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Sol Survivor

Un gioco all’ultima torretta!

Fra i ricordi più vividi del mio aureo (e rimpianto) passato alle elementari, un posto di rilievo sarà sempre dedicato ad una particolare lezione di storia, dove per la prima volta sentii parlare della battaglia delle Termopili e dell'eroico sacrificio di Leonida. Il senso di coraggio e di orgoglio che tale evento mi suscitò rappresentava infatti quel tipico stimolo grazie al quale i bambini acquistano un senso di onnipotenza e di fiducia nel futuro che purtroppo, sempre più spesso, questa società cerca malauguratamente di abbattere.

Tralasciando invettive ai tempi che corrono, mi risulta però naturale ribaltare tale epicità nel mondo dei videogiochi, universo parallelo dove risulta forse più facile continuare a sognare e a credere che il mondo possa cambiare. A riprova di quanto detto, penso infatti che non ammetterete che non di rado ci capita di vivere esperienze analoghe all'epopea greca, quando ad esempio ci sentiamo l'ultimo baluardo per uno dei milioni di mondi da difendere, finalmente speciali nell’anonimato della massa.

Concentrare il fuoco può risultare decisivo, soprattutto con i nemici più agguerriti.

Vero è che però c’è un genere che più di ogni altro è in grado di tirarci fuori il petto al grido della pugna, mentre siamo occupati a sudare nella speranza che l’ultima difesa, issata dando fondo a tutte le risorse rimaste, resista a quell’assalto finale, canto del cigno di un nemico ormai morente. Sì, sto proprio parlando degli strategici a “torrette”, in cui lo scopo del gioco è difendere un luogo particolare predisponendo mura, torri e chi più ne ha più ne metta.

Dove Sol Survivor si differenzia dal novero di questo particolare genere, oramai relegato principalmente ai device portatili, è però nell'attenzione riposta nella sua realizzazione, pieno compimento di quell'indole al giocare puro che gli studi indipendenti portano a loro bandiera. Dinamiche di gioco, cura nei particolari, spessore nelle relazioni con la community, sono tutte caratteristiche che Cadenza Interactive interpreta nel migliore dei modi, riuscendo a sfornare un titolo degno di finire sui nostri monitor.

Come ormai credo immaginiate, il gameplay ricalca i canoni classici del genere: attraversando gli oltre venti livelli divisi per quattro diversi mondi, dovrete di volta in volta difendere degli avamposti, dotati di un totale di anime prefissato, dall'assalto continuo dello “sporco” invasore che tenterà di strapparvele. Per fare ciò potrete scegliere fra torri, fasci laser, impianti missilistici, rallentatori e altre temibili macchine da guerra, tutte acquistabili utilizzando un certo quantitativo di denaro rimpinguabile uccidendo le truppe nemiche.

La vittoria di uno è la vittoria di tutti, la sconfitta di uno la gloria dell'altro.

All'interno di una cornice canonica, Sol Survivor spicca però per l'introduzione di un elemento di stacco rispetto al semplice piazzamento di torri, torrette e mortai vari. Esiste infatti in parallelo a questi strumenti passivi la possibilità di intervenire direttamente sul piano di battaglia utilizzando la cosiddetta modalità “supporto”: sfruttando un monte punti che, a differenza dei bonus accumulati abbattendo nemici, si ricaricherà automaticamente, è possibile sbizzarrirsi con tutta una serie di attacchi come fasci laser o cascate di bombardamenti, in grado di aumentare in maniera consistente l'approccio strategico e allargare il ghigno sadico sul vostro volto.

Proseguendo nelle missioni sbloccherete poi diversi comandanti, ognuno caratterizzato da un proprio mix di torrette e armamenti di supporto e ognuno quindi adatto a un particolare stile di gioco o di situazione contingente.

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A proposito dell'autore
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Roberto Bertoni

Contributor

Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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