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Starcraft II

A Blizzard non piacciono i LAN Party.

La flessibilità di questo strumento è semplicemente senza precedenti ma per portarlo al massimo delle sue capacità occorrono parecchie ore di pratica, un team affiatato e un sacco di tempo libero a disposizione.

Al momento sono disponibili molte modification di qualità che alterano il gameplay ma sostanzialmente riciclano quanto proposto da Blizzard in termini di grafica e unità. Siamo quindi abbastanza fiduciosi del fatto che, nel giro di qualche anno, potremo giocare a mod di notevoli dimensioni e persino vere e proprie total conversion (alcune sono già in lavorazione) in grado di dare un’ulteriore spinta al potenziale artigianale di questo prodotto.

Il secondo aspetto di una certa importanza riguarda una questione che non ha mancato di generare polemiche fin dal giorno della pubblicazione, ovvero il supporto multiplayer alla modalità in LAN. Già fin dall’annuncio delle caratteristiche era chiaro che Blizzard non intendesse supportare il multiplayer in rete locale.

Anche se non è mai stato dichiarato esplicitamente, la motivazione è da ricercare nella volontà precisa di evitare qualsiasi genere di copie pirata in grado di generare un sottobosco non controllabile di server dedicati in rete locale o, per gli utenti in grado di usare un programma di network privato virtuale come Hamachi, online.

La storia è un elemento molto importante del gioco, anche se si tratta di un RTS.

Due o più utenti presenti all’interno della stessa rete sono quindi costretti ad accedere a Battle.Net 2.0 e scontrarsi su un server remoto. Anche se la qualità del servizio è spesso e volentieri ottima, è chiaro che la possibilità di creare un server da soli avrebbe migliorato l’esperienza di gioco, soprattutto per le LAN di grosse dimensioni che non possono garantire a tutti i partecipanti molta banda.

Nonostante le richieste delle community, che sono arrivate alla realizzazione di una petizione online da oltre 250000 firme raccolte, Blizzard ha continuato (e continuerà a fare) orecchie da mercante e l’impressione è che questa feature, per i motivi appena descritti, non verrà mai implementata.

Le buone ragioni per mantenere questa scelta commerciale ci sono tutte visto che la versione completa del gioco è ancora in vendita a 49.00 Euro e l’impressione è che ancora a lungo questa sarà la cifra da spendere per portarsi a casa un titolo in grado di garantire una community attiva per almeno quattro/cinque anni. In parole povere, Starcraft 2 a più di un anno dalla sua pubblicazione sicuramente vale ancora ogni euro che costa.

In ogni caso, è lecito prevedere un price drop in fascia media per la metà del 2012, con una probabile nuova impennata di vendite che dovrebbe, salvo sorprese dovute a titoli concorrenti particolarmente ben riusciti, rafforzare ulteriormente la sua posizione dominante nel settore degli RTS su PC e Mac.

Un po' di gameplay.

L’acquisto di Starcraft 2 rimane quindi altamente consigliato anche a un anno dalla sua pubblicazione visto che le qualità intrinseche del singleplayer sono arricchite dall’eccezionale supporto al multiplayer di Battle.Net 2.0 (gratuito) e dalla longevità infinita garantita da tutte le feature dell’editor.

L’unica vera minaccia all’acquisto di Wings of Liberty arriva praticamente dagli altri capitoli della serie: da tempo Blizzard ha annunciato la lavorazione di Heart of the Swarm e Legacy of the Void, ovvero le edizioni Zerg e Protoss del gioco. Difficile che qualche aficionado abbia deciso di aspettare per portarsi a casa la versione brandizzata dai propri alieni preferiti anche se, con ogni probabilità, verrà venduta a prezzo pieno e avrà le stesse funzionalità online delle altre due.

Certo, se in giardino al posto dei nani avete un marine, un’idralisca o un arconte…

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.
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