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Homefront

Hands-on e intervista da Londra sul multiplayer.

Chi tra voi ha letto la mia intervista a Josh Olin per Call of Duty: Black Ops, ricorderà la domanda che gli posi circa le possibili ambientazioni per un futuro capitolo della serie.

Esplorati i contesti tipici della Seconda Guerra Mondiale e l'Iraq, e coi prossimi Medal of Honor e Black Ops ambientati in Afghanistan e Vietnam, il novero delle possibili location tra le quali scegliere un FPS tattico oggi come oggi è ormai ristretto.

La risposta che mi diede fu un po' di circostanza e un po' furba (d'altronde non si diventa Community Manager di Treyarch mica per nulla), ed è una domanda che avrei potuto riproporre anche a Jeremy Greiner, Community Manager di Kaos Studios, in occasione della mia trasferta in quel di Londra per assistere alla presentazione del multiplayer di Homefront.

Ho usato il condizionale perché, di tutti gli shooter di prossima uscita, quello in arrivo dagli sviluppatori newyorkesi (ex Trauma Studios, con all'attivo il mod per Battlefield 1942 di nome Desert Combat, nonché Battlefield 2 e Frontlines: Fuel of War), Homefront è l'unico che proponga un teatro relativamente insolito, ovvero gli Stati Uniti stessi.

Là dove infatti il mondo del videoludo ci ha abituato a essere dei portatori di democrazia perennemente in trasferta, questa volta nell'FPS di THQ dovremo vestire i panni dei patrioti pronti a salvare la nazione dall'invasione nordcoreana.

Considerato che i missili che saltuariamente Kim Jong II lancia al di fuori dai suoi confini non riescono mai a percorrere più di 300 chilometri senza inabissarsi nel Mar del Giappone, di tutte questa pare la premessa meno realistica tra quelle cui abbiamo assistito negli ultimi anni.

È però vero che per la realizzazione della trama di questo gioco i Kaos Studios si sono rivolti a un loro comune amico, niente meno che quel John Milius regista, sceneggiatore e produttore cinematografico con all'attivo decine di film più o meno noti.

La storia che ci è stata illustrata pare allora quasi credibile, con le prime manovre militari della Corea del Nord che iniziano nel 2011 e che condurranno all'invasione della Corea del Sud nel 2013 e alla conquista del Giappone nel 2018. Nel 2024 ormai è tutto il Sud Est asiatico a essere sotto il giogo di Kim Jong II, il quale attraverserà con successo il Pacifico nel 2025 avviando così l'invasione degli USA.

Gli eventi di Homefron, curiosamente, si ambienteranno in epoche diverse: il single-player nel 2027, il multiplayer qualche anno prima, sebbene ciò non avrà ripercussioni sulle armi che verranno utilizzate in entrambe le modalità.

Tali considerazioni sulla campagna del gioco saranno però le uniche che troverete in questo articolo, poiché la trasferta organizzata da THQ è stata incentrata unicamente sul multiplayer.

Sotto questo punto di vista i Kaos Studios hanno esordito con un'affermazione a effetto: "vogliamo diventare i numero uno al mondo nel multiplayer su larga scala". Una dichiarazione di intenti che non lascia spazio a scale di grigio o a possibilità di pareggio: o sarà bianco o sarà nero, o saliranno sul trono cui ambiscono o la loro caduta risulterà alquanto fragorosa.

Il multiplayer di Homefront.

Le premesse comunque sono buone, almeno stando a quanto si è visto. Il titolo propone infatti un multiplayer con tanta azione (illuminante la frase di Greiner: "se non vedi un proiettile per 10 secondi è perché stai andando nella direzione sbagliata"), mappe decisamente grandi al punto da ospitare 32 giocatori in contemporanea, veicoli da pilotare quali jeep, carro armati ed elicotteri e, soprattutto, il Battlepoint System.

Questo rappresenta l'evoluzione di quel sistema ormai standardizzato grazie al quale in molti giochi multiplayer si possono sbloccare potenziamenti, armi o veicoli nel corso di una partita. La differenza in questo caso sta nel fatto che qualsiasi cosa si faccia genera dei punti spendibili nella sessione stessa.

Per accumularli non saranno richieste solo le uccisioni dei propri avversari ma basterà anche distruggere veicoli nemici, catturare o proteggere le proprie basi, vendicare i compagni caduti e altro ancora.