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Assassin's Creed III e la Rivoluzione Americana - articolo

La scelta giusta per il prossimo blockbuster di Ubisoft?

Ubisoft nelle scorse settimane ha alzato il velo sulla prossima fatica del suo studio canadese, quell'Assassin's Creed III che promette ancora una volta di mantenere su livelli stellari il fatturato della casa francese per il 2012. Spiazzando un po' tutti, è stato infatti annunciato che l'ambientazione storica sarà quella della Guerra d'Indipendenza americana.

Non solo ma similmente a quanto accaduto in Brotherhood, saranno presenti anche una serie di personaggi storici come George Washington, Benjamin Franklin e Charles Lee. Niente più Altair o Ezio Auditore, dunque, ma un nuovo protagonista figlio di padre inglese e madre Mohawk dall'impronunciabile nome di Ratohnhakéton ma che per gli amici, e senza dubbio con maggiore successo, sarà ricordato come Connor.

Alexander Hutchinson, Creative Director di Assassin's Creed III, è stato molto chiaro al riguardo: "Volevamo creare un personaggio completamente nuovo dotato di grande personalità che potesse risultare fresco al grande pubblico e non una semplice ripetizione di quelli già visti in azione in precedenza.

Mentre Altair è un uomo guidato dal senso del dovere ed Ezio dalla volontà di vendetta, Connor è l'uomo della gente.

Mentre Altair è un uomo guidato dal senso del dovere ed Ezio dalla volontà di vendetta, Connor è l'uomo della gente: il suo obiettivo è quello di resistere all'ingiustizia in ogni modo possibile. Inizia a combattere per ottenere un luogo in cui vivere per il suo popolo, ma finisce per essere coinvolto nella rivoluzione e nello scontro tra Assassini e Templari."

Sicuramente si tratta di una direzione interessante per questo franchise, per vari motivi. In primis il gioco viene spostato nel Nuovo Mondo, in particolare nel periodo in cui il colonialismo europeo era al suo picco massimo di espansione. I cambiamenti per il pubblico più affezionato però sono raramente i benvenuti, nonostante l'assunto che i videogiocatori dovrebbero essere sempre i primi a chiedere l'arrivo di novità piuttosto che la riproposizione degli stessi concetti.

E invece, a giudicare dal putiferio scatenatosi online dopo le critiche relative a Dragon Age 2 in relazione al gameplay e allo stile grafico, la mancanza di notizie di Half-Life 3 o il fatto che Bioshock Infinite porti il nome del suo predecessore anche se palesemente ambientato in un periodo e contesto diverso dalla Rapture che tanti hanno apprezzato, pare proprio che la pazienza e la comprensione non siano una virtù di buona parte del pubblico più affezionato.

"Le critiche dei fan si sono concentrate più sul contesto storico che non sul nuovo personaggio"

Da quello che è stato possibile vedere nelle ultime settimane, le critiche dei fan si sono concentrate più sul contesto storico e temporale che non sull'effettivo charme del personaggio in sé. La fine del diciottesimo secolo in nordamerica è sicuramente un posto molto diverso dalla Terra Santa del primo Assassin's Creed o dalle grosse città europee raffigurate nel suo successore. Il ridotto numero di ambienti urbani in cui prodursi in acrobazie degne dei migliori parkour ha preoccupato non poco i fan della serie, anche se è chiaro che la vegetazione e le zone rurali possono proporre altrettanti spunti acrobatici, se ben concepite nel loro level design di base.

Molti indicano il periodo della Guerra d'Indipendenza americana come una potenziale fonte di ottimi spunti d'interesse.

Molti però indicano il periodo della Guerra d'Indipendenza americana come una potenziale fonte di ottimi spunti d'interesse per ogni prodotto di entertainment. Il Professore di storia Gregory O'Malley dell'Università di Santa Cruz è convinto che sia possibile partire da ottimi spunti per ottenere una storia interessante e ricca di colpi di scena in un contesto del genere.

Il fanatismo con cui le colonie si opponevano agli Inglesi, gli interessi delle nazioni straniere e la necessità di vivere sempre una vita di "frontiera" quando c'era un continente tutto da conquistare, sono tutti punti a favore di un titolo che potrebbe esplorare per primo, e con successo, queste e altre tematiche.

"Non era raro che parecchi nativi americani decidessero di rimanere leali agli Inglesi e quindi che molte famiglie finirono per separarsi. Per esempio, il figlio di Benjamin Franklin si schierò dalla parte degli Inglesi e i due finirono per non parlarsi mai più. Oltre a questo, è importante notare come entrambi i lati fossero alleati a diverse tribù di nativi americani, e anche questo fattore aggiungeva un ulteriore elemento di confusione a una situazione già estremamente tesa e delicata."

"Altre questioni erano di fondamentale importanza: la sempre maggiore responsabilizzazione delle donne, rimaste da sole a casa a mandare avanti la fattoria di famiglia o, nei casi più facoltosi, la piantagione, anche al comando di un vasto stuolo di schiavi. Proprio la schiavitù è un altro elemento di grande importanza nel caratterizzare un contesto di questo genere, non solo per le tensioni sociali che un argomento di questo tipo già generava in quel periodo ma anche per la presenza negli eserciti di formazioni di schiavi o liberti di colore."

Assassin's Creed III potrebbe esplorare per primo, e con successo, tematiche insolite per il mondo dei videogiochi.

"Il timore è che Assassin's Creed III possa essere un gioco infarcito della classica retorica americana"

"Gli Inglesi promettevano la libertà agli schiavi che lasciavano le piantagioni, desiderosi di aiutare le truppe britanniche nello sforzo bellico. In seguito anche l'esercito continentale iniziò ad accettare richieste di arruolamento da parte di schiavi i cui padroni avessero garantito loro il permesso di combattere. James Armistead si consegnò agli Inglesi come disertore ma in realtà era uno schiavo che fece la spia per i ribelli passando loro informazioni sensibili durante tutte le fasi della guerra."

"Per questo motivo, l'ambientazione coloniale di Assassin's Creed III può sicuramente essere interessante da proporre al grande pubblico dei videogiochi, in quanto, proprio per la sua importanza, è universalmente conosciuta nei suoi eventi principali."

Oltre all'ambientazione e al contesto, è palpabile la sensazione, in particolare da parte dei giocatori inglesi, che Assassin's Creed III possa essere un gioco infarcito di quel genere di nazionalismo americano che finisce spesso per cadere nella retorica. Ubisoft ha già specificato che gli Inglesi non verranno necessariamente dipinti come malvagi a prescindere: questo sarebbe confermato anche dal fatto che, nei precedenti AC, i conflitti di particolare rilevanza storica viaggiavano in parallelo rispetto agli scontri tra Templari e Assassini. Molto probabilmente il discorso non sarà molto diverso anche in questo caso.

Il fatto che i genitori del protagonista siano morti per mano di coloni di frontiera la dice lunga sulla volontà di Ubisoft di non schierarsi moralmente e su quanto la linea di confine tra una fazione e l'altra fosse incredibilmente tenue.

"L'aspetto militare potrebbe presentare spunti in grado di modificare il gameplay della serie"

Anche l'aspetto militare potrebbe presentare spunti di interesse in grado di modificare notevolmente il gameplay della serie. Molti pensano che le varie battaglie fossero uno scontro frontale tra coloni americani e regolari inglesi: la realtà è piuttosto diversa e complessa. Se i primi combattevano per la propria indipendenza, molto diversa era la questione di francesi e spagnoli, che avevamo trasformato la guerra d'indipendenza americana in un conflitto per procura tra europei.

O'Malley è convinto anche di un altro aspetto: "Credo che molte persone non si rendano conto di quanto poco omogeneo fosse il movimento indipendentista. Schiavi, nativi americani, alleati francesi, mercenari tedeschi, higlander scozzesi, neri liberi di Haiti arruolati nelle forze francesi. C'era persino un generale polacco che venne talmente ispirato dalla Dichiarazione d'Indipendenza letta su un giornale, che decise di imbarcarsi sulla prima nave in partenza per l'America e si arruolò volontario nell'esercito continentale. Molti film sulla rivoluzione americana non rendono giustizia a questo senso di diversità ma in quell'epoca il nordamerica era un luogo molto diversificato e con connessioni globali."

La figura di Connor promette molto bene in termini di complessità del personaggio e spunti d'ìnteresse della trama.

"A dispetto del melting pot multiculturale, sicuramente al pubblico inglese potrebbe non andare giù l'ambientazione storica, vista la necessità di essere dipinto come la parte sconfitta di una battaglia con così profonde implicazioni morali. Un sentimento che molti americani potrebbero condividere, visto che sono considerati in buona parte del mondo come gli antagonisti per eccellenza.

Oggigiorno, per esempio, alcune persone ancora difendono le buone intenzioni degli Stati Uniti a proposito dell'intervento nella guerra del Vietnam: mentre questo può causare legittimi dubbi negli stranieri che vissero il confitto come parte neutrale, la dice lunga su quanto profondamente le radici del patriottismo possano colorare le opinioni del singolo."

"L'ambientazione nell'america coloniale è sicuramente un'idea azzeccata - Tony Key, Vice Presidente delle vendite e Marketing di Ubisoft"

Per quanto riguarda Ubisoft e la sua storia con i recenti Assassin's Creed, è molto probabile che un gioco sviluppato principalmente in Canada da una multinazionale francese non metta al primo posto l'intenzione di far sembrare gli americani i buoni della situazione al cospetto dell'oppressore inglese. Se le intenzioni sono buone, probabilmente Ubisoft farà un ottimo uso della Rivoluzione Americana come canovaccio per una storia interessante e magari un passo in avanti della serie in termini di gameplay."

Tony Key, Vice Presidente delle vendite e Marketing di Ubisoft, è convinto che questo sia il modo migliore per espandere il franchise della serie. "L'ambientazione nell'america coloniale di Assassin's Creed III è sicuramente un'idea azzeccata che aiuterà ad aumentare l'appeal del marchio per raggiungere un pubblico ancora più ampio. Assassin's Creed III cercherà di aggiungere quanto più dettaglio possibili agli eventi della rivoluzione americana, visto che nessun altro gioco lo ha fatto prima di noi."

"Nonostante i dubbi iniziali espressi su molti forum, speriamo che il pubblico si riveli aperto e ci auguriamo che in molti diano le giuste possibilità a quello che a nostro modo di vedere sarà un prodotto di grande qualità, anche considerando il fatto che Ubisoft Montreal si è guadagnata il diritto del beneficio del dubbio per meriti pregressi: oltre a questo, potrebbe essere l'anticipazione perfetta per un nuovo Assassin's Creed ambientato all'epoca della rivoluzione francese".

Questo articolo è apparso su GamesIndustry.biz, il rinnovato portale internazionale del circuito di Eurogamer dedicato ai videogame sotto il profilo del business e del trade. La traduzione è a cura di Matteo Lorenzetti.

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David Radd

Writer - GamesIndustry International/[a]list

David Radd has worked as a gaming journalist since 2004 at sites such as GamerFeed, Gigex and GameDaily Biz. He was previously senior editor at IndustryGamers.
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