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El Shaddai: Ascension of the Metatron

Un raggio di luce in un mercato grigio.

Questa piacevole alternanza di stili di gioco caratterizza fortemente l'intera esperienza, permettendo di passare dai fluidi combattimenti alle complicate evoluzioni aeree, il tutto senza mai perdere di vista una trama comunque troppo articolata per essere carpita nella sua interezza, almeno la prima volta che la si affronta.

Tutto questo è accompagnato da un sistema di combattimento capace di essere piuttosto profondo nonostante sfrutti semplicemente quattro tasti: uno per l'attacco, uno per il salto, uno per la parata e uno per la purificazione.

Alternando tocchi rapidi a pressioni prolungate sul tasto dell'attacco si può eseguire un buon numero di combo, mentre combinando quel pulsante con quelli del salto e della parata si eseguono un'utile manovra di avvicinamento e il più classico degli attacchi in grado di sollevare in aria l'avversario per massacrarlo in volo.

La cosa interessante, però, è la gestione delle armi, visto che in tutto il gioco Enoch ne avrà a disposizione solo tre, da portare rigorosamente una alla volta. Non permettendo di cambiare a piacimento l'arma come negli altri titoli del genere, El Shaddai si dimostra incredibilmente profondo, visto che spinge il giocatore a scegliere con cura cosa portare con sé nelle varie fasi del gioco.

Anche la colonna sonora è sempre ad altissimi livelli.
El Shaddai è completamente privo di HUD, che però si sblocca dopo aver completato il gioco almeno una volta.

In qualsiasi momento è possibile ottenere un'arma differente semplicemente rubandola ai nemici precedentemente indeboliti, e considerando che ogni avversario è più sensibile a un tipo di attacco piuttosto che a un altro, diventa essenziale capire con quale ordine eliminare i vari bersagli, in modo da impostare un ciclo offensivo sempre vantaggioso.

In combattimento, quindi, è possibile affidarsi all'Arch, al Gale e al Veil, rispettivamente una sorta di spada ricurva rapida e letale, un misterioso strumento capace di scagliare dardi con una violenza inaudita e, per finire, un massiccio scudo in grado di trasformarsi in due potenti magli. Ogni arma garantisce uno stile di combattimento unico, che può essere sfruttato al meglio con determinate tipologie di nemici.

Le tre armi, inoltre, garantiscono anche un'abilità speciale non sempre legata al combattimento, che spesso si rivela utile anche durante le fasi esplorative. L'Arch, per esempio, permette di planare dolcemente dopo i salti, mentre il Gale rende disponibile un rapido scatto in avanti, utile per allontanarsi dai nemici o per affrontare salti altrimenti troppo lunghi.

L'esperienza offerta da El Shaddai, quindi, è assolutamente unica. È raro trovare un gioco capace di mascherare una struttura lineare trasformandola in un viaggio onirico e assolutamente ipnotico, in parte grazie alle indimenticabili scelte stilistiche (a volte fin troppo ardite, al punto da confondere il giocatore rendendo difficile l'interpretazione di alcuni salti), in parte grazie a un sistema di combattimento leggero ma ottimamente studiato e a una narrazione atipica.

Di sicuro ci troviamo di fronte a un gioco con più di un difetto, ma resta comunque un accecante raggio di luce in un mercato sempre più incanalato in un fiume monocromatico, dove alla sperimentazione è spesso preferita la sicurezza garantita da qualcosa di già collaudato.

Prendetelo, amatelo e, dopo averlo completato la prima volta, vi ritroverete fra le mani un titolo capace di offrire anche una sfida di una certa intensità grazie ai due livelli di difficoltà extra sbloccabili dopo il finale.

9 / 10