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Dragon Quest VI: Nel Regno dei Sogni

La vecchia scuola non delude mai.

Come molti di voi avranno già avuto modo di notare, il Nintendo DS è ormai l'unica console in grado di proporre, con una certa regolarità, prodotti in grado di soddisfare le necessità ruolistiche degli appassionati di JRPG.

La line-up della console Nintendo è infatti ricca di prodotti di questo genere e nonostante molti di essi siano "semplici" remake di vecchie glorie del passato, è difficile restare indifferenti di fronte al fascino della "vecchia scuola"... specie se tra questi remake ci sono titoli mai apparsi sul mercato europeo.

Dragon Quest VI, sviluppato originariamente nell'ormai lontanissimo 1995, è infatti solo l'ultimo di una lunga serie di celebri rifacimenti riproposti al pubblico contemporaneo, ed in quanto tale merita senz'altro l'attenzione di qualsiasi appassionato del genere.

Sin dai primissimi minuti il titolo non tradisce la sua natura "vecchia scuola", proiettando il giocatore nel vivo di un'esperienza all'insegna del massimo tradizionalismo in linea con qualsiasi altro capitolo del famoso brand ruolistico. Dopo uno strano sogno premonitore, l'eroe dell'avventura si risveglia nel suo villaggio in quella che sembra una giornata come tante, ma sono sufficienti poche semplici quest per spalancare le porte a un'epopea fantasy che, come da tradizione, lo vedrà combattere interminabili scontri all'ultimo sangue, al fianco di svariati compagni di viaggio, per salvare il mondo da una terribile minaccia.

L'incofondibile stile grafico saprà affascinare chiunque abbia giocato ad un altro capitolo del franchise.

Sotto il profilo strutturale il titolo propone un concept molto classico, che riesce tuttavia a dimostrarsi vincente anche in un'epoca in cui gli RPG alla vecchia maniera sono ormai divenuti una vera e propria rarità. L'avventura, impreziosita dalla possibilità di interagire con un grandissimo numero di NPC, propone infatti tutte le tipiche feature di un qualsiasi Dragon Quest.

Queste sono un'infinità di incontri casuali con altrettanti mob (che pur facendo la felicità di tutti i puristi, frustreranno non poco eventuali neofiti della categoria), dinamiche di combattimento rigorosamente a turni, party personalizzabile, un tradizionale sistema di crescita automatizzato con numerosissime abilità e incantesimi, e tanti, tanti, tanti oggetti con cui personalizzare l'equipaggiamento del proprio alter ego. Il tutto senza contare la presenza di specifiche "vocazioni", modificabili in caso di necessità, che determineranno le caratteristiche dei singoli personaggi e le abilità a loro disposizione.

Di cose da fare, considerando anche le tante possibilità di interazione con gli altri personaggi, ce ne sono davvero tante e considerando l'ampio spazio dedicato alla "nobile arte del grinding" e le tante cose che Nel Regno dei Sogni ha da offrire, l'esperienza che vi attende vi porterà via almeno una quarantina di ore.

Per quanto riguarda la localizzazione del prodotto non vi sono particolari elementi da segnalare, eccezion fatta per una cosa che mi ha lasciato un po' interdetto... il dialetto bolognese. Sì, avete capito bene: per qualche arcano motivo l'eroe ha origini bolognesi e ciò vuol dire che tutti coloro con cui vi fermerete a parlare all'interno del suo villaggio di origine butteranno tipiche esclamazioni bolognesi quali "sciorbole!" in quasi ogni loro affermazione.

Si tratta di un piccolo tocco di originalità, che ha però lasciato il sottoscritto con un difficile interrogativo: perché mai un'avventura fantasy dovrebbe essere ambientata in Emilia Romagna? Non che abbia niente contro la suddetta regione, ma converrete con me che non è proprio una cosa comunissima.

Una panoramica generale.

In definitiva, Dragon Quest VI: Nel Regno dei Sogni si dimostra dunque un remake di pregevole fattura, che pur proponendo un concept potenzialmente frustrante per le nuove generazioni di videogiocatori, saprà senz'altro soddisfare le esigenze di chiunque sia cresciuto a pane e GDR.

Complice anche la possibilità di allevare il proprio personalissimo mostro da combattimento, gli amanti del franchise lo adoreranno alla follia, ma se foste fra questi il mio consiglio è di riflettere bene sulla possibilità di acquistarlo, perché il suo completamento richiederà tanto tempo libero e altrettanta dedizione.

8 / 10

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A proposito dell'autore
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Davide Persiani

Contributor

Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.
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