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Legendary

Non toccate quel vaso.

Pasticci del genere si trovano un po' ovunque nel gioco, e non possono che rimarcare la pigrizia dello sviluppatore nel tentare approcci più intriganti e suggestivi. Il design di alcuni livelli, benché contorto, è quasi sempre vergognosamente lineare. La banalità di certe meccaniche ci ha in qualche caso seriamente imbarazzati: va benissimo ricreare lo scenario di una città in rovina, ma perché mettere a dura prova la pazienza del giocatore con getti di fiamme che sbucano dal nulla e poi spariscono a tempo? Una location come New York avrebbe potuto offrire spunti sicuramente interessanti, soprattutto se consideriamo l'invasione di bestie mitologiche enormi e terrificanti. Al contrario, l'idea viene svilita da percorsi predefiniti creati inspiegabilmente tra le macerie.

L'apertura del Vaso di Pandora ha lasciato sul protagonista un segno indelebile sulla mano: ciò ha essenzialmente un duplice scopo. Primo, ci ricorda costantemente quanto Charles sia stato imbecille. Secondo, ci permette di usare alcune abilità sovrannaturali, molto utili nel prosieguo della storia e nel variare il gameplay. Tramite questo segno possiamo infatti assorbire l'essenza vitale dei vari mostri, eseguire un colpo devastante o ricaricare la nostra barra di energia. Un sistema "all-in-one", che però si dimentica di aggiungere quella goccia di strategia che avrebbe di certo giovato all'intera esperienza ludica offerta dal titolo.

Quel che inizialmente si è rivelato semplicemente noioso, comincia a diventare enormemente irritante man mano che si procede nll'aventura. Le varie creature mitologiche spuntano di continuo col solo scopo di farvi a pezzi, ma sono troppo deficitarie in termini di IA. Ciò significa che non useranno mai tattiche particolarmente elaborate, preferendo caricare contro di voi a testa bassa. Scontri potenzialmente epici si trasformano presto in ridondante routine, e una volta appresse le giuste tecniche da usare contro i vari nemici il tutto si rivelerà talmente ripetitivo da superare ogni nostra più pessimistica previsione.

Il design dei mostri mitologici non è niente male. Certo, i licantropi potevano venire meglio...

La caratterizzazione dei nemici non mostra particolari doti creative, ma diciamo che siamo rimasti piacevolmente soddisfatti dal design e dalla varietà di molti di loro. Minotauri, grifoni e golem ci hanno convinto, ma ciò è forse merito di alcune reminescenze letterarie... Generalmente, la realizzazione tecnica perde svariati punti in alcuni dettagli che non possiamo trascurare. I civili hanno sempre l'aria di manichini inedemoniati, le compenetrazioni di poligoni sono troppo frequenti (incredibile come quasi tutti gli oggetti riescano ad incassarsi nei muri) e svariate textures avrebbero sicuramente meritato alcune passate di vernice in più. Sul frame rate stenderei un velo pietoso. Molto pietoso.

Il comparto tecnico si mostra pertanto insufficiente, nonostante l'utilizzo dell'Unreal Engine 3. La cosa infastidisce non poco, perché in alcuni momenti il gioco avrebbe davvero potuto offrire qualcosa di valido. L'idea di una città presa d'assedio da creature sovrumane e mitologiche poteva dare adito ad un'avventura sicuramente più brillante, non solo in termini di gameplay, ma anche da un punto di vista prettamente estetico. New York sembra invece un groviglio di percorsi dai quali ci si vorrebbe presto allontanare, incuranti dei danni combinati per colpa di quel dannato vaso. Legendary è un titolo mediocre, merita quindi di restare sullo scaffale. E mi raccomando: non fate lo stesso errore di Charles Deckard...

4 / 10

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In this article

Legendary

PS3, Xbox 360, PC

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A proposito dell'autore

Dario Tomaselli

Contributor

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