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Resident Evil 5: Una fuga disperata

L’orrore continua…

Sono passate appena poche settimane dall’arrivo dell’ottimo Incubo Senza Uscita e Capcom ha deciso di regalarci un’altra deliziosa porzione di DLC di Resident Evil 5, titolo che ha venduto un qualcosa come cinque milioni di copie.

Ma mentre Incubo Senza Uscita ci ha fatto tornare allo stile più lento e cadenzato carico di terrore misto a panico che ha caratterizzato la serie nei suoi precedenti episodi, Una Fuga Disperata vede la ricomparsa di un gameplay più vicino agli sparatutto e alle piogge di proiettili.

Ambientato a metà degli eventi raccontati in Resident Evil 5 (attenzione! Piccoli spoiler inside), ecco che ci imbattiamo in Jill Valentine dopo che Chris e Sheva sono riusciti a distoglierla dal controllo di un amuleto che l’aveva trasformata in uno strumento di morte.

Dopo aver cancellato le sue malefatte, Jill incontra l’agente Josh Stone della West African BSAA, che è sulle tracce dei suoi due colleghi. Fatta salva qualche battuta su eventuali flirt tra i due, Una Fuga Disperata è appunto un rincorrersi di sparatorie e combattimenti al limite della sopravvivenza.

A differenza quindi di Incubo Senza Uscita, i due sono ottimamente equipaggiati per supportare una potenza di fuoco da non sottovalutare. Per la cronaca, Jill ha una mitragliatrice mentre Josh ha inizialmente una pistola, ma prima che pensiate che possa essere il personaggio più debole, ecco arrivare in suo soccorso qualche arma extra da trovare man mano che si avanza nel gioco.

Ecco una delle mosse finali di Josh: devastante!

Visto che non ci sono puzzle da risolvere, l’unico obiettivo è avanzare e rimanere in vita, uccidendo le orde di Majini che sbucano fuori da ogni angolo buio, pronti a farci fuori con qualsiasi mezzo. Come accade in Incubo Senza Uscita, possiamo aumentare il nostro punteggio totale con dei colpi particolari, anche se in questo episodio sarà più dura realizzarli rispetto a quello precedente.

I Majini, nel loro muoversi a volte senza un criterio logico, ci mettono pressione, ed è quasi impossibile prevederne azioni e reazioni. Il merito va ai level designer che li hanno piazzati lungo i livelli di gioco in maniera azzeccata, e che hanno realizzato scenari maledettamente intricati in cui il virus può diffondersi ancora più velocemente e l’unica via di scampo, in certi casi, è la fuga!

Altrimenti, d’innanzi a una tale processione di infetti che sbarrano ogni tipo di passaggio, il solo rimedio è cercare di resistere, in attesa di rinforzi. Più facile a dirsi che a farsi…

Armati magari con un fucile di precisione oppure con un lanciarazzi, l’unica possibilità di salvezza è data dalla cooperazione: colpirli in qualche modo prima che la nostra barra di energia precipiti minacciosamente.

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Lucio Bernesi

Contributor

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