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Grand Theft Auto III: 10th Anniversary Edition - review

Liberty City è davvero nelle nostre mani!

Non vorrei spacciarmi per il tipico bulletto di periferia, ma se vi dico che GTA 3 lo conosco a memoria dovete credermi. Potrei tenervi incollati allo schermo da qui a Pasqua snocciolandovi Easter Egg noti solo ai nerd più incalliti, raccontarvi di come con questo titolo la SH dei fratelli Houser si guadagnò l'accesso all'Olimpo o di come, in un 2001 dove la tecnologia del tridimensionale stava consolidando i propri passi, il terzo episodio di una delle saghe più celebri di sempre scrisse quei canoni del sandbox da cui, ancora oggi, squadre di sviluppatori attingono a piene mani.

Potrei dirvi questo e molto altro ma trovandovi nel pieno delle ferie natalizie (voi, visto che io mi sono sigillato in ufficio), intenti a stilare un dettagliato resoconto alcoolico su quanto il vostro fegato dovrà sopportare nei giorni a venire, mi vedo costretto a concentrare questo pomposo preambolo in un semplice numero, che riassume alla perfezione quanto GTA 3 ha significato per il sottoscritto in questi 10 anni: 99.9%.

Ogni storia ha un inizio. E questo è il nostro arrivo a Liberty City.

Se pensate che sia un mero giudizio numerico siete fuori strada: trattasi in realtà della MIA modestissima percentuale di completamento, raggiunta senza l'ausilio di cheat in un anno di duro lavoro (bei tempi, l'università). Pacchetti speciali, violenze, obiettivi radiocomandati e tutto il resto, pazientemente superati con una dovizia da far invidia a quella di un'eremita amanuense. Una fatica immane per raggiungere quell'ambitissimo perfect score, vanificata ad un passo dal traguardo da un misero, maledettissimo salto unico. Un salto che ancora oggi, a dieci anni di distanza, non sono mai riuscito a stanare.

Potrete dunque immaginare come l'arrivo di Grand Theft Auto III: 10th Anniversary Edition per dispositivi portatili abbia riaperto una ferita mai del tutto cicatrizzata, e se da un lato l'entusiasmo di tornare a Liberty City nei panni del logorroico Claude Speed stabiliva nuovi record, dall'altro il desiderio di chiudere definitivamente i conti non poteva non scontrarsi con la preoccupazione per il nuovo sistema di controllo touch, già condannato a priori dai fedeli di mouse e tastiera come causa di un inevitabile fallimento. Ma dopo una settimana di prove, un iPad2 obbligato agli straordinari e qualche sano crampo alle dita, eccomi qui a raccontarvi quanto provato e, disarticolazioni a parte, difficilmente questa festa di compleanno avrebbe potuto essere migliore.

Prima di addentrarci negli immancabili tecnicismi, è bene chiarire una cosa: al contrario di quanto i 500MB scarsi di quest'App potrebbero indurci a pensare, quella del decennale non è affatto una riedizione miniaturizzata di GTA3. Tutti gli elementi che ne hanno decretato il successo nella decade passata, dalle missioni principali alle violenze, passando per la pletora di minigame di cui l'IP è costellata, vengono riproposti su iPad/iPhone senza tralasciare il minimo particolare, anche il più violento: non è un caso se pochi sviluppatori possono vantare lo stesso perfezionismo di Rockstar.

Durante gli inseguimenti a bordo di veicoli il touch system si dimostra affidabile e preciso, ma richiede un certo rodaggio.

"Claude Speed torna più in forma che mai grazie anche ad un revamp grafico che ben si fa apprezzare."

Claude Speed torna più in forma che mai grazie anche ad un revamp grafico che, seppur lontano dai fasti di Epic, ben si fa apprezzare su iPhone4S e iPad2, alla ricerca di Catalina, la fedifraga fidanzata rea di averlo abbandonato con un proiettile in corpo nel mezzo di una rapina alla Liberty City Bank.

Vendetta, droga, omicidi e quant'altro di peggio possiate pensare, tornano a danzare in quella che, come ormai da tradizione, viene indicata come la peggior città d'America. Una ricetta atipica per il mercato mobile (e quello Apple in particolare), storicamente più incline ad applicazioni "mordi e fuggi" scanzonate e a meccaniche di gioco intuitive e immediate, ma ora alle prese con una profondità narrativa e una giocabilità pressoché inedite.

Divincolarsi tra sparatorie, corse automobilistiche e inseguimenti serrati in un dispositivo totalmente privo di un controller fisico le cui dimensioni variano dal palmo di una mano ad una decina circa di pollici, può indubbiamente apparire come una sfida eccessiva, che a fronte di una difficoltà originale non propriamente gentile minaccia di trasformarsi rapidamente in frustrazione. Buona parte del lavoro svolto da Rockstar è stato dunque riservato al bilanciamento del livello di sfida, sensibilmente più abbordabile se paragonato alla controparte casalinga ma decisamente azzeccato in un'ottica mobile: le strade sgombre di Liberty City, ad esempio, permettono di sfrecciare sull'asfalto con maggior tranquillità, consentendo al giocatore di tagliare il traguardo delle numerose gare senza condannare agli inferi la propria anima.

Allo stesso modo il sistema di puntamento automatico delle armi aumenta notevolmente le nostre possibilità di sopravvivenza ai numerosi agguati, a fianco di un'intelligenza artificiale nemica particolarmente remissiva e meno reattiva di quanto visto ad esempio, su PC. Ogni nostro successo inoltre sarà premiato con una quantità di denaro ben più elevata rispetto a quanto citato, il che accelererà l'acquisto delle proprietà disseminate nella mappa e permetterà al nostro eroe di non lesinare nell'acquisto di armi e giubbotti antiproiettile.

"Il sistema di puntamento automatico delle armi aumenta notevolmente le nostre possibilità di sopravvivenza."

Premesso questo, lungi da noi affermare che questo nuovo GTA 3 sia un gioco per tutti: visitare l'ospedale di Liberty City diviene più una prassi che un'evenienza anche per i giocatori più navigati, che si troveranno a ripetere un paio di volte le missioni più complesse armati di pazienza e buona volontà. Tuttavia, il lavoro di tuning effettuato dal team di sviluppo riesce a limare le asperità, regalando una sfida assolutamente impegnativa (come del resto lo era l'originale) ma che diventa frustrante solo in rarissime occasioni. In questi frangenti, il consiglio è di spegnere il dispositivo e di staccare la spina per un po': l'ottima gestione della "ripresa della partita" farà trovare il buon Claude proprio lì dove l'avevate lasciato, senza dover necessariamente tornare al rifugio per salvare i progressi correnti.

La mitica Banshee, uno dei veicoli più veloci (e più utile nelle numerose gare) stanabili per le vie di Liberty City.

Coefficiente di sfida a parte, l'aspetto più interessante e dibattuto è senza dubbio il sistema di controllo: posto che ricreare il medesimo feel raggiunto su PC da mouse e tastiera (un comfort che nemmeno le console Sony e Microsoft hanno sfiorato nel corso degli anni) su un dispositivo touch rasenta l'impossibile, trovare un compromesso "a portata di dita" che permetta al giocatore di compiere l'intero parterre di azioni associate a Claude non dev'essere stato affatto impresa facile.

La soluzione proposta da Rockstar risulta tuttavia azzeccata e, pur richiedendo una necessaria fase di rodaggio iniziale, permette al giocatore di compiere la maggior parte dei movimenti senza eccessivi intoppi.

"Il sistema di controllo permette al giocatore di compiere la maggior parte dei movimenti senza eccessivi intoppi. "

Il lato sinistro dello schermo ospita i comandi di movimento, con l'immancabile stick virtuale alternato a una coppia di tasti direzionali, utilizzati per sterzare nelle sezioni di guida, e al pulsante radio, attivabile via swipe. A destra, invece, vengono concentrate le icone per le principali azioni di gioco: corsa, salto, attacco (sia con arma bianca che da fuoco) e l'immancabile tasto per rubare le altrui auto, a fianco di acceleratore, freno e clacson.

Per evitare un'inutile affollamento di pulsanti, questi risulteranno visibili solo se effettivamente utilizzabili (se siete a bordo di un veicolo, per intenderci, non avrete a disposizione le icone di salto o corsa) per poi tornare nascosti a seconda delle mosse del giocatore. La loro disposizione non arreca eccessivi fastidi sul capiente schermo di iPad, anche se capiterà spesso di ritrovarsi nel mezzo di una sparatoria su veicolo con una decina di tasti su schermo: discorso diverso per i pochi pollici di iPhone e smartphone simili, dove chiaramente tali icone risultano più piccole e, per tale motivo, facilmente confondibili.

Ecco a voi Claude Speed, il protagonista chiacchierone del primo, vero sandbox.

Se dunque le prime fasi di gioco possono apparire un po' confuse, non passerà comunque troppo tempo prima di sentirsi a proprio agio con questo sistema, che può inoltre arricchirsi delle funzionalità dell'oscilloscopio dei dispositivi Apple (un'opzione disattivata di default) nelle sezioni su quattro ruote. Il tutto viene ulteriormente ammorbidito da un sistema di telecamere affidabile, che inquadra l'azione di gioco con precisione e che al bisogno può essere fatto ruotare tramite il classico swipe. Una soluzione ottimale da fermi, ma che scricchiola nelle fasi di guida, costringendo il giocatore a "disimpegnare" una mano dal volante.

Nulla da eccepire invece sul fronte tecnologico. Sebbene la modellazione generale mostri il peso degli anni, la conversione HD effettuata da R* è fluida e pulita, priva di fastidiosi tearing e con un frame rate stabile come una roccia: certo, gli standard raggiunti in questo periodo da iOS sono ben più alti, ma il risultato complessivo è comunque godibile e ispirato, anche grazie a un comparto sonoro che come da tradizione offre una vasta gamma di brani che accompagnano alla perfezione l'intera avventura.

Difficile, a questo punto, trovare un valido motivo per sconsigliarvi l'acquisto di Grand Theft Auto III: 10th Anniversary Edition: nonostante i fondati timori iniziali, l'ultima fatica portatile di Rockstar si dimostra più che valida sotto ogni punto di vista, offrendo a un prezzo inferiore ai 4 Euro la pietra miliare del sandbox nella sua interezza, in una suggestiva veste HD e con un sistema di controlli che, al di là di tutto, ha dato ottima prova della sua robustezza.

Operazione Amarcord riuscita al 100%, insomma, e a tal proposito, vogliate scusarmi ma c'è ancora un dannatissimo salto unico che mi aspetta…

9 / 10

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Alberto Destro

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Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.

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