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Matt Hazard: Blood Bath and Beyond

A volte le risate non bastano...

Che cosa strana il futuro. Siamo nel 2010 e ancora non esiste il teletrasporto, per non parlare di tutte le altre meraviglie che ci erano state promesse. Dove sono le hoverboard? Cosa è successo ai robot servitori? Perché noi non passiamo il nostro tempo libero bevendo cocktail ghiacciati, mangiando hamburger in pillole e giocando agli scacchi olografici? E soprattutto... perché gli sviluppatori realizzano ancora sparatutto 2D a scorrimento laterale?

Forse perché il loro ultimo tentativo con uno sparatutto in terza persona (Eat Lead: The Return of Matt Hazard) è stato un buco nell'acqua. Se volete sapere tutti i dettagli di questa tragedia approfittate della recensione dei nostri colleghi anglosassoni, ma se non conoscete l’Inglese un rapido riassunto è presto detto: noioso, debole, ripetitivo, 3/10.

La scena d'apertura di Matt Hazard: Blood Bath and Beyond parla apertamente del fallimento del precedente capitolo. Non si tratta di un filmato di alcun genere ma di una conversazione testuale fra due immagini fisse su di una schermata in bianco e nero. “Perché usiamo il testo? L'ultima volta non avevamo le voci di attori famosi?”, dice Matt Hazard. “Tagli di budget, cattive recensioni...” risponde il suo capo. Giusto per enfatizzare la cosa, un'altra parte di testo informa che questo gioco è ambientato “sei mesi dopo l'uscita di Eat Lead (ora disponibile nel cestino della spazzatura accanto a voi...)”.

Questo indica il tono del resto del titolo, che come i suoi predecessori cerca di prendere in giro i giochi e il modo di giocarli. Matt Hazard è un eroe d'azione rasato e muscoloso apparso in passato in decine di altri giochi. La sua nemesi, il Generale Neutronov, sta cercando di cancellare i capitoli 8-bit delle avventure di Matt, per eliminare così anche tutte le uscite successive. La nostra missione è fermare Neutronov affrontando otto livelli di sparatutto 2D a scorrimento laterale, abbattendo tutti i nemici e vedendocela con alcuni noiosi boss lungo la strada.

La cosa più deludente del gioco è sicuramente la scarsa qualità dell'umorismo, da sempre punto di forza della serie.

Non c'è alcuna idea brillante. Si procede lungo percorsi lineari sparando ai nemici, lanciando granate, evitando proiettili e facendo salti bizzarri. Gli enigmi non sono mai più complicati del dover sparare al pulsante rosso per aprire la porta.

Coprirsi vuol dire semplicemente abbassarsi dietro a casse di legno. I nemici lasciano cadere ogni tanto dei kit medici o potenziamenti di vario tipo per le armi, quindi ci si ritrova a giocare usando mitragliatrici, lanciarazzi, lanciafiamme e via dicendo.

Quando l'Hazard Meter di Matt è pieno, si può premere un tasto per diventare invincibili e incrementare la propria potenza di fuoco per un breve periodo di tempo. È come se il tempo si fosse fermato a 15 anni fa.

Blood Bath and Beyond cerca di nascondere la sua imbarazzante mancanza di idee dietro all'ironia. In teoria dovremmo passar sopra al fatto che abbiamo giocato altre centinaia di giochi simili, solo perché siamo troppo divertiti dagli scherzi presenti nel gioco e dalle citazioni umoristiche. Il problema è che gli scherzi non sono divertenti, e che le citazioni non sono poi così brillanti. Ehi, guarda, il tetto di questo livello è tutto bianco con elementi gialli, blu e rossi come in Mirror's Edge. E quindi? E perché il livello in questione ha come sottofondo un tema canadese, se il gioco non è stato né ambientato né sviluppato lì?

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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