Serious Sam: Double D

Armi, munizioni, energia e protezioni non mancano semplicemente attraversando i livelli, ma è curiosando qua e là che si possono trovare stanze segrete in cui verremo ampiamente ricompensati per la nostra attitudine all'esplorazione, come potete vedere in questo filmato.

Una volta che si arriva a contatto con i boss finali, è possibile dare un minimo d'inerzia alle rotelle della nostra scatola cranica perché in quel caso è necessario, anche al livello di difficoltà normale, pensare a un'efficace tattica evasiva che ci permetta di scaricargli addosso tutto il munizionamento che abbiamo a disposizione prima di lasciarci la ghirba.

Come avete già capito, questo Serious Sam Double D è uno sparatutto plaftorm piuttosto convenzionale come in passato ne avete giocati a tonnellate: graficamente è bruttino (anzi, diciamo brutto) ma funzionale, le scenette d'intermezzo sono patetiche (niente doppiaggio!) e dopo pochi minuti la musica metal che fa da contorno all'azione di gioco inizierà a darvi sui nervi. Cosa lo salva quindi dall'ignominia dell'indifferenza?

Due considerazioni: la prima è la possibilità che viene concessa al giocatore di agganciare tra loro le armi che trova, creando libere composizioni di strumenti di morte indispensabili nelle situazioni più concitate, sopratutto negli ultimi livelli.

Passare da un thompson/motosega/fucile a pompa/lanciamissili a un laser/lanciafiamme/lanciagranate, e iniziare a inondare lo schermo in ogni direzione, è sufficientemente esilarante per spingervi a prendere in mano questo titolo quando avete voglia di scatenare un po' di sana ultraviolenza.

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La seconda discriminante è il rapporto prezzo/longevità. Per sette euro e qualche spicciolo vi portate a casa una decina di ore scarse di sparatoria platform (oltre ai livelli sono presenti anche una dozzina di scenari bonus da sbloccare man mano che si procede), che si giocano bene con il joypad dell'Xbox360 e più che discretamente con mouse e tastiera.