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Rock Band Unplugged

L'emozione di un concerto a portata di mano.

Dopo aver spopolato nei salotti di mezzo mondo, la nostra band ha deciso di farsi portatile e di debuttare sul display della PSP. In versione Unplugged, certo, perché portarsi dietro un intero set di strumenti musicali come quello messo a corredo di Rock Band non sarebbe stato poi così comodo.

E allora la vera sfida che gli sviluppatori hanno dovuto affrontare è stata proprio quella sul “come” trasformare un jet set musicale pseudo reale, in un concerto da infilare praticamente in tasca. Il risultato? Beh, all’inizio, chi ha già calcato i palchi delle console maggiori, della Next-Gen fatta di strumenti wireless e batterie da picchiare fino all’ultima rullata può sentirsi un po’ disorientato. Ma è solo un compromesso da pagare, inevitabile e aggirato alla grande.

Non c’è nessun tipo di fastidioso playback, il feeling con la PSP trasformata in una sala di registrazione è assolutamente di spessore. Sullo schermo abbiamo quattro pentagrammi differenti, quindi basso, batteria, voce e chitarra, che possiamo gestire contemporaneamente switchando tra le varie linee di suono grazie ai tasti dorsali. Col pulsante sinistro e destro della croce direzionale e con triangolo e cerchio si vanno ad eseguire le note che scorrono sul pentagramma virtuale.

Il passaggio dal palco delle console maggiori a quello in miniatura marchiato PSP, non ha tolto a Rock Band la sua voglia di regalarci grande ritmo..

Perché il gameplay, pur se ovviamente stravolto nei modi, ha sempre un unico risultato, quello degli applausi a scena aperta! Alcuni aspetti dei rhythm game di una volta tornano prepotentemente a farsi vivi e centrare combinazioni fantastiche tra accordi, assoli di chitarra e acuti vocali ci fa scalare le classifiche di vendita, scatenando file ai botteghini.

Ma ciò che fa la differenza, pur nella sua diversità di approccio, è la sensazione di ritmo che Rock Band Unplugged comunque ti lascia, soprattutto se viene giocato con un paio di cuffie ed almeno al livello medio di difficoltà. Tecnicamente, il titolo Harmonix non ha grosse pretese, ma non potrebbe essere altrimenti. Il colpo d’occhio, che è fondamentale per “reggere” l’arrivo delle note da suonare è ben supportato da una grafica essenziale, ma totalmente funzionale allo scopo del gioco. Niente di nuovo invece per quel che riguarda le modalità presenti. Sessioni di allenamento, il solito tour mondiale ereditato dalla versione per la PS3, con tanto di editor per il nostro alter ego bullonato, ma nessuna rivoluzione. La vera grossa mancanza è legata però al multiplayer ed è un peccato non poter improvvisare delle band create al volo ed affrontare insieme ad altri musicisti tutte le insidie di un concerto sold-out…

Un capitolo a parte merita come al solito la tracklist dei brani inseriti nel gioco. Oltre a quelli registrati all’interno dell’UMD con special guest del calibro di Nirvana, Blink 182, The Who, Foo Fighters, System of a Down, Bon Jovi, The Jackson 5, Billy Idol, The Police e Smashing Pumpkins, abbiamo la possibilità di scaricare nuove canzoni dal Music Store raggiungibile via PlayStation Network. Una politica, quella del download di tracce inedite che ha decretato il successo dei primi due capitoli della serie e che farà continuare a suonare il disco di Unplugged anche nei mesi che verranno.

Insomma, Harmonix vince la sua sfida, regalandoci un episodio di Rock Band che piacerà tanto ai fan storici muniti di chitarre distorte, ma pronti a scuotere testa e PSP a scuola, come ai giardini pubblici, quanto a tutti coloro che si avvicinano per la prima volta al genere. Siete pronti ad affrontare un’altra tappa di questo fantastico tour?

7 / 10

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A proposito dell'autore

Lucio Bernesi

Contributor

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