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Sengoku BASARA Samurai Heroes

Katane e pistole: è il mix giusto?

Riconosco che la personalizzazione del cast, il numero di personaggi e di armi siano elementi da apprezzare. Le armi, infatti, godono di un kit di potenziamento tutt'altro che scontato, possono essere "upgradate" con slot per inserire modifiche e la potenza di proprietà elementali. I protagonisti sono altresì numerosi e utilizzabili nella modalità in cooperativa in split-screen.

Credo anche che l'aspetto strategico, benché accennato, abbia comunque un ruolo importante ai fini dell'economia del gioco. Insomma, c'è e ha il suo peso. All'inizio di ogni battaglia ci viene illustrata la situazione politica di quella particolare porzione di mappa, l'assetto in termini di milizie nemiche presenti sul campo e gli obiettivi che devono essere centrati per riportare l'ordine e conquistare quel territorio.

Poi, naturalmente, pad alla mano è la componente puramente action a fare la differenza, ma gestire nel migliore dei modi la crescita personale degli alleati è un sistema per arrivare in fondo al gioco con una certa disinvoltura.

Gli effetti di luce si sprecano, soprattutto quando si utilizzano le mosse speciali.
Il multiplayer prevede solo il co-op in split-screen. Niente online, dunque.

Il livello di difficoltà non è così elevato, a causa di una gestione dell'Intelligenza Artificiale non ottimale. Spesso le truppe nemiche fanno solamente "presenza" e si limitano a essere vittime sacrificali del nostro incedere, per poi lasciarci in balia del loro generale (una sorta di boss di fine livello) che invece risulta più difficile da battere.

Senza dimenticare che il fattore tempo può incidere sulla nostra voglia di conquista: più ne impiegheremo, maggiore sarà il rischio di vedere le terre già occupate tornare nelle mani dei nostri avversari. E in quel caso, il retrofront sarà necessario...

Il gioco è stato concepito su Wii e poi portato anche su PlayStation 3. Questo passaggio di consegne si nota soprattutto graficamente. Se su Wii l'impatto visivo è indubbiamente rispettabile, anche grazie a un motore di gioco che riesce a reggere contemporaneamente parecchi elementi su schermo, su PS3 le texture sono in HD, tutto è in generale più fluido, ma il colpo d'occhio non fa gridare certamente al miracolo.

Il gameplay è pressoché identico, facilmente assimilabile, con i quattro tasti dedicati agli attacchi pesanti e leggeri, alla parata e ai movimenti aerei. In aggiunta e in particolari momenti è possibile utilizzare delle mosse speciali dall'aspetto coreografico (classico slow-motion con zoom di circostanza), utili per venire a capo da situazioni intricate o per dare il colpo di grazia al mostro di fine livello.

Tra alti e bassi, Samurai Heroes non mi ha convinto, anzi, la sensazione che mi è rimbalzata sul pad è quella di una scena videoludica giapponese in preda a un pericoloso immobilismo.

Ricordo che lo stesso Inafune, e sto parlando del papà di Mega Man, lanciò tempo a dietro questo monito, proprio perché si era reso conto della mancata evoluzione del made in Japan rispetto a un Occidente che sta crescendo, tanto nelle idee quanto nella realizzazione tecnica.

A quanto pare, però, le sue parole non hanno avuto grande riscontro, dato che questo capitolo col bollino next-gen di Sengoku Basara sa di vecchio e già visto e non lascerà alcun segno sulle nostre console, al pari del suo già dimenticato predecessore, quel Devil Kings che davvero in pochi hanno giocato...

6 / 10