazioni sono infatti veramente minime.

Aggiratevi nella discarica per raccogliere oggetti gettati da altri prima che vengano definitivamente eliminati.

La vostra avventura inizierà come sempre, con un viaggio verso un nuovo inizio. Niente background relativo al vostro passato, nessuna missione particolare a motivarvi. Vi ritroverete così a rispondere alle domande di un passeggero curioso nel retro di un pullman un po'arrugginito. "Sei un ragazzo?", "Quand'è il tuo compleanno?", "Hai già una sistemazione in città?" sono alcuni dei quesiti, posti con la caratteristica parlata del gioco, che determineranno i tratti fondamentali del vostro personaggio. E soltanto una volta arrivati a destinazione, in quella che chiamerete casa, avrete modo di vedere per la prima volta il vostro colorato alter ego.

Qualche istante dopo un affaccendato procione di nome Tom Nook, proprietario dell'emporio locale nonché vero a proprio Padrino ricoperto di pelliccia, vi offrirà (non certo gratuitamente) una sistemazione. Da lì in poi avrete vicini da conoscere, lettere da scrivere, festival a cui partecipare, pesci da collezionare, insetti da catturare, fossili da estrarre, vestiti da comprare e -ovviamente- un prestito da saldare. Il gioco è strutturato sulla base dell'orologio e del calendario interno del Wii, e dunque quando ad esempio sarà notte nella vita reale sarà lo stesso anche nell'universo di Animal Crossing. I negozi apriranno alle nove e chiuderanno alle sei, e Natale cadrà ovviamente il venticinque dicembre.

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Marco Mottura

Contributor

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