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The Last Remnant

Salvare il mondo: una questione complicata.

Il mondo è in guerra, ed è tutta colpa della brama di potere scatenata dai Remnant, misteriosi artefatti dall'oscuro potere magico. Sono queste le ultime vestigia di una antichissima civilità perduta, la cui veneranda e pericolosa eredità è adesso oggetto di contesa tra le diverse razze che ne bramano il possesso. Premesse narrative tutto sommato intriganti, anche a voler chiudere un'occhio su Rush Sykes (il giovane protagonista) e la sua banale, scontata e ritrita ricerca della sorellina, che i "cattivi" hanno ovviamente rapito giusto per offrirvi un pretesto per abbandonare la vostra isoletta felice e ficcarvi nei pasticci. E già che ci siete... che ne direste di salvare il mondo?

The Last Remnant doveva essere l'ennesimo titolo in grado di sdoganare il gioco di ruolo nipponico su Xbox 360 (ricordiamo l'esclusiva temporale) aprendo il genere a tutta quell' utenza occidentale ostinatamente impegnata nell'ultimo shooter in prima persona. I tratti prettamente caratteristici del genere rimangono però immutati: abbiamo quindi un vasto mondo da esplorare, ambientazioni fantasy di indubbio fascino e personaggi vagamente femminei le cui acconciature non smettono di ondeggiare nemmeno in assenza della più flebile brezza. Storia e comparto grafico non sono pertanto indici di particolari rivoluzioni, ed è solo nel gameplay che il titolo tenta coraggiosamente di imboccare strade alternative.

Alle fasi esplorative, in cui dovrete dialogare con gli abitanti del luogo e organizzare il vostro armamentario, si contrappongono i combattimenti. Rigorosamente a turni, ma invece di controllare direttamente i vostri personaggi sarete chiamati a dirigere un piccolo "esercito" suddiviso in squadre da cinque elementi. Tali unità obbediranno prontamente agli ordini che avrete impartito, utlizzando all'occorrenza magie e abilità speciali nei confronti dei nemici selezionati. Le prime ore di gioco sono interessanti; questo inedito sistema di battaglia, dal sapore squisitamente strategico, ci ha davvero sorpresi. Nel corso del gioco non basterà infatti reclutare nuovi personaggi, ma anche distribuirli con saggezza all'interno delle Unions. Avrete quindi modo di porre in prima fila i personaggi più robusti, lasciando nelle retrovie quelli dotati di arti magiche e di importanti abilità curative.

Ambientazioni discretamente suggestive, in pieno stile Square Enix.

I protagonisti della vicenda saranno generalmente i leader delle varie unità e avranno a disposizione attacchi e mosse più performanti nel corso della battaglia. Il modo in cui saprete disporre i vari personaggi sarà essenziale: ogni squadra dovrà infatti essere ben bilanciata, con almeno un personaggio deputato alla guarigione e i guerrieri più coriacei pronti a distribuire mazzate. Buona l'esecuzione degli ordini impartiti: il gruppo saprà gestirsi in maniera autonoma e abbastanza efficiente. Qualora abbiate ordinato un atteggiamento prudente, vederete l'unità attaccare con cautela e contemporaneamente curarsi ogni qual volta se ne presenta il bisogno. La posizione del giocatore si trova pertanto in un piano intermedio tra il combattente e lo stratega, in cui è necessario operare delle scelte decisive e saper affrontare con velocità i particolari quick time event contemplati nel corso dell'azione.

Tale sistema potrebbe apparire inizialmente un po' macchinoso, ma proseguendo nell'avventura potrete usufruire di molteplici opzioni, non solo nelle manovre di battaglia ma anche nella personalizzazione delle varie unità. Imparerete le tattiche migliori e avrete finalmente la giusta dimestichezza nel gestire i personaggi sotto il vostro controllo. Ciò sarà determinante soprattutto negli scontri con i boss, nei quali dovrete inevitabilmente avere un minimo di accortezza nella preparazione delle unità, pena una plateale e indecorsa sconfitta.

Non lasciatevi intimorire dal numero di opzioni presenti nel gioco. L'aspetto lievemente tattico del gioco è anche uno dei suoi maggiori punti di forza.

Se la modalità di lotta ci ha convinti, non possiamo dire lo stesso del comparto tecnico. Lasciando da parte fatidiche quisquilie di carattere grafico, il vero problema sembra rappresentato dai caricamenti esagerati, che vi costringeranno nella più oziosa attesa ogni qual volta starete per accedere ad una nuova location. Si tratta di un lasso di tempo che può arrivare ai cinque secondi netti, e se consideriamo che accade puntualmente all'inizio di una battaglia o all'ingresso di determinati edifici, be', capite bene che l'installazione su hard disk diventa praticamente obbligatoria.

Trasporre il gioco sul disco fisso gioverà parecchio alla fluidità generale del titolo, peccato però che non ci sia nulla da fare per i pop up e per un frame rate solitamente instabile già nelle battaglie del tutorial. A onore del vero, nemmeno le animazioni dei personaggi ci hanno convinto pienamente, anche se possiamo spezzare una lancia a favore di quelle facciali, che risultano essere gradevoli e appropriate nella maggior parte delle situazioni.

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Last Remnant

PS3, Xbox 360, PC

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Dario Tomaselli

Contributor

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