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Grand Theft Auto IV: The Ballad of Gay Tony

Un ritorno alle origini.

La cavalcata videoludica di Grand Theft Auto IV, iniziata nell’aprile del 2008, sta per giungere ufficialmente al termine. Dopo una prima avventura in cui ci siamo ritrovati a impersonare Niko Bellic e un episodio altrettanto intenso dedicato ai temibili Lost, è giunto il momento di recarsi a Liberty City un’ultima volta, per un gran finale che si prospetta a dir poco esplosivo.

The Ballad of Gay Tony racconta la storia di Luis Lopez, il tipico eroe “made by Rockstar”, le cui peripezie hanno inizio a causa del suo effemminato boss, nonché socio in affari.

Tony Prince, meglio conosciuto come Gay Tony, si trova infatti in serie difficoltà economiche e, proprio a causa dei debiti, è minacciato da una serie di pericolosi creditori desiderosi di fare a pezzi non solo il suo corpo ma soprattutto il suo impero notturno.

La storyline propone dunque una spirale di violenza senza fine in cui Luis, nel tentativo di assicurare la stabilità del suo boss facendo al tempo stesso anche i propri interessi, si trova costretto a portare a termine una serie di missioni a dir poco spettacolari che metteranno a dura prova le sue capacità di criminale.

L’avventura ha dunque le tipiche caratteristiche dei primi capitoli del franchise: discoteche, sesso, droga, violenza e azione a profusione, in un’atmosfera che ricorda sotto molti aspetti il mai dimenticato Vice City. Le missioni, commissionate da una serie di nuovi, carismatici personaggi come Yusuf Amir o Mori Kibbuts (il fratello dello straordinario Brucie), sono infatti tutte all’insegna dell’azione più pura, garantendo così un grande coinvolgimento.

In una Liberty City più sfarzosa che mai, Luis è costretto a lanciarsi in missioni apparentemente impossibili che lo vedono pilotare elicotteri da guerra e motoscafi, e addirittura lanciarsi da grattacieli o aerei per effettuare vere e proprie incursioni aeree.

Luis è un personaggio molto diverso dai due che l’hanno preceduto ma non per questo meno interessante. Vi basteranno poche ore per immedesimarvi nel suo ruolo.

La struttura delle missioni è rimasta pressoché invariata (e ciò vuol dire che non mancheranno i classici inseguimenti e le sparatorie “old style” con la polizia) ma, nonostante ciò, è impossibile non notare come in molte occasioni Rockstar abbia voluto spostare il centro dell’azione dalle strade al cielo, proiettando i giocatori situazioni “aeree” tanto surreali quanto coinvolgenti.

Tutto questo, pur limitando un po’ il realismo, rende l’esperienza ancor più intensa e divertente di quanto non fosse quelle offerta dai due precedenti filoni narrativi di GTA IV.

L’elicottero militare citato poc’anzi ricopre un ruolo di primissimo piano e, sebbene non sia proprio semplicissimo da manovrare (specie quando se ci si deve coordinare anche per attaccare), porta indubbiamente una ventata di freschezza a un gameplay che, purtroppo, mostra ancora una volta evidenti limiti.

In aggiunta a questo potente velivolo bellico munito di una mitragliatrice e dei missili (il cui utilizzo vi regalerà immense soddisfazioni), gli sviluppatori hanno inoltre pensato bene di introdurre alcuni nuovi “giocattoli”, tra cui un potentissimo fucile a pallettoni esplosivi, e due attività secondarie, volte a incrementare la longevità complessiva.

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Davide Persiani

Contributor

Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.

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