Skip to main content
Se clicchi sul link ed completi l'acquisto potremmo ricevere una commissione. Leggi la nostra policy editoriale.

AMY - review

Giocatelo... se ne avete il coraggio.

Il giorno in cui mi capitò di vedere il trailer di presentazione di AMY, devo ammettere che rimasi molto affascinato da quello che il titolo sembrava preannunciare: una storia di chiaro stampo horror fatta di incubi, orribili creature e tanta violenza, un gameplay apparentemente in linea con quello dei migliori survival horror di scorsa generazione e un atmosfera sufficientemente terrificante e claustrofobica da togliermi qualche ora di sonno.

E' andata come speravo? No, ma su una cosa non mi sbagliavo: è un titolo terrificante... e non in senso buono, ovviamente. Ad essere onesti valutare questo titolo è uno degli incarichi più complessi che mi sia trovato a dover affrontare negli ultimi tempi, non tanto perché il gioco nasconda chissà quale complessità, ma più semplicemente perché non so davvero da dove cominciare per elencare i suoi tanti difetti.

La prima cosa che salta agli occhi è senza dubbio la trama, inconsistente e caotica sin dai primissimi minuti: una donna di nome Lana si trova su un treno in compagnia di Amy, una bambina muta, affetta da seri problemi psicologico-sensoriali, ma ad un certo punto un lampo illumina il cielo e subito dopo cala l'oscurità più totale.

Il treno deraglia, Amy scompare e Lana si trova sola, mentre intorno a lei tutti, controllore ferroviario compreso, si trasformano in diaboliche creature assetate di sangue per colpa di una misteriosa epidemia di cui nessuno sa assolutamente nulla. Cosa resta dunque da fare a Lana? Semplice: combattere l'epidemia a suon di siringate nel collo, e ritrovare la bambina, per condurla fuori da questo inferno.

Immagino che a questo punto gran parte di voi si trovino con un punto interrogativo in stile Metal Gear sopra la testa, ma se vi può consolare, sappiate che la narrazione è l'ultimo dei problemi di questo titolo.

Il demerito più grande di AMY è infatti il suo pessimo gameplay, caratterizzato da meccaniche di gioco così antiquate, approssimative e mal realizzate da risultare quasi comico. Soprassedendo per un attimo sulla mobilità di Lana, agile come una tavolo senza gambe, è impossibile non provare una certa repulsione per le meccaniche di attacco e di schivata, in linea con gli standard tipici del 1990. Avete presente il primo Silent Hill per PSOne? Beh, sappiate che AMY è peggiore.

A rendere il tutto ancor più insopportabile ci pensano poi un comparto tecnico dell'anteguerra, un pessimo frame-rate, con rallentamenti inspiegabili anche nei frangenti più tranquilli, svariati enigmi senza senso caratterizzati da attività banali e tremendamente noiose, ed inquadrature ballerine che sembrano essere state realizzate con il chiaro intento di suscitarci blasfemie di ogni genere lungo tutto il corso dell'esperienza.

L'unico potenziale spunto d'interesse sarebbe potuto essere il rapporto, e la conseguente interazione, fra Amy e Lana, ma purtroppo gli sviluppatori hanno fallito miseramente anche in questo. Per tutto l'arco dell'avventura le due protagoniste sembrano l'una la palla al piede dell'altra, e ciò che ne consegue è un'esperienza ludica equiparabile alle torture che caratterizzavano l'inquisizione spagnola.

Vale dunque la pena di acquistare questo prodotto? Nel caso in cui siate dei masochisti, abbiate soldi da regalare o vogliate semplicemente trovare una buona scusa per prendere a testate il vostro televisore al plasma, assolutamente sì! Se questo non fosse il vostro caso, beh... date uno sguardo al voto qui sotto e dimenticatevi di AMY quanto prima. Un giorno, quando magari vi capiterà di provare il gioco a casa di un vostro sfortunato amico, mi ringrazierete.

3 / 10

Sign in and unlock a world of features

Get access to commenting, newsletters, and more!

Scopri come lavoriamo alle recensioni leggendo la nostra review policy.

In this article

AMY

PS3, Xbox 360, PC

Related topics
A proposito dell'autore
Avatar di Davide Persiani

Davide Persiani

Contributor

Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.
Commenti