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God of War III

Il nuovo significato della parola “vendetta”.

Nelle prime fasi di gioco, quando gli strumenti con cui seminare distruzione sono solo un paio, questa caratteristica potrà sembrare superflua, ma una volta recuperate tutte e quattro le armi principali ci si rende conto di quanti danni si possano causare con un'unica combo ben studiata.

Ovviamente è ancora possibile selezionare rapidamente l'arma da utilizzare premendo la direzione corrispondente sulla croce direzionale, ma questa operazione non può essere certo sfruttata nel bel mezzo delle combo.

Il sistema di crescita di Kratos è identico a quello che abbiamo imparato a conoscere giocando i due capitoli precedenti della serie. Si uccidono i nemici, si aprono i forzieri sparsi qua e là attraverso le ambientazioni, si distruggono gli oggetti interattivi dei livelli, e così facendo si accumulano sfere di energia rossa. Le sfere in questione possono essere spese per potenziare le armi e gli oggetti già ottenuti, sbloccando così nuovi attacchi e potenziando gli incantesimi a disposizione.

L'eccellenza descritta fino a questo momento è solo lievemente scalfita da alcune piccole imperfezioni qua e là, che comunque non pesano minimamente sulla valutazione finale. Se è innegabile che i modelli poligonali e le strutture complesse delle ambientazioni siano eccezionali, è altrettanto vero che i programmatori avrebbero potuto spendere un po' di tempo in più sulle animazioni di Kratos. Alcuni movimenti, infatti, sono semplicemente ripresi da God of War II e utilizzati sul nuovo modello di Kratos, con risultati non certo eccelsi.

Gli scudi dei nemici possono essere distrutti utilizzando i Cestus, i massicci guantoni di Ercole, oppure controllando creature massicce come i ciclopi.

Il frame rate, inoltre, pur mantenendosi quasi sempre saldamente ancorato ai 30 fps, in qualche rarissima occasione (principalmente in alcune carrellate orizzontali) mostra dei tentennamenti. Questi, per quanto mi riguarda, sono gli unici due difetti che sono riuscito a trovare in questa meraviglia, visto che anche la sua mancanza di innovazione finisce col rivelarsi un punto di forza, piuttosto che un limite.

A essere pignoli, anche il doppiaggio non è all'altezza delle aspettative, soprattutto dopo aver sentito il livello qualitativo raggiunto da Sony con Heavy Rain.

La distribuzione delle voci, infatti, non è sempre ottimale, così come la qualità delle interpretazioni, ma nel complesso si tratta di una buona performance. Se avete la possibilità di godervi il doppiaggio inglese, comunque, vi consiglio caldamente di approfittarne.

Prima di chiudere l'articolo vorrei soffermarmi un momento sulla colonna sonora, epica, potente e avvolgente come non mai. I brani presenti all'interno del gioco si sposano perfettamente con l'azione riportata su schermo, e alcune scene in particolare non avrebbero la stessa forza espressiva senza il sostegno di questo accompagnamento musicale.

God of War III è quindi un capolavoro? Assolutamente sì. Nonostante la quasi totale assenza di innovazione, l'ultima avventura di Kratos è l'epilogo che ogni fan avrebbe desiderato, la chiusura perfetta della storia epica che ogni appassionato di videogiochi vorrebbe giocare sulla propria console.

9 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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