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NecroVision

Guerra e zombie, cocktail indigesto.

Sì perché a tratti viene da chiedersi quale fosse effettivamente l’intento degli sviluppatori, se quello di raccontare una storia in modo serio, partendo da un background storico e inserendovi raccapriccianti dettagli horror (ammesso che una cosa del genere si possa definire seria), oppure se puntare principalmente alla parodia delle trame ispirate al paranormale e a forze oscure dai poteri malefici.

Peraltro bisogna riconoscere che l’arsenale a disposizione presenta una discreta varietà di soluzioni. Si partirà con un semplice fucile ma progressivamente si troveranno nuove armi e oggetti da poter sfruttare come supporto, basti pensare alla possibilità di imbracciare in una mano la pistola e nell’altra a scelta una baionetta, una carica di dinamite o ancora una torcia da lanciare sui nemici con lo scopo di bruciarli. Abbiamo tuttavia constatato una certa lentezza nel sistema di controllo, in particolare quando si rende necessario un cambio immediato di strategia e l’utilizzo di un’arma differente.

L’intelligenza artificiale che muove gli avversari è piuttosto altalenante. Difficilmente i nemici rimarranno a proteggere la loro copertura limitandosi ad aprire il fuoco nella vostra direzione e, anzi, soprattutto nel caso si cerchi di avanzare per poi retrocedere nei momenti di difficoltà, questi ultimi non esiteranno a rincorrervi anche per distanze considerevoli. Il problema riguarda semmai il modo in cui le milizie si approcciano all’attacco. Tralasciando i non morti che non possiedono un loro pattern ben definito, ci saremmo aspettati un minimo di acume in più per lo meno dai tedeschi, cosa che purtroppo non accade e capita così di assistere a vere e proprie incursioni all’arma bianca che terminano inevitabilmente con gli arti del malcapitato di turno che se ne vanno allegramente a spasso per la stanza.

L’utilizzo di due differenti armi sfruttando entrambe le mani è una delle poche caratteristiche positive del gioco.

Anche il level design non ci ha convinto fino in fondo, l’utilizzo dei corridoi non è certamente una novità per gli sparatutto in soggettiva e illustri esponenti del genere ancora oggi sfruttano questo tipo di meccaniche dando tutto sommato poche alternative al giocatore. Tutto vero, ma in questo caso l’impressione è di avere a che fare con qualcosa di superato, privo di quel tocco di caratterizzazione che avrebbe fatto la differenza, anonimo sia nell’aspetto che nella struttura per dirla in altri termini. I boss di fine livello in parte confermano questa linea conservatrice anche se va detto che la loro presenza rinvigorisce in parte un gameplay che diversamente sarebbe oltremodo monotono. L’ugualmente anonima modalità multiplayer e una serie di sfide da sbloccare con il progressivo completamento dei livelli e nelle quali cimentarsi dopo aver portato a termine il gioco contribuiscono solo parzialmente a prolungare l’esperienza che si vive nella campagna principale.

Il sodalizio tra guerra e zombie non sembra funzionare a dovere, Necrovision non fa che confermare questa tendenza, facendosi portatore di scelte discordanti e poco definite che avrebbero dovuto essere vagliate in modo più attendo dal team di sviluppo. Bisogna considerare che il prodotto viene commercializzato ad un prezzo budget rispetto alla consueta richiesta per i titoli PC, ma questo non dovrebbe necessariamente essere sinonimo di evidenti pecche nella qualità. Siete avvisati, ora sta a voi decidere se prendere coscienza in prima persona di quanto abbiamo spiegato in questi paragrafi o evitare a priori di fare un incontro ravvicinato con il negromante. Noi onestamente ne avremmo fatto volentieri a meno.

5 / 10

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Davide Spotti

Contributor

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