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King's Bounty: Armored Princess

Novelle Giovanna d'Arco cercasi.

Il mercato dei giochi PC è un mondo magico che purtroppo sta vivendo un momento difficile. La pirateria, la continua corsa all’upgrade, un’infinita sequela di patch e, non per ultima, una facilità d’uso non sempre tale, stanno lentamente affossando quello che a buon diritto posso ritenere uno dei miei più cari amici d’infanzia.

Quando quindi mi ritrovo tra le mani delle piccole perle come il capostipite del gioco oggetto di recensione, è con orgoglio che rialzo la testa, cercando con lo sguardo i serafici possessori di console così da urlare a tutti che ci siamo anche noi e che il nostro mouse è più bello del vostro pad. Certo, anche io ho dovuto percorrere l’eretica via delle macchine da gioco casalinghe e, devo ammetterlo, pure con una certa soddisfazione.

Ma come dice un sacro adagio “il primo amore non si scorda mai” ed eccomi quindi arrivare con gioia all’uscita targata 2009 del più riuscito erede (e contemporaneamente precursore) della serie Heroes of Might and Magic, una saga che ha occupato diverse giornate della mia vita.

Ricordo ancora con un sorriso che all’annuncio della futura uscita di King's Bounty: Armored Princess, espansione stand alone dell’originale del 2008, seguii con una certa trepidazione la notizia, dando il via a uno spulciamento selvaggio per la rete alla ricerca di tutte quelle informazioni che potessero permettermi di costruire un quadro della situazione il più accurato possibile.

Grafica, tempi di uscita, novità, cambiamenti, tutto ha concorso a creare la giusta aspettativa per un esponente di un genere che è ancora quasi completamente nelle saldi mani dei figli di Windows. Ammetto che, preso dalla classica scimmia, arrivai anche a considerare di prendere lezioni di russo per poter metterci sopra le manine il prima possibile.

La varietà di personaggi e situazioni è uno dei punti di forza di Armored Princess.

Non so quindi se a causa dell’eccessiva attesa, oppure del fatto che era sinceramente difficile aspirare di fare molto oltre a quanto già ottenuto di buono l’anno passato, sono rimasto un po’ con l’amaro in bocca alla vista di un gioco che sostanzialmente… è rimasto lo stesso. Certo, non mi aspettavo rivoluzioni epocali o sconvolgimenti tellurici, ma che almeno i ragazzi di Katauri Interactive provassero a mischiare le carte in tavola, così da giustificare l'esborso (esoso) richiesto, quello sì.

Per chi approdasse per la prima volta con la propria barca videoludica in questo porto, è però doveroso dare qualche coordinata sul cosa aspettarsi a livello di gameplay. Sostanzialmente la neonata serie di King’s Bounty è sorta sulle ceneri di un vecchio franchise del 1990, da molti ritenuto il capostipite degli strategici GDR a turni. Da qui, attraverso un lavoro filologico di recupero delle meccaniche principali unitamente all'inserimento di alcuni marginali elementi di innovazione, lo studio russo diede vita l'anno passato a un titolo in grado di colmare un vuoto che temevo sarebbe rimasto tale per sempre all'interno del mercato videoludico attuale.

Anche in questo “seguito” aspettatevi di conseguenza la stessa sequela di esplorazione, combattimenti e quest squisitamente fantasy, all'interno di battaglie a turni fra eserciti improbabili che tanto caratterizzò Legend. Questa volta però a guidare le danze ci sarà una principessa armata, una sorta di valchiria dalla stazza e dalla potenza tutt'altro che indifferenti, accompagnata da un fedele drago (altra new entry) in grado di supportarla lungo il sentiero delle vostre avventure.