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Assassin's Creed: Brotherhood

La costante maturazione di Ubisoft.

La novità con cui Brotherhood è stato spinto maggiormente da Ubisoft, tuttavia, riguarda la gestione della confraternita, che nel corso della trama principale si andrà lentamente a ricreare attorno a Ezio. Dopo aver affrontato una parte della trama, infatti, diventa possibile reclutare nuovi adepti, che possono essere chiamati in causa in qualsiasi momento con la semplice pressione del tasto L2 (LT, su Xbox 360).

La gestione degli adepti, però, non si limita a questo, visto che attraverso una semplice modalità gestionale è possibile accettare contratti da diverse parti del mondo (Firenze, Costantinopoli, Mosca, Lisbona e via dicendo), da far portare a termine proprio alle nuove leve.

Per ogni missione completata (caratterizzata da livelli di difficoltà crescenti) si ottengono soldi per la setta e punti esperienza per l'assassino (o gli assassini) responsabile del successo. Grazie ai punti così accumulati, gli accoliti di Ezio salgono di livello, fino a raggiungere il grado di maestri e diventare, in tutto e per tutto, membri della setta (con tanto di cerimonia di iniziazione).

Pur non essendo particolarmente complessa o approfondita, questa parte gestionale è capace di ipnotizzare il giocatore, che non può fare a meno di visitare costantemente le colombaie e le sedi della gilda sparse per la città, in modo da tenere sotto controllo i progressi dei propri uomini.

La cosa interessante è che, mandando gli assassini in giro per il mondo, non è possibile chiamarli al proprio fianco durante le missioni, quindi è sempre necessario tenere almeno uno o due uomini a Roma, per ogni evenienza, dato che possono essere usati anche per sbrogliare situazioni intricate della nostra campagna.

C'è altro da dire? Ah! Il multiplayer. Per la prima volta nella serie di Assassin's Creed, in Brotherhood è stata inserita una modalità per più giocatori che, a dire il vero, non ci ha proprio convinto. Durante gran parte delle partite da noi effettuate abbiamo riscontrato diversi fenomeni di lag (va però detto che il gioco non è ancora uscito, e che un problema di questo tipo potrebbe essere ottimizzato nelle prossime ore), ma il vero guaio è che il gameplay alla base del multiplayer non è stato in grado di coinvolgerci e divertirci.

Le modalità presenti sono diverse ma ruotano tutte attorno alle medesime dinamiche. In sostanza, ogni giocatore veste i panni di un assassino (rappresentato da uno dei tanti modelli poligonali realizzati per l'occasione), e una volta caricata la mappa di turno (ripresa da uno dei tanti frammenti delle città descritte tra Assassin's Creed 2 e Brotherhood) non deve fare altro che eliminare i bersagli che gli vengono ciclicamente segnalati sotto forma di contratti. A seconda della modalità selezionata (Ricercato, Caccia all'uomo, Alleanza e via dicendo), si può lavorare da soli, in squadre di quattro elementi o in gruppi da due.

La cosa interessante è che ogni utente è al tempo stesso preda e cacciatore, dettaglio che costringe a mantenere sempre un basso profilo per non farsi notare sia dal proprio bersaglio che dai nostri inseguitori di turno. L'idea in sé, sulla carta, è piuttosto intrigante, ma alla resa dei conti l'esperienza lo è di meno. A volte, per esempio, capita di essere uccisi dall'inseguitore proprio mentre si sta completando l'animazione (casuale) con cui si sarebbe eliminato il proprio bersaglio di turno, rosicando non poco.

Prendere l'Oro nelle missioni VR è una sfida molto impegnativa.

Le abilità che permettono di nascondersi tra la folla, inoltre, spesso si rivelano inutili per seminare i propri carnefici, tanto che in più di un'occasione ci si sente impotenti di fronte alla mannaia nemica. Il problema principale del multiplayer di Brotherhood, quindi, è quello del bilanciamento, che unito allo scarso ritmo di ogni singola partita, rende la modalità un semplice extra che verrà probabilmente migliorato e rifinito nei prossimi episodi della serie.

Nonostante questo, comunque, Brotherhood è un gran gioco, un'avventura intensa (il finale è una bomba, ed è riuscito a farmi cambiare idea riguardo all'inevitabile Assassin's Creed ambientato ai giorni nostri, a cui si arriverà prima o poi) e un'esperienza longeva, coinvolgente e gratificante.

Ubisoft ha saputo imparare dai propri errori, confezionando un gioiello adatto a ogni genere di giocatore.

9 / 10