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Eurogamer Top 5 - Games Week Edition

Cinque personaggi che non posso mancare a ogni fiera nerd.

Il cosplayer brutto

Non esiste convention senza cosplay, questo è chiaro. Il probelma è che, come accade in ogni sottocultura, i suoi standard e il suo buongusto tendono a essere inversamente proporzionali rispetto a quanto piace alla massa. E più persone si avvicinano a questo oscuro mondo fatto di cartapesta e madri costrette a cucire costumi da power ranger XXXXL, più il sudetto buongusto si allontana scuotendo la testa, a braccetto col senso estetico...

Il crimine può aspettare, le ciambelle con crema no!

Una volta questo era un passatempo innocente e quasi tenero, fatto di persone che studiavano il costume nei minimi particolari e passavano mesi a farsi crescere una vera barba da mago, che adesso sono costrette a condividere il proprio momento di gloria con personaggi che trascinano sempre di più verso le tristi sponde del ridicolo e della presa in giro da parte di figuri privi della pietà umana, come il sottoscritto.

Sono fermamente convito che ci sia bisogno di una legge che circoscriva il cosplay a determinate categorie di peso. Se non siete d'accordo con me provate a spiegare al figlio di un vostro amico, che ha tanto insistito per seguirvi a convention, come fa Batman a saltare sui tetti visto che dopo una sola rampa di scale ansima come un vecchio con l'enfisema, o come mai Chun Li abbia i buchi della cellulite.

Il maggior problema dei cosplayer brutti, oltre alla totale mancanza di decoro, è il fatto che per comprare una tuta in spandex non ci sia bisogno di una visita medico sportiva. Perché il tuo travestimento può anche essere accurato come nemmeno i designer del gioco l'avrebbero pensato, ma se stai indossando un costume da Uomo Ragno e la tua pancia è un cimitero di birre medie, l'unico modo in cui potrai stupire qualcuno sarà quando riuscirà a non ridere al tuo passaggio, e forse dovresti lasciare questo ruolo alle persone che possono permettersi di essere esibizioniste.

La fidanzata del nerd

Ebbene sì, al contrario di quello che pensa la gente, anche chi passa la maggior parte della propria vita di fronte a uno schermo illuminato può avere una ragazza. Di solito sono donne che preferibberero condividere l'interesse di un serial killer per i giubbotti in pelle umana, che non quello del proprio uomo per l'ennesima patch di World of Warcraft. Spesso sono volutamente tenute all'oscuro di tutto per evitare che si domandino cosa ci vedono di tanto interessante in uno che è felice di vederle addormentate alle undici di sera sul divano, perché così può giocare liberamente.

Le donne annoiate non hanno età.

Sono donne che di solito alle convention non ci verrebbero neppure sotto la minaccia delle armi, ma ci sono anche delle povere ingenue che vengono trascinate con qualche scusa, e che probabilmente nei giorni a seguire faranno pagare cara la cosa con sessioni di shopping da Zara o H&M che non scenderanno mai al di sotto delle quattro ore.

La ragazza ingannata (non parliamo dunque di una santa donna votata al martirio pur di condividere qualcosa con l'uomo che ama, o di una nerd dura e pura), la riconosci subito dallo sguardo totalmente assente e dalla raffica di "a-ha", "uhm", "ah sì? Interessante", mentre il ragazzo che l'accompagna le sta dicendo qualcosa che la attira meno di una lezione di ingegneria meccanica trasmessa alle quattro di notte su Rai Uno.

Passandole accanto puoi quasi percepire le parole "dopo shopping, dopo shopping, dopo shopping" ripetute ossessivamente come un mantra buddista, mentre l'ingnaro accompagnatore sorride felice e non sa che l'attende un calvario di favori, vessazioni e facchinaggio che scandalizzerebbero persino un minatore russo.

Il mio consiglio? Alle convention andateci da soli, è la tipica win-win situation: se vi ama apprezzerà il gesto, se non vi ama più potrebbe trovare qualcuno che riempia la vostra assenza mentre girate per i padiglioni... e dopo avrete tutto il tempo il tempo che volete per "quelle vostre fiere di persone strane".

Il padre

Perdonate la zaffata di cinismo (anche se ormai dovreste esserci abituati), ma ogni padre impara presto che i figli non sono soltanto una grandissima gioia, ma anche una potentissima leva per ottenere cose altrimenti irraggiungibili, ed è forse per questo che la categoria dei padri è la più subdola fra quelle che vi abbiamo presentato.

Un trauma infantile è un rischio accettabile per parlare con certe standiste.

Sì, perchè un padre disposto a sobbarcarsi lo stress di portare il proprio figlio a una convention, e in alcuni casi persino a travestirsi a tema, poi tenterà in tutti i modi di far fruttare "l'investimento", trasformandosi di volta in volta in una delle categorie che vi abbiamo già descritto. E quindi non è raro vedere padri di famiglia che broccolano spudoratamente le ragazze agli stand con uno sguardo che neppure Tinto Brass, con la scusa che il piccolo Luigino si sta tanto divertendo a FIFA 12 , che piantano un gomito nello stomaco a un ventenne per una cappellino col marchio Playstation, o che fanno finta di chiedere una cosa "per il mio bambino che il vostro gioco gli piace tanto", per poi tenersela loro.

Nei casi peggiori capita pure che il padre scambi lo stand per una sorta di asilo nido, e vi appioppi una coppia di pargoli urlanti mentre lui va a fumarsi con calma una sigaretta dall'altra parte della città. In questi casi non resta che minacciarlo di vendergli i figli a una compagnia che si occupa di gold farming in Cina per vederlo comparire magicamente, farfugliare qualcosa riguardo ai ragazzini che si erano allontanati senza permesso e vederlo ripartire col suo carico urlante verso il prossimo stand.