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Adam's Venture Chronicles - review

Biblicamente noioso?

Il mondo delle avventure grafiche ha da sempre un rapporto di amore/odio con l'universo delle console: se escludiamo alcuni capolavori della prima LucasArts e l'insieme delle avventure testuali passate di sfuggita sulle prime macchine da salotto, è difficile scovare nel catalogo PlayStation qualcosa che assomigli vagamente a un punta e clicca.

Ritmi di fruizione diversi, interfacce scomode per il pad e, in generale, la convinzione diffusa che qualsiasi cosa che richieda un uso intensivo del cerebro non sia adatto al divano, sono gli storici scogli contro cui l'invasione del genere ha visto infrangere i propri sforzi di conquistare nuovi mercati.

A dispetto di tali premesse, eccoci però a parlare di Adam's Venture Chronicles, titolo che decide di cimentarsi nell'impresa nonostante abbia già dalla sua diversi tentativi non esattamente esaltanti in ambito PC, i cui risultati potete peraltro leggere anche sul nostro sito. Per quella che vorrebbe essere una versione ragionata delle peripezie di Nathan Drake, inserita all'interno di un confortante contesto religioso, non certo un inizio indimenticabile.

Poteva mancare l'amica/antagonista femminile? Ovvio che no…

Le vicende riprendono quanto già visto nella precedente trilogia uscita su sistemi Windows, qui ora riproposta in un'unica confezione: il nostro Adam, da novello Indiana Jones, si trova ad affrontare in ordine sparso la scoperta dell'Eden, una bella cospirazione mondiale e, per non farsi mancare nulla, l'esplorazione della tomba di Re Salomone. Un bel mix fra mitologia e cristianesimo che promette di regalare (in teoria) ore di sano divertimento ma che in realtà scivolerà via senza lasciarvi ricordi degni di nota.

"Le vicende riprendono quanto già visto nella precedente trilogia uscita su sistemi Windows"

Siete forse confusi? Non preoccupatevi, neanche il gioco si premura di tenere insieme l'intreccio narrativo, limitandosi a farvi rimbalzare da uno scenario all'altro con poche spiegazioni al seguito. Niente di particolarmente scandaloso, in realtà, ma se state cercando qualcosa che possa rappresentare un divertissement dal sapore archeologico fra l'eroe di Naughty Dog e l'ultima Lara Croft probabilmente avete sbagliato recensione.

In apertura abbiamo però parlato di avventure grafiche e infatti, a dispetto dei due "concorrenti" sopracitati (le virgolette sono d'obbligo stante la situazione), l'enfasi maggiore è posta su tutto quello che è "enigma", rappresentato nelle press release da oltre 60 puzzle originali e accattivanti.

Gli scenari potrebbero anche risultare suggestivi. Potrebbero…

Ok, tante belle parole, ma a livello di ciccia come siamo messi? Sinteticamente potrei dirvi né bene né male, così da darvi una risposta in grado di dissipare tutti i dubbi, ma oggi mi sento generoso e quindi entriamo un po' nel dettaglio.

In generale la qualità dei rompicapo che vi troverete ad affrontare raggiunge senza difficoltà il minimo sindacale fra manipolazioni di leve, enigmi testuali e l'ormai immancabile corollario da settimana enigmistica. A questo aggiungete alcune sezioni più squisitamente platform dov'è necessario attivare fino a tre neuroni contemporaneamente e avrete un quadro preciso di quello che vi aspetta.

"La maggior parte degli enigmi si trova forzata all'interno della fase narrativa"

Il problema più grosso però non risiede tanto nella qualità media degli enigmi, quanto nel fatto che la maggior parte di essi si trova letteralmente forzata all'interno della fase narrativa, risultando di fatto troppo scollato rispetto a quello che di volta in volta è il contesto, e spesso troppo simili gli uni agli altri. A questo aggiungete che in alcuni frangenti dovrete buttarvi alla "spera in Dio" qualora non abbiate dalla vostra la necessaria conoscenza dell'Antico Testamento e capite bene che dipingere il quadro in maniera rosea sarebbe un peccato.

A volte alcuni enigmi sono anche interessanti.

Ciò nonostante, chiudendo un occhio su alcuni passaggi dove la logica fa a pugni con quanto proposto, è doveroso sottolineare che la decina di ore scarse necessarie per terminare il gioco non risulteranno frustranti, e questo grazie ad un livello di difficoltà pensato (immagino) per favorire la fasce di giocatori più giovani e per una fase action che risulta comunque ben costruita, seppur con tutti i limiti del caso.

"L'Unreal Engine 3 dimostra che anche un'avventura grafica dal budget limitato può dire la sua"

Dal punto di vista grafico l'Unreal Engine 3 dimostra che, con gli adeguati mezzi tecnici a disposizione, anche un'avventura grafica dal budget limitato può dire la sua all'interno del mercato videoludico. Peccato però che tale abbondanza sia in qualche modo penalizzata dai dettagli, come ad esempio le animazioni del protagonista, mai convincenti e soprattutto troppo laboriose per rendere fluida l'intera esperienza di gioco.

Altalenante anche l'audio: se la qualità media è accettabile, con alcune note di eccellenza per la colonna sonora che accompagnerà le vostre vicissitudini, il doppiaggio spesso non è sufficiente, risultando un incrocio fra un lamento fastidioso, e una registrazione da scherzo telefonico col bavaglio alla bocca. Difficile capire come due estremi così opposti convivano insieme, ma anche se la coperta è corta è comunque possibile nascondere con più stile gli eventuali limiti.

Per essere un novello Indiana Jones, il look non è dei migliori…

Per concludere, Adam's Venture è (l'ennesima) dimostrazione che la grafica da sola non basta a confezionare un'avventura degna di tal nome: non avvincente, per molti tratti banale e sostanzialmente senza quel piglio che possa giustificarne l'acquisto presso un pubblico abituato a ben altre esperienze, l'avventura di Vertigo Games trova la sua ragion d'essere solamente per un'utenza molto giovane.

Per questo tipo di pubblico le avventure del prode Adam potrebbero essere infatti un buon antipasto verso mondi decisamente più interattivi e dinamici, qui solamente abbozzati, e soprattutto ancora in grado di digerire un contesto narrativo come quello qui presentato senza provocare un rifiuto preventivo..

A conti fatti la sufficienza risulta lontana, nonostante le premesse per costruire qualcosa di interessante siano presenti: un gioco da Purgatorio, e senza passare dal via.

5 / 10

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A proposito dell'autore
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Roberto Bertoni

Contributor

Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.
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