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We Sing

Senza arte né parte...

Esiste un limite oltre il quale ogni cosa rischia di entrare nel terreno del “superfluo” o del “ma perché ancora?” e We Sing, sebbene non sia felicissimo di ammetterlo, vi è entrato a pieno titolo.

Se da un lato infatti mi ritrovo convinto sostenitore della Wii e di tutto quello che ruota attorno al suo mondo, ho di contro sviluppato negli ultimi mesi una certa allergia ai giochi musicali dove viene richiesto di cantare, suonare o agitare le maracas.

Per i più maligni fra di voi, la cosa non è minimamente legata al fatto che le mie performance canore siano temute in Brianza e provincia, quanto piuttosto al fatto che ritengo ci sia un tetto oltre il quale tutto quello che arriva è noia.

Per quanto riguarda i giochi musicali credo che questo invidiabile risultato sia stato raggiunto già da circa un anno, quando iniziò la guerra senza esclusioni di colpi tra Rock Band e Guitar Hero, unitamente alla proliferazione di Singstar e soci che fra espansioni e cloni ha toccato numeri parossistici.

I video non trasudano certo carisma nella loro scelta...

Approcciandomi quindi alla declinazione ‘nintendiana’ dello schema canta che ti passa, non nutrivo certamente quella smania che altre volte ha avvolto il mio essere giocatore. Inoltre trovarmi davanti a quello che può essere definito il figlio povero (se non in miseria) di questo particolare genere non ha certo contribuito a migliorare l'umore, ma anzi ha affossato definitivamente il mio livello di autostima videoludica.

Chiariamoci, niente del titolo di Le Cortex può essere definito non divertente: improvvisarsi per qualche minuto una pop star di indiscusso (?!?) successo alla Cristina D'Avena può essere sempre fonte di ilarità, soprattutto se fatto in compagnia di amici il cui unico scopo della vita sembra essere quello di mostrarvi come non sia così difficile dimostrarsi più intonati di una campana svizzera. Ma quando per ottenere un punteggio di tutto rispetto è sufficiente mantenere un verso indefinito e mono tono per tutta la durata della canzone, è difficile non pensare che ci sia qualcosa che non torna.

La track list, la spina dorsale di ogni prodotto cantereccio, non contribuisce poi di certo a innalzare il livello generale: se sulla scelta generale delle canzoni c'è ben poco da obbiettare, è quando si sbatte il microfono contro l'impossibilità di scaricare dei brani aggiuntivi oltre a quelli presenti sui dischi originali che si comprende come l'intera produzione sia nata sotto una cattiva stella.

Il tempismo spesso conterà più dell'intonazione.

Solamente quando si va ad analizzare le varie modalità che il gioco propone si può affermare che We Sing abbia senso di esistere. Sebbene infatti anche in questo caso non stiamo parlando del tempio dell'originalità, considerando che il tutto sa molto di già visto, alcune varianti come “chi arriva prima a 5000 punti”, riescono a cogliere l'essenza del party game in modo soddisfacente.

Niente di sufficiente per elevarlo allo stato di “pietra miliare” ma perlomeno in qualche modo si giustifica l'acquisto di un gioco che, se comprato nel bundle con due microfoni USB di Logitech, richiederà ben più di qualche mancetta per portarlo a casa.

Se siete quindi alla ricerca di un prodotto che vi faccia passare delle ore in compagnia dei vostri amici, la softeca Wii presenta sicuramente titoli in grado di risultare più divertenti, più duraturi, più vari, più tutto. Se invece non potete fare a meno di mettere alla prova la vostra ugola d'oro e avete solo la bianca console di Nintendo, non vi rimane che aprire il vostro portafoglio e sperare di non annoiarvi troppo presto.

5 / 10

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Roberto Bertoni

Contributor

Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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