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Halo 3: ODST

Bungie molla Master Chief e cambia rotta: esperimento mal riuscito o mossa vincente?

Parliamo chiaramente di un more of the same, che da sempre la sensazione di decollare da un momento all’altro e invece ti porta verso la fine della campagna (della durata di meno di 6 ore a livello Normale e di una decina a livello Eroico), senza mai lasciarti a bocca spalancata.

Le dinamiche di gameplay sono le solite: attacco/ritirata, con un’attenzione maggiore dovuta all’utilizzo dei medipack distribuiti lungo i livelli, dal design piuttosto piatto. Il discorso dell’attesa di un momento di picco vale per tutto l’arco della sortita, con un pattern purtroppo sempre troppo uguale, con scontri a fuoco impegnativi e tutto sommato coinvolgenti, alternati a interminabili scampagnate lungo le strade della cittadina invasa dal nemico eppur deserta.

Nei panni della matricola di turno, di Buck, Dutch e soci, attenderete invano quel momento indimenticabile, quel cambio di ritmo, che in realtà manca fino all’epilogo, per un viaggio con ben poche sorprese caratterizzato dall’intreccio di storie raccontate con maestria e sapiente regia, facendo uso di flashback e della solita splendida colonna sonora di assoluto impatto.

La sequenza iniziale merita attenzione essendo forse l'intro più coinvolgente di sempre per quel che riguarda Halo.

Un po’ poco comunque considerando che, alla prova dei fatti, la carenza di adrenalina si farà sentire andando alla ricerca di azione frenetica e trovando unicamente un decoroso susseguirsi di eventi che non appassionerà oltre il dovuto. Si tratterà in sostanza di arrivare di volta in volta all’assedio di fine stage, per poi ricominciare il giro da capo.

Parlando degli aspetti strettamente in game, va sottolineate l’importanza del VISR, il visore che vi guiderà verso i diversi obiettivi in ogni missione, ma che costituisce di fatto un vero e proprio visore notturno per non perdere la bussola nel buio della metropoli devastata e dei suo edifici, all’interno dei quali dovrete muovervi spesso e volentieri per trovare la via migliore verso i diversi bersagli e sfruttare l’elemento sorpresa contro un nemico dotato di una IA all’altezza della situazione, pronta a reagire con accortezza ad ogni vostra mossa.

L’arsenale resta piuttosto vario, come quello a disposizione del buon Master Chief, con la possibilità di utilizzare come sempre veicoli terrestri e alieni, senza alcuna differenza (poi un giorno i detrattori del Mako di Mass Effect, mi spiegheranno come fanno a parlare bene del Warthog…).

Per l’occasione disponibili anche granate incendiarie nuove di zecca, utili per nemici fastidiosi come i giganteschi Hunter. Ottimo il lavoro svolto dall’engine, che non tentenna mai anche nelle situazioni di maggior “traffico” su schermo. Peccato che dal punto di vista tecnico in generale, soffermandoci per esempio sui modelli, la sensazione sia addirittura quella di un passo indietro rispetto al 2007, quando già più di qualcuno chiuse un occhio anche su questo aspetto.

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Halo 3 Recon

Xbox 360

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Alberto Belli

Contributor

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