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Samurai Shodown Sen

Una katana senza filo né anima.

Facendosi violenza si continua a giocare, sperando magari di imbattersi in un sistema di combattimento abbastanza profondo da far passare in secondo piano le pecche grafiche, ma ci si rende inesorabilmente conto di quanto anche il gameplay sia mal progettato. Le dinamiche degli scontri cercano inutilmente di far convivere elementi dei picchiaduro 2d con altri presi di peso dalle arene a tre dimensioni, col risultato di non riuscire a soddisfare né i veterani del quarto di giro+pugno, né i maestri delle schivate millimetriche.

Gli attacchi si dividono attraverso quattro tasti: il fendente verticale, quello orizzontale, i calci e la presa/mossa speciale. Tramite l'alternanza di questi pulsanti o la loro combinazione, è possibile esibirsi in tecniche di vario genere, ma considerando che stiamo parlando di un picchiaduro 3d, basta poco per rendersi conto di quante poche siano le combo a disposizione per ogni personaggio.

Se anche le sequenze utilizzabili durante gli incontri fossero state di più, comunque, il sistema di combattimento stesso le avrebbe rese del tutto superflue, visto che nella maggior parte dei casi è molto meglio affidarsi ai lenti e micidiali attacchi eseguibili con le combinazioni orizzontale+verticale o verticale+calcio, che impazzire dietro a lunghe sequenze mai troppo efficaci.

Portando a segno uno dei due colpi in questione, infatti, è possibile decurtare l'energia avversaria di un terzo abbondante, spostando completamente gli equilibri dello scontro.

La colonna sonora alterna interessanti brani tradizionali a motivetti poco in linea con le atmosfere del gioco.

Se nonostante quanto detto fino ad ora vi sentiste ancora attratti da questo picchiaduro al punto da decidere di apprenderne i più reconditi segreti, sappiate che la modalità pratica non è delle più curate. Non solo non permette di impostare la parata automatica (per rendersi effettivamente conto della possibilità che una sequenza di colpi si trasformi in una combo, o meno), ma la lista delle tecniche è così lenta e difficile da consultare da rendere l'allenamento una vera tortura.

E il multiplayer? Come in ogni picchiaduro, giocando offline la qualità dell'esperienza dipende molto dalla bravura e dalla simpatia dell'avversario che impugna il secondo joypad (o arcade stick).

Buttandosi nel gioco online, invece, la situazione cambia drasticamente, non tanto per problemi di lag (le partite scorrono con una fluidità invidiabile), ma piuttosto per la tragica assenza di sfidanti con cui incrociare la spada. Con la quantità di bei picchiaduro attualmente in circolazione, infatti, trovare qualche appassionato che dedichi il proprio tempo a Samurai Showdown Sen piuttosto che ai più godibili Street Fighter IV (e tra poco il Super), BlazBlue, Virtua Fighter 5 e Tekken 6 (due evergreen), è davvero complicato.

È con grande rammarico, quindi, che mi vedo costretto a sconsigliare Samurai Shodown Sen. Il rammarico deriva dal profondo legame che ho con questa serie, nato dalla commistione perfetta di due mie grandi passioni: i picchiaduro e i samurai. In questo caso, però, non c'è passione che tenga.

4 / 10

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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