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The Fight

Un colpo fin troppo basso…

Alcuni non vanno a segno, perché beccare il nemico scoperto e sfruttare quel piccolo istante per mandarlo KO, è una questione di pura fortuna. Per cui si finisce per mettere da parte qualsiasi tipo di tattica, per colpire ripetutamente e senza alcun criterio, sperando che qualche pugno arrivi a destinazione.

La stessa telecamera fa tremendamente fatica a seguire le potenziali schivate, eseguibili, da manuale, muovendo semplicemente la testa. E invece i movimenti a destra e a sinistra vengono spesso confusi, con la PlayStation Eye condizionata anche da eventuali situazioni di poca luminosità.

È nella rilevazione soprattutto della velocità che il connubio The Fight/Move funziona malissimo. E purtroppo in un picchiaduro, l'aspetto della rapidità nella risposta ai comandi è quanto mai basilare. The Fight si dimostra quindi assai carente nel dimostrare quel rapporto di uno a uno che la periferica Sony ha come bollino di garanzia.

Il single player propone qualcosa come 100 lottatori da affrontare. Vi bastano?

Gettarsi nella mischia della modalità Carriera è dunque un atto di grande coraggio, di cui ci fregiamo per onor di recensione. Prima, però, c'è da mettere mano all'editor, scialbo o poco propenso alla personalizzazione.

Ma è l'umido della strada a regalarci le più grosse insoddisfazioni. L'Intelligenza Artificiale propone un livello di sfida prossimo allo zero. Meglio così, direte voi, tanto si tratta di un titolo a quanto pare ingiocabile. Eccolo il termine giusto.

Mi era sfuggito, anzi mi ero trattenuto dal digitarlo, perché una chance, un'ulteriore possibilità va sempre data. Ma The Fight propone un tasso di delusione direttamente proporzionale al passare dei minuti. Un altro paio di tic-tac e il Move volerà dalla finestra!

Perché se il sistema di controllo è dannatamente arrugginito, il gioco non fa un bel niente per renderlo più snello o almeno per camuffarne le clamorose defaillance. Le varie prove messe nel bel mezzo del nostro cammino da picchiatori raggiungono un livello di fastidio e di inconsistenza senza precedenti. Un paio di cazzotti al sacco? Ma sì, giusto per irrobustirci un po'!

I colpi andati a segno sono frutto più della casualità che delle nostre abilità...

Peccato che la sensazione di mancanza di peso e la casualità con cui si colpisce siano ancora una volta le caratteristiche principali di questa sessione di gioco. E il multiplayer? Se per la campagna in singolo ci vuole fegato, per avventurarsi nella modalità per più giocatori (offline in split-screen) occorre prepararsi bene ad un bel salto nel vuoto!

Dal punto di vista prettamente tecnico, The Fight presenta dei modelli poligonali discretamente realizzati, con una scelta delle palette di colore piuttosto monocromatica, che dà sempre sul chiaro scuro. Gli scenari invece sono piatti e ripetitivi e visto un angolo di ghetto, li avrete visti tutti! Stesso discorso per la colonna sonora, povera di liriche rap che si sarebbero sposate a meraviglia con l'habitat malfamato e molleggiante in cui ci muoviamo.

The Fight resta dunque un esempio negativo di interazione col Move e uno dei momenti storici più bassi toccati dai giochi di combattimento. Più che "senza regole", siamo quasi "senza parole". Da schivare...

4 / 10

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Lucio Bernesi

Contributor

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