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EyePet

Una scimmia che non sale mai...

Allo stesso modo è impossibile restare indifferenti di fronte alle feature musicali che permettono di cantare al proprio animale per poi sentirlo mentre cerca di imitare il suo padrone canticchiando a sua volta. Il cucciolo è in grado di imparare decine di canzoni, e sebbene gli arrangiamenti più complessi non siano particolarmente precisi, il risultato finale è più che soddisfacente.

Al di là dei pregi e dei momenti di grande soddisfazione che EyePet è in grado di regalare (soprattutto nelle prime ore), vi sono però molti elementi su cui gli sviluppatori avrebbero potuto fare di più. Tra gli oggetti ve ne sono alcuni, come ad esempio il set da giardinaggio, il cui utilizzo si dimostra frustrante e problematico.

A questo si aggiungono poi caricamenti spesso estenuanti, situazioni in cui, per usare specifici oggetti, è necessario tenere la carta di plastica sempre di fronte alla telecamera, e alcune sfide caratterizzate da indicazioni vaghe e poco chiare, che metteranno a dura prova la pazienza tanto degli adulti, quanto quella dei giocatori più giovani.

Sotto un punto di vista puramente tecnico il titolo è assolutamente ineccepibile.

Di contro, la mole di contenuti è davvero impressionante e permette di dare libero sfogo alla fantasia; con il passare del tempo si viene infatti ricompensati con nuovi giochi, costumi e materiali di varia natura con cui intrattenersi. Come se non bastasse, è inoltre possibile stilare delle vere e proprie analisi del proprio cucciolo, studiando i suoi segni vitali, ovvero fame, igiene, umore e forma fisica. Questa funzione è però permessa solo nel caso in cui le sue condizioni siano ottimali, e questo non solo limita notevolmente il realismo, ma testimonia come, a conti fatti, sia impossibile influire negativamente sulla salute della creatura.

Un altro aspetto che lascia a desiderare riguarda la natura stessa del cucciolo. Indipendentemente da quanto si possa stimolarlo, nutrirlo o maltrattarlo, non mostra alcun segno di cambiamento o crescita che possa testimoniare la sua graduale evoluzione. In parole povere, il concetto di evoluzione non è assolutamente contemplato.

Tutto si limita infatti all’apprendimento di qualche canzone o di nuovi trucchi, senza che vi sia alcun obiettivo a lungo termine che possa stimolare l’impegno da parte dei giocatori. Con il passare delle ore l’esperienza risulta quindi fondamentalmente piatta e priva di intensità.

Il prodotto è poi minato da una sostanziale mancanza di funzionalità online. Sebbene sia presente l'EyePet Store, (che permette di scaricare nuovi oggetti, anche gratuitamente), non vi è infatti alcun modo per interagire con altri "allevatori". L'implementazione di un sistema di scambio di oggetti tra gli utenti, o la semplice possibilità di spedire video o immagini del proprio cucciolo agli amici (senza dover necessariamente esportare i file per poi spedirli nella maniera più classica) avrebbe senz'altro garantito un maggior coinvolgimento. Un vero peccato.

EyePet si dimostra dunque un prodotto riuscito solo a metà. Al di là delle evidenti potenzialità del concept e della tecnologia utilizzata, la mancanza di vere e proprie variabili di gioco limita notevolmente il divertimento che potrebbe derivare dall’incredibile mole di contenuti proposta, rendendo l’esperienza monotona e, alla lunga, poco stimolante. Se solo Sony avesse avuto il coraggio di osare di più, ampliando ulteriormente il concept alla base del titolo, il voto finale, probabilmente, sarebbe stato molto diverso.

6 / 10

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EyePet

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Davide Persiani

Contributor

Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.
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