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Reality Fighters - hands on

Sony mostra la realtà aumentata su PS Vita.

Sony ha investito molto nella realtà aumentata con EyeToy, Eyepet, Eye of Judgement e via dicendo. Anche su PS Vita continuerà a sperimentare con questa tecnologia, come ci ha spiegato John Mc Laughlin durante la presentazione all'evento di Londra dedicato a Vita, da cui vi scriviamo in tempo reale.

Esattamente come accade già con i 3DS, attraverso l'uso di alcune carte particolari e della telecamera di PS Vita è possibile far interagire gli elementi reali con strutture poligonali animate e interattive.

In Pocket War si assumerà il controllo di piccoli carri armati per vivere una vera e propria campagna o per affrontare gli amici in intense battaglie su ogni genere di ripiano.

In Table Top Sport Diving si affronteranno trampolini e piscine di ogni genere e altezza. Reality Garden permetterà di prendersi cura di un vero e proprio giardino virtuale, Fireworks sarà una variante di Fantavision e Pulsar un interessante puzzle game che spingerà a ruotare le carte per orientare i pezzi nel modo giusto e risolvere gli enigmi proposti. FlickBall sarà proprio quello che suggerisce il nome (una versione virtuale del Subbuteo), mentre Reality Fighters sarà un picchiaduro a incontri davvero particolare.

La line-up di PlayStation Vita con la realtà aumentata.

Quest'ultimo progetto ci è stato mostrato in modo approfondito dal suo producer, definitosi un appassionato di giochi di combattimento. Dopo aver creato il proprio lottatore usando il touch screen per modificarne la corporatura e scegliendone i vestiti fra i circa 400 presenti, ha deciso lo stile di lotta a lui più congeniale (c'è davvero di tutto, dal samurai al ballerino da discoteca) e si è preparato a combattere.

L'idea del gioco è molto semplice: gli scontri si possono svolgere in qualsiasi parte del mondo, semplicemente sfruttando le card e la fotocamera di PS Vita. In pratica scattando le foto di un luogo qualunque si possono creare arene personalizzate, condivisibili su Internet con i propri amici.

A questo punto gli sviluppatori sono scesi direttamente sul ring con i loro personaggi, offrendo una dimostrazione pratica di ciò che il gioco potrà offrire. Un'impressione a caldo? Non sembrerebbe farcela, soprattutto dal punto di vista del gameplay. La caratterizzazione dei personaggi pare infatti piuttosto debole, così come il fighting system.

D'altronde Reality Fighters non è sicuramente un gioco che basi tutto sulla profondità degli scontri, né probabilmente vuole andare a fare concorrenza ai picchiaduro più blasonati, ma sono altre le frecce al suo arco da sfruttare. Due giornalisti a caso, per esempio, sono stati fotografati dai programmatori e i loro volti sono stati usati per caratterizzare i personaggi.

A quanto pare il sistema, chiamato "Lipface", sarà in grado di registrare i punti chiave di un volto partendo perfino dalle foto sulle riviste. Sarà possibile cambiare il sesso rispetto a quello del modello, modificare il colore della pelle, degli occhi, dei capelli e via dicendo.

Questa tecnologia è stata pensata per funzionare a dovere solo con i volti umani, quindi scordatevi di usare le foto di cani, gatti o del vostro fondoschiena (e non dite che non ci avevate pensato!).

L'idea in sé potrebbe anche essere interessante, ma ora come ora l'effetto generale è piuttosto grottesco. Non è detto che proprio questo elemento, comunque, non si riveli determinante per il successo del gioco, vista anche la forte componente sociale legata a Facebook.

Al termine di ogni scontro, per esempio, sarà possibile scattare foto imbarazzanti dove il lottatore vincitore umilia l'avversario sconfitto, per poi condividerle attraverso i social network.

Il combattimento messo in scena davanti ai nostri occhi ci ha strappato qualche sorriso, tra un boscaiolo zombie e un clone di Borat che combatteva come una ballerina di danza classica, ma non certo per la qualità del gameplay.

La Realtà Aumentata, quindi, potrebbe rivelarsi piuttosto interessante grazie alle caratteristiche di PlayStation Vita, ma di sicuro c'è ancora molta strada da fare.