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Rock Revolution

Note stonate.

Negli ultimi anni il successo dei rhythm games è cresciuto a dismisura e con esso sono inevitabilmente aumentati anche i cloni dei soliti Guitar Hero e Rock Band, nati dal desiderio di molte software house di approfittare di questo boom videoludico. Ma si sa, le imitazioni non sono mai all’altezza delle aspettative e Rock Revolution ne è un perfetto esempio.

Rock Revolution propone le modalità tipiche di altri rhythm games, ma come prevedibile la loro realizzazione lascia molto a desiderare. Oltre a Quick Play, dove è possibile scegliere una canzone qualsiasi e iniziare subito a suonare, è presente la canonica Carriera, disponibile purtroppo solo in single player. Quest’ultima modalità, approssimativa e fin troppo semplice, non garantisce alcuna soddisfazione anche a causa di uno svolgimento monotono e ripetitivo. L’esperienza di gioco ruota infatti intorno al completamento di alcuni album (ognuno dei quali è composto da 4 brani) e al di là di questo non vi sono particolari elementi che possano suscitare interesse e coinvolgimento.

Sul fronte del multiplayer la situazione non è purtroppo migliore: il tutto è relegato a una pessima modalità competitiva dove fino a sei giocatori possono scontrarsi in maniera a dir poco banale e superficiale, ed una variazione cooperativa di Quick Play, aperta ad un massimo di tre giocatori, con davvero pochi spunti d’interesse.

Le opzioni di personalizzazione della modalità carriera sono ridotte all’osso. Oltre al nome della propria band si può variare l’aspetto dei personaggi con poche, pessime varianti.

L’ultima modalità presente è Studio che, come suggerisce il nome, permette di creare, riprodurre e remixare dei brani. Tanto per cambiare la realizzazione è pessima e l’interfaccia di gestione riesce a essere semplice ed allo stesso tempo tremendamente complessa: faticherete non poco per creare qualcosa che sia anche lontanamente orecchiabile.

A un primo sguardo la selezione dei brani si presenta più che dignitosa (sono presenti oltre 40 canzoni, tra cui "Somebody Told Me" dei The Killers, "Sk8er Boi" di Avril Lavigne e "Cum on Feel the Noize" dei Quiet Riot) ma l’entusiasmo iniziale si tramuta rapidamente in disperazione non appena si inizia a giocare. Perché? Semplice, tutti i brani non sono altro che banalissime cover.

Come i suoi più celebri concorrenti, anche Rock Revolution dispone di un proprio Store per l’acquisto di brani supplementari ma, incomprensibilmente, l’accesso al servizio è limitato alla versione Wii del gioco. La scelta di relegare i possessori delle versioni PS3 e Xbox 360 alla lista predefinita dei brani è qualcosa d’inspiegabile (anche alla luce del maggior spazio su disco delle console Microsoft e Sony rispetto a quella targata Nintendo) ma purtroppo la realtà è questa.

A differenza di altri giochi musicali, Rock Revolution non gode inoltre di un proprio set di strumenti, e sebbene sia possibile acquistare un'apposita batteria, disponibile solo negli USA, l'alternativa migliore (e decisamente più economica) è quella di sfruttare la compatibilità con gli strumenti di Rock Band e Guitar Hero. A tutto questo si aggiunge la mancanza del microfono, visto che gli sviluppatori hanno pensato bene di risparmiare sulla realizzazione di qualsiasi traccia vocale.

È inutile girarci intorno, Rock Revolution è un gioco pessimo che non si avvicina neanche lontanamente a due mostri sacri della categoria quali Rock Band e Guitar Hero. Il suo prezzo di vendita, nettamente inferiore alla concorrenza, è inoltre una chiara “ammissione di colpevolezza” che testimonia come gli sviluppatori fossero pienamente consapevoli di aver fatto un pessimo lavoro ancor prima di lanciarlo sul mercato. Lasciatelo sugli scaffali, sempre che il vostro negoziante di fiducia abbia avuto il coraggio di procurarselo…

3 / 10