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Tales of Monkey Island: Stagione 1

Dopo più di 10 anni, Monkey Island si riavvicina ai fasti di un tempo.

Allo scorrere dei titoli di coda del Capitolo 5 della nuova versione di Monkey Island, i fan probabilmente tireranno un sospiro di sollievo. Anche se la strada per raggiungere questo risultato è stata dura, i ragazzi di Telltale sono riusciti nell'impresa. Tranquilli, non faremo spoiler degli sviluppi della trama, ma vi basti sapere che a conti fatti i personaggi appaiono ben sviluppati (per quanto l'approccio folle di Monkey Island sia in grado di permettere) e voi, i giocatori, vi sentirete soddisfatti e rinvigoriti dalla bella esperienza garantita da questa stagione.

Gran parte del merito di questo risultato va al modo in cui questo capitolo del 21esimo secolo sia riuscito a entrare nell'anima del gioco con personalità, visto che i fan di Monkey Island hanno un'idea molto specifica di cosa appartenga o meno alla serie. Escape from Monkey Island, rilasciato nel 2000, pur essendo un buon gioco di avventura non è mai stato accettato dai fan, che lo hanno tollerato ma non abbracciato completamente, semplicemente perché non era Monkey Island. Tales of Monkey Island condivide con Escape alcune scelte di design, soprattutto nei controlli, ma si propone con la giusta personalità, al punto da rendere più facile perdonare qualche difetto qua e là.

Tornando al lancio della serie, è facile capire il motivo per cui i fan fossero così esitanti: tra i lavori di Telltale precedenti alla collaborazione con Lucas Arts troviamo due stagioni di Sam & Max, avventura episodica sceneggiata piuttosto bene ma con un gameplay poco convincente. Altri lavori recenti dello stesso team presentano gli stessi problemi. La serie Strong Bad su WiiWare e le avventure di Wallace & Gromit, i cui ultimi episodi sono stati raggruppati senza cerimonie su Xbox Live Arcade, erano buone ma mai eccellenti a causa di ambientazioni ripetitive e di puzzle mai troppo ispirati. Di sicuro si tratta di credenziali solide per una compagnia intenzionata a realizzare avventure punta e clicca, ma non abbastanza per raccogliere lo scettro della Più Grande Saga di Tutti i Tempi.

Che ci fa Guybrush con Scooby-Doo?

Non è una sorpresa, quindi, che Launch of the Screaming Narwhal, il primo dei nuovi episodi di Monkey Island, sia piuttosto timido. Sotto molti aspetti è più un'offerta di pace verso i fan che l'inizio di un nuovo gioco. “È tutto ok”, recitano i familiari ritmi narrativi e le note ambientazioni, “questo è ancora il Monkey Island che voi ricordate”. Gli enigmi non sono male, ma tutto si concentra molto di più sui personaggi, in particolare sul mitico Guybrush. Esplorare una città pirata e ottenere una nave sono il giusto pane per i denti dei fan. Tutto questo dovrebbe bastare a rassicurare i giocatori del fatto che, con il giusto rispetto verso il capolavoro di Ron Gilbert, Telltale ha iniziato a rimodellare la serie secondo la propria visione.

Sfortunatamente, The Siege of Spinner Cay non mantiene le promesse fatte, ma al contrario presenta uno dei problemi classici dei giochi a episodi: la consistenza. Dividendo la storia in spezzoni indipendenti, una fase di gioco che in un progetto intero verrebbe vista come un piccolo calo, se racchiusa in un singolo episodio si può trasformare in un grosso problema. Come gli altri titoli Telltale, Spinner Cay non è certo un brutto gioco, ma il fatto che sia basato sul vecchio schema “trova i tre oggetti” lo rende un secondo episodio scarso, che perde il mordente narrativo e riporta alla mente molti dei difetti storici delle avventure punta e clicca.

Più corto e meno coinvolgente del primo capitolo, è il classico momento che in un gioco completo sarebbe passato inosservato, ma la cui mancanza di ambizioni viene amplificata una volta isolato in un singolo spezzone della struttura a episodi. Il cast di supporto inizia a entrare in scena, elemento che aiuta a dare un po' più di forza a una struttura altrimenti debole . Morgan LeFlay, in particolare, si colloca così bene nello stile di Monkey Island che è facile immaginarlo nei capitoli originali.

Fortunatamente la serie raggiunge il suo picco nella parte centrale. Lair of the Leviathan rappresenta il raggiungimento della maturità della dedizione di Telltale alle avventure episodiche. Si tratta di una storia dirompente che porta Guybrush all'interno di un'enorme creatura, facendo compiere all'intero schema narrativo un grande balzo in avanti e avvicinando enormemente il protagonista alla sua meta finale. In tutto questo vengono approfonditi ulteriormente in tanti modi divertenti i nuovi personaggi come Morgan LeFlay. Gran parte del successo di questo capitolo è dovuto alle numerose ambientazioni bizzarre che ci si trova a visitare. Lo spirito di Monkey Island si sente ancora tutto, ma allontanando la formula dal solito setting delle isole tropicali, si respira una piacevole aria di rinnovata freschezza.

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Filippo Facchetti

Contributor

Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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